I templi di Angkor in Cambogia

Pubblicato il 31 Marzo 2015

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Cambogia

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Quando i turisti vengono in Toscana e se ne vanno via affermando candidamente di aver visto solo la Torre di Pisa e il Duomo di Firenze ed essere soddisfatti così mi viene sempre una gran voglia di dire loro: “Ehi, vi state perdendo il più e il meglio! Ci sono i paesini arroccati, le case di pietra, le oasi naturali, le isole, ecc.” in una lista infinita che mi rendo conto potrebbe richiedere anni per essere spuntata.

A essere sincera, però, se mi chiedessero qual è il motivo principale per cui ho scelto la Cambogia come meta di viaggio, direi senz’altro il complesso di templi di Angkor. Sarà scontato, sarà mainstream, ma la verità è che ho percorso tutti i chilometri che separano l’Italia da quel lontano paese del sud-est asiatico con tanto di frontiera attraversata a piedi per raggiungere i grovigli di radici e architetture che mi facevano sognare a occhi aperti già dalle foto.

angkor wat

Il complesso religioso più grande del mondo

Prima di partire avevo cercato di documentarmi per capire a cosa andavo incontro e dopo aver vissuto l’esperienza in prima persona posso affermare che avevo colto la magnificenza e il misticismo del luogo, ma non la grandezza fisica di questo sito patrimonio UNESCO. Nelle mie letture, infatti, si dibatteva su come muoversi all’interno del parco e sui tempi di percorrenza da un tempio all’altro, ma mai avrei immaginato spazi e distanze così enormi e la mia bocca spalancata in un sorriso di stupore ne è stata la testimonianza più lampante per i primi dieci minuti di visita (poi la bocca l’ho chiusa, ma il sorriso è diventato sempre più grande).

Ho dedicato due giorni molto concitati alla visita, ma non sarebbe bastata una settimana o più per vedere tutto. La scelta è tra un pass di un giorno (20 USD), tre giorni (40 USD utilizzabile in una settimana per tre ingressi) e una settimana (60 USD utilizzabile in un mese… magari aggiungo io, vorrebbe dire che ci si può permettere di stare così tanto tempo a Siem Reap e dintorni, cosa che non mi sarebbe assolutamente dispiaciuta). Sono tanti soldi? Non credo, penso piuttosto che siano ben spesi e che non si possa andare in Cambogia senza passare di qui. Il biglietto va fatto, non c’è escamotage che tenga e sarà controllato a ogni tempio e addirittura per entrare nei bagni disseminati lungo i tragitti del sito. La biglietteria si trova a qualche chilometro dal centro di Siem Reap, il biglietto è nominale e con tanto di foto fatta a tradimento con una webcam. Se qualcuno è venuto bene batta un colpo, Tommaso mi ha preso in giro per quella foto per tutto il viaggio.

angkor wat

La formula che ho scelto e che consiglio a tutti quelli che si apprestano a visitare quanto più possibile in pochi giorni è ingaggiare un tuktuk o un moto-risciò con autista e guida e concordare il giro in anticipo. Ho visto diverse persone in bicicletta o qualche temerario a piedi: io non avrei mai potuto farcela, un po’ per il caldo, un po’ per la fatica immane che si fa comunque. I templi, infatti, sono da girare, esplorare, scalare… vorrete avere un po’ di energia, no? Inoltre, vi consiglio di non strafare, perché di Angkor “non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Questo è Calvino ne Le città invisibili, ma rende bene l’idea: quando Sam, la nostra guida, ha detto “Oggi visiteremo tre templi” io ho pensato che non avesse voglia di lavorare e volesse abbandonarci al nostro destino il prima possibile, invece al terzo tempio volevo implorarlo di farci tornare in hotel a fare un pediluvio. Erano le sei di pomeriggio, per intenderci.

Quindi concordate il giro dopo aver letto qualcosa e aver deciso cosa vi interessa vedere (ci sono 48 templi accessibili, direi che una cernita è doverosa) e stabilite un prezzo forfettario per l’autista e la guida che di solito sono una coppia affiatata come il gatto e la volpe, ma a differenza di Pinocchio non vorranno fregarvi ma solo rendervi l’esperienza più godibile. Nel parco non è impossibile orientarsi, ma certamente con la guida si va a colpo sicuro, e considerate le distanze questo fa risparmiare molto tempo. Inoltre, la guida racconta piccoli aneddoti che non è facile trovare su carta, come la storia che Sam ci ha raccontato di fronte al Takeo, il complesso dedicato a Shiva il distruttore, mai finito perché un fulmine l’ha colpito in fase di costruzione e giudicato di cattivo auspicio. Saggio questo impero khmer.

