L’impietoso confronto tra la prima e la seconda gravidanza

Pubblicato il 28 Novembre 2018

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Mamma freak

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Da primogenita ho sempre sospettato che i secondi figli fossero destinati a un trattamento diverso, ma non mi ero mai spinta a pensare alla cosa nei dettagli. Se la gravidanza è il preludio di quel che sarà nei mesi a venire, temo che Lina Pippi – questo il nome con cui Anita chiama la sorella in pancia – dovrà sgomitare parecchio per imporsi (a giudicare dai colpi che mi tira, comunque, credo si stia già allenando).

Siamo giunti quasi al termine di questa seconda attesa: ecco una lista semiseria di differenze che ho notato tra la prima gravidanza e quella in corso. Spero di strapparvi una risata e, specialmente se ci sono secondogeniti all’ascolto, vi aspetto nei commenti!

Comunicare l’attesa

Prima gravidanza: una gioia incontenibile si spande intorno a te, tutto risplende e non vedi l’ora di dirlo a tutte le persone che ami. Corri a comprare un ciuccio, lo impacchetti e lo dai ai tuoi dicendo “ho un regalo speciale per voi”, pronta a raccogliere le espressioni di esultanza che accompagnano la certezza della prosecuzione dell’albero genealogico. Comunicazione di Tommi ai suoi, tra un discorso e l’altro: “Ah, la Sere è incinta”.

Seconda gravidanza: prima ancora che tu abbia fatto il test, un parente con meno peli sulla lingua degli altri ti chiede se quella pancia che hai messo su è sospetta o se hai solo abbondato con le lasagne. Comunicazione di Tommi ai suoi, tra un discorso e l’altro: “Ah, la Sere è incinta”.

Gli accertamenti

Prima gravidanza: dopo le due linee rosa sul test, chiami la tua amica che in ordine temporale è stata l’ultima a partorire e le chiedi lumi sull’iter “libretto di gravidanza – visite – cose da fare” di cui non ti sei mai minimamente preoccupata fino a quel momento. Se le tue amiche sono tutte senza figli, il tuo vate diventa Google, che ti propina centinaia di pagine dedicate alla dolce attesa (da cui imparerai ben presto a stare alla larga).

Vai a ritirare il libretto alla tua Asl, scegli un medico e/o un’ostetrica che ti segua per tutto il percorso e il cui numero compare di diritto tra i preferiti del tuo smartphone per poterlo stalkerare con messaggi a ogni ora del giorno e della notte con le paure più assurde. Questo lo dico per esperienze indirette, perché io mi sono fatta seguire al consultorio di zona la cui sala d’attesa è una fucina di casi umani che fa venire voglia di scriverci un romanzo e il dottore ovviamente si guarda bene dal condividere il suo numero di cellulare con la succursale di un manicomio.

Durante la prima gravidanza le ecografie diventano una specie di droga e i giorni che ti separano dalla seguente diventano lunghissime attese ingestibili emotivamente. Vorresti avere una macchina ecografica in salotto per controllare ogni minimo movimento del bambino e aspetti il giorno della prossima visita come i piccoli aspettano la mattina di Natale.

Seconda gravidanza: non importa quanto tempo sia passato dalla prima gravidanza, ti sei già dimenticata tutto l’iter da seguire. Dove si prende il libretto? A che ora si possono fare le analisi del sangue? Cos’è che non potevo mangiare? E il discorso della toxoplasmosi com’era? Adesso devi sperare in un’altra amica fresca di parto per ricordarti tutto. Poi ti segni svogliatamente le date delle analisi su Google Calendar e fai le tre ecografie canoniche previste dal servizio sanitario nazionale.

I dubbi

Prima gravidanza: non è che hai dei dubbi, tu sei direttamente un punto interrogativo che cammina. Ogni piccola azione quotidiana è preceduta dal dubbio “potrò fare questa cosa?”, a ogni respiro ti assale l’ansia di sbagliare qualcosa e ti senti dopo molti anni di nuovo come una scolaretta che ha tutto da imparare. Qui le soluzioni possono essere: filo diretto con lo specialista che riceve foto di ogni tuo neo fuori posto su Whatsapp a orari improbabili e con la frequenza del ritiro dell’umido porta a porta, una mamma molto paziente che ti ricomincia a trattare come una pargola in età scolare oppure ti dai una bella ridestata per tornare sulla Terra e ti ricordi che tutte le teste che vedi al mondo sono state partorite in qualche modo, quindi ce la farai anche tu.

Seconda gravidanza: risolti i problemi logistici degli esami da fare, i dubbi che ti assalgono durante la seconda gravidanza sono di natura più sottile, psicologica. Ce la farò a trattare allo stesso modo due figli? Amerò intensamente anche il secondo come il primo figlio? Come cavolo faremo con quattro letti in una stanza (perché poi diventi anche pragmatico).

