Ierasmus

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Erasmus

Condividi su:


Tornare e farsi scoppiare il cuore di emozioni. Voi siete stati fantastici. Vi siete alzati dopo tre ore di sonno per accompagnarmi alla stazione. Non mi avete fatto fare un viaggio infinito da sola, mi avete scortata fino all’aeroporto riempiendomi di affetto, dandomi la forza di affrontare una situazione che è, e sarà per molto tempo credo, pesante. Ogni posto è un ricordo, ogni frase un filo simbolico che ci unisce, trasparente perché solo noi possiamo vederlo e possiamo restarci felicemente impigliati, consapevoli di un legame meraviglioso. In un giorno a casa ho già sperimentato la vacuità dei nostri discorsi per gli altri, che per quanto possano essere comprensivi nei nostri confronti non possono capire, ed è giusto che sia così.

Sull’aereo piangevo pensando alla gioia di trovare all’aeroporto mia sorella, all’idea di riabbracciare tra poche ore la mia famiglia. Non riuscivo a leggere un prezioso libro in portoghese, perchè vedere sulla copertina la mappa di Lisbona mi ha fatto improvvisamente pensare, con la forza di un pugno alla bocca dello stomaco. Ho pensato al fatto che io, da oggi, non appartengo più a quella città, non potrò svegliarmi coi riflessi del Tejo a pochi metri da casa e confondermi coi lisboeti camminando per le strade della città. Non ci saranno più serate che, per quanto a volte ci siano sembrate ripetitive e vuote, erano comunque importanti, perchè c’eravate voi. Ogni canzone l’ho ascoltata con voi. Di ogni libro e di ogni film ne ho parlato con voi.

Vi voglio bene. E vi penso. Sempre.

4 commenti

  • Sere..vai..e’ riduttivo fermarsi a Lisbona. Dai gas e ftti rispettare perche’ hai tutte le capacita’ per farle. Ti dico la formazione del pranzo di ieri: Miguel, Tiago, Francesco, Gabriel, Marco e la nuova regina, solo tu puoi capire. (Sono arrivato al lavoro e non riuscivo a capire dove mi trovavo). Un abbraccio fortissimo pa’.
    Saluta la family

  • Questa canzone, papà, era già venuta fuori ed io ricordo di aver fatto più o meno il tuo stesso commento!
    Fabrizio, come lo chiama Tiago, rende eccome.
    Marco, vorrei tantissimo vedere la tua nuova casa, finalmente ti sveglierai con la Se’ davanti agli occhi e non con la vecchietta del primo piano e gli spacciatori attivi a tutte le ore! Grazie ancora di tutto.
    Un bacione.

  • Alla stazione c’erano tutti dal
    commissario al sagrestano
    alla stazione c’erano tutti
    con gli occhi rossi e il cappello in mano.
    A salutare chi per un poco
    senza pretese, senza pretese
    a salutare chi per un poco
    portò l’amore nel paese.
    C’era un cartello giallo
    con una scritta nera, diceva:
    “Addio bocca di rosa
    con te se ne parte la primavera”.

    Ovviamente (anche come padre) spero che il tuo contesto sia stato di natura diversa da quello di Bocca di Rosa, ma citare il grande poeta FABER mi sembrava che rendesse l’idea del momento…
    Papi

  • Miguel è tornato e ha subito ricevuto in consegna il tuo ombrello. Però che effetto vederlo entrare con le valigie nella TUA stanza. Anche Daniela e Alessio se ne sono andati e il prossimo sarà Fra, tra pochi giorni.
    Io ho trovato casa in rua São João da Praça, ai piedi della Sé e esattamente di fronte al Pois Café: è stupenda e vorrei tanto invitarvi tutti a cena non appena mi ci trasferirò, però ancora non mi rendo conto che tanti di voi sono tornati via e che qualcosa si è concluso.
    Anche se domani, tanto per cambiare, con i “superstiti” andiamo in spiaggia a Caparica (a proposito, viene anche Tiago!), e anche se giovedì si va da Tí Natercia a mangiare la sapateira che Francisco voleva tanto assaggiare prima di partire. Rua dos Douradores ha cambiato facce e atmosfera, la prossima sexta, con buona pace degli scippatori, il Bairro smette di essere casa mia; la Vizinha non c’è più e anche Picoas si sta svuotando.
    Lisboa adesso è un’altra cosa, e anche se rivedere Santa Apolonia dopo un giorno intero passato a Porto sa ancora di ritorno a casa, questa città comincia ad appartenermi un po’ di meno. “Colpa” vostra, che ve ne siete andati e continuate a partire, fodes caralho pá. Colpa di questo Erasmus tanto atteso che alla fine è volato via in un soffio e che fra non molto finirà anche per me. E colpa di questi maledetti aeroporti portoghesi che quasi ogni giorno portano via uno di voi. Mi mancate tutti, amigos!

Lascia il tuo commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Altri articoli che potrebbero interessarti

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua.

Lisboa… outra vez!

Con estrema gioia si avvicina la rimpatriata a Lisbona con i mitici amici conosciuti in Erasmus: 4 giorni scarsi di saudade e…

Due anni fa – ricordi Erasmus

Stavo facendo tutt'altro quando, all'improvviso, mi è balenato il pensiero che esattamente due anni fa sono partita per Lisbona. Inutile dire quanto…

Rimpatriata Erasmus

Nella lista di persone che possono confermare l'esistenza fisica di Massarosa si è aggiunta da venerdì scorso Marta, colei che da Sassari…