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Angkor Wat

Un altro trucchetto di Sam è stato cominciare la visita dal retro dell’Angkor Wat, il tempio gigante che campeggia anche sulla bandiera cambogiana, tanto per capirci. Arrivando la mattina, infatti, il sole è alle spalle del tempio e le foto sarebbero venute male, mentre cominciando la visita dal retro e poi dentro tra pinnacoli e scale ripide (per ascendere più vicino al cielo bisogna chinare la testa in segno di rispetto, e vi assicuro che per non cadere si china eccome, anche se non si è religiosi!) si è fatta l’ora di pranzo senza che ce ne accorgessimo. Dentro l’Angkor Wat, inoltre, si passa del tempo a capire la storia della Ramayana, che in sanscrito significa il viaggio di Rama ed è uno dei più grandi poemi epici della mitologia induista finemente scolpito nella pietra.

cambogia-0100

Solo all’Angkor Wat, quindi, abbiamo passato una mattinata ed è stato in quel momento che ho capito che Sam non era uno che non aveva voglia di lavorare, semmai uno realista, concreto e col senso della misura. È stato lui a proporci di pranzare nei chioschetti subito fuori dall’Angkor Wat ed è stata una scelta azzeccata, perché con pochi spiccioli ci siamo saziati pancia e spirito… non capita mica tutti i giorni di avere quella vista davanti agli occhi! È stato proprio qui che ho provato le prime cavallette fritte della mia vita, ma questa è un’altra storia.

Abbiamo dedicato il pomeriggio ad altri due templi blasonati, il Bayon e il Ta Prohm, che insieme all’Angkor Wat costituiscono quello che viene comunemente chiamato small circuit, mentre il big circuit comprende il Banteay Srei e altri templi sparsi a circa una decina di chilometri da quello che è considerato il centro del sito. Questa è stata la meta del nostro secondo giorno di templi, ma andiamo con ordine.

angkor wat

Bayon

Il Bayon è un tempio veramente suggestivo, caratterizzato da 54 torri con 4 facce ciascuna e non ce n’è una che sia uguale all’altra, fotografarle per credere. Quello che non vi ho ancora detto è che queste facce scolpite sorridono: l’impressione è stata quella di essere osservati da tante espressioni gioconde e pacioccone, intente a pensare alla fragilità umana e all’inutile affannarsi della vita terrena (almeno, io mi sono fatta questo film).

 

Bayon

Anche qui, come nell’Angkor Wat, troviamo bassorilievi conservati alla perfezione che raccontano storie di vita quotidiana del tredicesimo secolo, con immagini talmente realistiche che sembra che possano uscire dalla pietra da un momento all’altro. La tamarrata da fare qui è la foto di profilo col proprio naso che sfiora quello di una faccia del tempio, in una sorta di bacio eschimese fuori contesto ma veramente divertente. Chi sono io per rinunciare a un pizzico di leggerezza anche se ho la gobba e un profilo che mi ha causato non poche paranoie negli anni?

Bayon

Ta Prohm

A rendere famoso questo tempio è stata Angelina Jolie nei panni di Lara Croft nel film Tomb Rider. Avete presente quando si muove tra radici che hanno preso il sopravvento sulle architetture? Io no perché non l’ho visto, ma l’ho sentito dire così tante volte che credo che costituisca un vero motivo di orgoglio per i cambogiani. Il fascino di questo tempio, in effetti, è irresistibile, ci si ritrova a camminare in questo groviglio di radici e liane dove la natura ha preso il sopravvento sull’uomo (ma non sui gruppi vacanze ahimè) e ci si sente un tutt’uno con la forza generatrice di tutte le cose.

Ta ProhmTa Prohm

Qui un grande classico è farsi le foto col le radici ed è divertente osservare come ognuno interagisca con le stesse, ma questo significa anche che per trovare un momento di pace in questo complesso bisogna sperare nel miracolo. Quello che sorprende, inoltre, è come alcuni cambogiani vivano nei pressi dei templi, conducendo una vita parallela a quella dei turisti di passaggio.