La preparazione al parto

Prima gravidanza: ti iscrivi al corso preparto già dal terzo mese, ma non fidandoti delle otto lezioni previste svaligi una libreria sezione “genitori” portandoti a casa tutti i testi che trattano di bambini. Spazi dai grandi classici sull’attesa ai primi giorni passando per vari metodi educativi e arrivando a testi più leggeri con esperienze di altre mamme. Vai al corso di acquaticità, yoga in gravidanza, meditazione, fai sedute di riflessologia plantare, ti concedi massaggi lussuriosi “per il bene del bambino”. Arrivi in sala parto e non ti ricordi un accidente, nemmeno come si respira.

Seconda gravidanza: non ci pensi nemmeno a frequentare di nuovo il corso preparto, tanto ora sai più o meno quello che ti aspetta con tutte le variabili del caso. Se ti va di lusso e qualcuno si prende la briga di tenerti il primogenito per qualche ora coltivi almeno uno dei passatempi che ti fanno stare bene, altrimenti pazienza. Se riesci a farti una passeggiata di mezz’ora una volta ogni due settimane è tutto oro che cola. Quei pomeriggi oziosi della prima gravidanza passati sul divano sono ricordi lontani, adesso hai Jack la Furia a cui badare. Memore della prima esperienza in sala parto cominciano a riaffiorare ricordi, anche fisici, di quello che hai già vissuto. Se potessi mandare qualcuno al posto tuo sai che sarebbe una decisione saggia ma ahimè, questa fatica tocca proprio a te e stavolta speri di ricordarti come si respira.

Il corredo

Prima gravidanza: in casa tua non nascono bambini da almeno un decennio, se anche qualcosa era stato messo da parte per ricordo da mamme premurose sta marcendo in soffitta o ammuffendo in un sottoscala. Bisogna comprare TUTTO, e quando dico tutto intendo anche il superfluo perché che ne sai cosa può servirti e cosa no? Vai in un negozio dedicato all’infanzia e commesse sataniche ti inculcano il concetto che ogni cosa è VERAMENTE INDISPENSABILE. E tu abbocchi come un luccio.

La lista nascita del pargolo in arrivo è degna di Baby George e include diavolerie come il dondolo con la musica, un set da 80 pezzi di creme per il massaggio del neonato, un cuocipappa, sterilizzatori che non sfigurerebbero sulla stazione spaziale della NASA e una scorta monumentale di pannolini e salviette umidificate che, si sa, i neonati fanno tanta cacca. Totale del valore degli oggetti messi in lista: l’equivalente di quello che avete speso in due per un viaggio in Perù. Ovviamente deve essere tutto nuovo di zecca, guai che il nascituro faccia il suo ingresso nel mondo su un ovetto di seconda mano.

Il capitolo vestiti merita un discorso a parte, perché non sono mai abbastanza le sfumature di rosa o di azzurro che un armadio può contenere. E allora vai di tutine, ghettine, salopettine, gonnelline, trine che poi ti rendi conto al primo cambio che chi le ha disegnate non ha mai avuto a che fare con un neonato.

Seconda gravidanza: rispolveri tutto il corredo della primogenita, pazienza se nascono in due stagioni diverse, se la seconda nasce col freddo si metterà una maglia di lana sulle tutine in cotone. Accetti ogni sorta di vestito usato da tutte le tue conoscenze, anche i body blu con scritto “sweet boy” anche se è una femmina, tanto chi vuoi che ti veda in casa, per quando uscite ti tieni buono un completino regalato dall’unico parente che si è ricordato della tua seconda gravidanza.

Non hai bisogno di niente, hai già il trio e tutte le diavolerie dell’altra volta ancora avvolte nelle scatole originali: quasi sicuramente le rivenderai in un mercatino di mamme online, assicurandoti almeno un viaggio a Gabicce Mare. Sai che l’unica cosa che serve veramente è l’amore incondizionato per i tuoi figli, primogeniti o secondogeniti non importa, perché l’amore si moltiplica alimentato da altra gioia.

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16 commenti

  • Quando nasce un bimbo, la mamma accudisce, nutre, protegge. È la fonte primaria del benessere psico-fisico del suo piccino, cui garantisce latte, vicinanza e amore. Ma per vivere bene il periodo del post parto, anche la mamma ha bisogno di coccole!
    Un’esigenza che si ripropone quando nasce il secondo figlio e la mamma si prende cura di due bambini. Se la donna può contare sull’aiuto pratico e sull’incoraggiamento del partner, dei nonni, dei parenti, sarà una mamma meno stanca e più serena.
    Ma cosa vuol dire coccolare una mamma? Vuol dire prepararle un bel pranzetto, fare la lavatrice, tenere i bimbi mentre lei fa un bagno caldo o un sonnellino. Ma vuole anche dire sottolineare quanto è brava a fare la mamma, dimostrarle la propria ammirazione e il proprio sostegno.
    Un po’ il contrario di quello che spesso succede alle neomamme che vedono messe in dubbio le proprie potenzialità di nutrire al meglio il neonato (“Ma sei sicura di avere latte?”) e messo in discussione il loro modo di accudire il bebè (“Lo tieni sempre in braccio? Così lo vizi!”, “Cosa? Lo allatti nel lettone? Non si fa!”, ecc.). Tanti, troppi consigli non richiesti, e commenti basati per lo più su vecchi luoghi comuni privi di fondamento scientifico che rischiano di creare dubbi alla neo-mamma e che, in ogni caso, sicuramente non le rallegrano la giornata. E allora… Massimo appoggio alle mamme e massimo rispetto per le loro scelte. Le mamme sanno e possono, ma a volte hanno bisogno di un po’ di incoraggiamento per fidarsi di se stesse, del proprio intuito e delle proprie competenze.

