Tejo Bar

Pubblicato il 9 Marzo 2008

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Erasmus

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Credo che in ogni città del mondo ognuno di noi ricerchi un posto che possa definire suo, in cui sentirsi a casa anche se la casa vera è lontana chilometri. Sentiamo il bisogno di vedere facce conosciute, di percorrere strade che si sa con certezza dove vanno a finire, di sedersi ad un tavolo e sentirsi chiamare per nome al momento dell’ordinazione.

Di solito mi piace scoprire nuovi scorci camminando a caso per la città, conoscere ogni giorno persone nuove che forse non rivedrò mai più in tutta la vita e confidar loro cose che non racconteresti nemmeno ai tuoi amici di sempre. Ma al Tejo Bar mi piace tornare. Che sia sabato sera o martedì non importa, a mezzanotte il Tejo Bar chiude la porta e si va avanti a suonare fino alle sei del mattino.

Il capo passa la serata a comporre musica, a scrivere poesie e chissà cos’altro annota su quella carta sporca di Porto che ha davanti. Poi quando gli va prende la chitarra e suona una canzone tipica portoghese, seguito da voci di avventori abituali e spesso dai nuovi clienti, che vengono forniti di fogli sgualciti con le parole della canzone.

Tra una canzone e l’altra si aggiungono suonatori di basso, di bongo, di qualsiasi strumento ognuno si porti da casa. Spesso c’è una ragazza che canta con una voce d’angelo e che mi fa commuovere. La stessa consumazione al bar Tejo può costare una volta un euro, la volta dopo due euro e cinquanta, a seconda dell’umore di Sergio, il non barista. Non barista perché non è che Sergio lavori lì, lui si mette dietro il bancone e rovescia da bere a caso, è cieco come una talpa nonostante i fondi di bottiglia che porta e riempie sempre troppo il bicchiere. Sergio sa il mio nome e ogni volta che torno mi abbraccia e mi dice che è il mio “namorado” portoghese, visto che ne ho già uno italiano. Ogni volta cerca di strapparmi la promessa di amore eterno, e quando declino si attacca alla prima ragazza che vede accanto a me!

Se non c’è nessuno dietro al bancone, puoi servirti da bere da solo e alla fine dici cosa hai bevuto e paghi sulla fiducia. Al Tejo Bar è proibito applaudire, se la canzone ti è piaciuta devi strusciare le mani tra loro. Ed è proibito anche parlare a voce alta, poiché disturberebbe la creatività del posto. Il Tejo Bar è il luogo in cui porterò le persone speciali che verranno a trovarmi.

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1 commento

  • Ti invidio certe esperienze, ma il fatto che le viva te, che sei parte di me, mi rendono felice come se le vivessi io.
    Papi

I commenti sono chiusi.

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