Ta Prohm

Ta Prohm

Banteay Srei

Il secondo giorno dedicato ai templi di Angkor prevedeva un’uscita un po’ fuori città, a circa 35 chilometri da Angkor Wat. La prima meta era Banteay Srei, un tempio induista del decimo secolo in arenaria rossa. Il significato del nome è “Fortezza delle donne”, forse da attribuire al colore rosato della pietra, ma più probabilmente perché è scolpito talmente bene che si dice che solo la pazienza delle donne possa averlo portato a compimento.

Banteay Srei

Banteay SreiIl tempio è interessante, non c’è che dire, ma l’affollamento dei turisti era veramente eccessivo e infatti della giornata non è la cosa che mi è rimasta più a cuore, mentre ho apprezzato tantissimo il viaggio in moto-risciò per raggiungere il sito. Si passa da paesini dimenticati in cui le bancarelle vendono la benzina imbottigliata nel vetro della coca-cola, case soppalcate per creare uno spazio all’ombra in cui si svolge la maggior parte della giornata e risaie e palmeti che sono l’immagine della mia Cambogia.

Non so cosa darei in questo momento per rivivere questa poesia anche solo per un attimo, anche solo per un sorriso sotto quel sole rovente, dove un gesto di saluto è un motivo sufficiente per interrompere un lavoro e guardarti negli occhi.

Dove dormire nei pressi dei templi di Angkor

L’alloggio in cui siamo stati noi ha chiuso definitivamente i battenti, vi lascio il link diretto a tutti gli alloggi presenti su Booking: Hotel a Siem Reap

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Tag: viaggi

14 commenti

  • Ciao Serena!!
    Bellissimo post…e mi sento fortunata…. dato che tra 1 mese andrò in Cambogia, volevo chiederti il contatto di Sam!!! E se hai qualche qualche dritta su dove dormire.

    • A
      Mercoledì

      Ciao Luana,
      sono proprio felice per te che andrai in Cambogia! Io l’ho trovata meravigliosa.

      Per contattare Sam cercalo su Facebook come Sam Nang (Sam’s School), mentre per dormire io ho alloggiato alla Panda Guesthouse, senza infamia e senza lode ma in ottima posizione.

      Buon viaggio!

  • Bellissimo sito che spero un giorno di visitare. Utilissimi consigli.

  • Scusa, non ho capito. 100 euro parli dell’ingresso, corretto? invece 25 euro sono per l’autista al giorno ? Grazie mille :-)!

    • A

      No, 100€ intendo da dare alla guida che per due giorni interi accompagna nei siti + 25€ all’autista (non mi ricordo se al giorno o totale) e + 40€ a testa l’ingresso ai templi. Sono un po’ di soldi ma li vale tutti a mio avviso.

  • Ma che bello!! E’ nella mia lista dei prossimi viaggi e non vedo l’ora di realizzarlo, quindi questo tuo post entra di diritto tra i miei preferiti!!! Complimenti anche per le foto, sono bellissime (in particolare adoro la seconda) 🙂

    • A

      Pensa che la seconda ero in dubbio se metterla o meno! L’ho azzeccata allora! Grazie!
      Se e quando sarà il momento chiedi pure, non ho ancora finito coi post comunque 😉
      Bella meta, come sai la sponsorizzo alla grande!

  • Grazie dei consigli! Vedo che sia noi che Manuela ci interessano :-)! Grazie per averci fatto capire che è meglio avere una guida ed un auto…ma possiamo parlare di prezzi ? quando costa una guida al giorno circa ? Inoltre, 2 giorni sono sufficienti secondo te? Ne avresti fatti di più ? Grazie mille 🙂

    • A

      Parlando di prezzi (da dividere in 2): circa 50€ al giorno quindi due giorni 100€, più 25€ all’autista. Secondo me li valgono tutti. Potendo, avrei fatto un giorno in più per godermi il sito da sola, fermandomi a piacimento.

      Per qualsiasi altra info sono qui!

  • post splendido Sere!
    Domandina flash: come hai fatto a concordare il tour con la guida? All’ingresso del sito?
    Questo pensiero mi sta arrovellando la mente 😀
    P.s. grazie per tutti questi post.. utili come non mai!

    • A

      Che bello esserti d’aiuto!
      Per concordare il tour o direttamente in hotel (tutti hanno delle guide e degli autisti amici), magari anche scrivendo prima questa richiesta, oppure ti passo il contatto della mia guida (che poi sarebbe la stessa di Cabiria e Andrea!) con cui ci siamo trovati benissimo e che ha portato un autista di fiducia. Se ti fa piacere avere il contatto te lo passo subito!

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