    “Benvenuto fratellino Benvenuta sorellina” di Giorgia Cozza

  • Ciao, sono una secondogenito, ahimè, si per tutti i miei 53 anni non mi sono sentita amata, oggi leggendo il tuo articolo ho capito perché. Mia madre per tutto il tempo della sua vita, mi professava amore e attenzione. Credo sia una cosa naturale che dopo la prima volta che fai una cosa, le volte successive siano roba “già fatte” “già conosciute”. Serve anche per i figli? No lo so, io ho solo una figlia, e molte volte ho immaginato come mi sarei comportata davanti a una seconda gravidanza. Non c’è stata il tempo di realizzarla, dopo 3 anni di matrimonio, ho divorziato. Il secondogenito.al mio parere è il figlio più amato de tutti i genitori in genere, perché, sempre secondo me, abbiamo dato meno noie e loro i genitori erano già spetti in tutto. Buon parto..

    • A

      Grazie Mary,
      non vedo l’ora di amare anche la seconda bambina tanto quanto la prima.
      Mi piace ricordare questa frase:
      “L’amore è l’unico tesoro
      che si moltiplica per divisione,
      è l’unico dono che aumenta
      quanto più ne sottrai,
      è l’unica impresa
      nella quale più si spende
      più si guadagna”

  • Le mie gravidanze sono ormai lontanissime nel tempo, ma sottoscrivo parola per parola quello che hai scritto, e mi sono molto divertita. Grazie.

  • Ciao Sere. Non ho figli ma nipoti…succede la stessa cosa. Sono la terza di tre figli…quindi mi hai fatto ridere non solo per quello che hai descritto, ma immaginando come si può vivere l arrivo del terzo. Ciao un abbraccio

    • A

      Ciao Simo,
      me lo sono domandato anche io e credo che l’amore possa solo moltiplicarsi di pari passo con il pragmatismo!

  • Fantastica! 😀
    Tommy sempre TOP: “Ah, la Sere è incinta”. Che aplomb!

    Se comunque prevedi realmente un viaggio a Gabicce Mare sei vicina a casa, quindi ti consiglio l’hotel e ti vengo a fare da tata <3

    • A

      Ahaha oh Sara, ce lo vedi Tommi che fa l’annuncio? È proprio da lui!
      Ormai pronuncio la località Gabicce Mare e penso a te, da quella volta che ci abbiamo riso su guardando il cartello.
      A presto amica :*

  • ahahah se mai dovessi avere un secondo, credo sarebbe proprio così! L’unico problema è che io, convintissima di non averlo mai, ho già regalato molta roba…ora che ogni tanto arriva l’idea del secondo..spero sia femmina così dovrei ricomprare tutto comunque e mi sentirei meno pirla 😉

    • A

      Mai dire mai Sere! In ogni caso pensala così: dopo qualche anno le cose si sciupano, meglio regalarle o venderle e ricominciare da capo, magari la seconda volta scegliendo anche cose usate e veramente utili!

  • Alessandra

    Serena,m’hai fatta schiantà! Io per la primogenita e per ora unica ho comprato il minimo indispensabile. Vivevo in un monolocale quindi lo spazio era quello… Nella casa a Bozzano ho vergognosamente preso in prestito il letto (trasformabile e con fasciatoio incluso), il lettino da campeggio, un passeggino e il seggiolone che erano della bimba di mia cugina. La bimba ha compiuto 18 anni questo mese!

    • A

      Ehehe grazie Ale!
      Sei stata bravissima a non farti fregare dai diabolici negozi di prodotti per bambini, w l’essenzialità! Che poi le cose che servono veramente non sono oggetti materiali <3

  • Simona Nurcato

    Muoro.
    Se e quando dovesse arrivare un secondo / una seconda… è esattamente questo che immagino. Noia per le visite, le analisi, l’iter da seguire. Zero acquisti di inutili aggeggi che tanto non usi. Riuso e riciclo creativo di vestiti e quant’altro, che tanto metti seeeeempre le stesse cose.
    😀
    Comunque la stanza con 4 letti in fila tipo Biancaneve e i sette nani è troppo bella come idea 😀

    • A

      Ahah grazie Simona!
      L’immagine di Biancaneve rende bene l’idea di come sarà la nostra camera per i prossimi mesi! L’altra immagine che mi viene in mente è il tetris!

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