Quando sarò vecchia e ripenserò a quella volta in cui sono stata ospite alla Rai, farò ricondurre tutto a una telefonata inaspettata, quando un numero sconosciuto ha trillato sul mio cellulare mentre stavo discutendo dei massimi sistemi sul lettone con Anita. Era un mercoledì afoso di luglio e l’intento era di stendere per un paio d’ore la prole e potermi quindi concentrare sul lavoro. Le mamme freelance che lavorano da casa lo sanno: il pisolino pomeridiano è sacro e se hai delle scadenze e dei lavori da consegnare quelle due ore sono manna dal cielo.
Ho risposto al telefono e, con mia somma sorpresa, dall’altro capo del filo c’era mamma Rai personificata in una ragazza dalla voce gentile e i modi accomodanti che sono solita attribuire alla maggior parte delle persone dal centro Italia in giù. Mentre Anita pronunciava a ripetizione una delle ultime frasi che ha imparato (“Mamma, che è petto lumore?”) e io cercavo di sostenere una conversazione da maggiorenni nella cornetta e degnare di qualche risposta una bimba con curiosità sul mondo (“è il camion della spazzatura, amore”), ho capito che mi si stava chiedendo la disponibilità a partecipare a una trasmissione su Rai 1 chiamata “Quelle brave ragazze” e che l’appuntamento era per due giorni dopo.
Come mai avevano scelto proprio me? Un’intervista online con la mia storia lavorativa e di vita degli ultimi tre anni li aveva incuriositi.
Di cosa sarei dovuta andare a parlare? Della capacità delle donne di reinventarsi e di prendersi cura della famiglia e di se stesse, continuando a fare il proprio lavoro e mantenendo vive le proprie passioni.
Ero pronta per tutto questo? No
Sono mai stata una che si tira indietro? No anche a questa risposta.
Le ore che sono seguite sono state un misto di ansia mista a rassegnazione: una breve consultazione in famiglia per capire se questa trasferta era fattibile, l’attesa della conferma o della disdetta dell’invito dopo la riunione della redazione, la concitazione dell’impegno che va in porto, una notte popolata di sogni strani, i biglietti del treno che arrivano un’ora prima della partenza, una valigia fatta in due secondi e un viaggio improvvisato alla volta di Roma.
Non viaggio mai da sola, solo un’altra volta mi era capitato di dormire lontana da casa senza Tommaso da quando è nata Anita: ho preso questa esperienza come una prova totalizzante, in cui misurarmi con tutta me stessa per i casi della vita fuori dall’ordinario. È un esercizio terapeutico, uscire dalla routine anche solo per 24 ore fa sentire vivi più che mai e – sembra una contraddizione dei termini – ti avvicina a tutto ciò che conta veramente.
Da quando sono mamma, infatti, difficilmente riesco a soffermarmi per molto tempo su un pensiero: avere bambini piccoli è un allenamento continuo alla velocità, all’improvvisazione, ai cambi di scenario. È un’attenzione continua a piccole cose di grande importanza, un lavoro di cesello della pazienza, un vortice che si ferma solo quando tutti vanno a dormire. Così anche un viaggio in treno di tre ore e mezzo, un passaggio in taxi di chiacchiere fitte, una stanza di hotel in solitaria e una cena in cui ho sentito il gusto di ogni pietanza sono rare occasioni di solitudine da accogliere come un regalo, con una magnifica Roma a fare da cornice.
La nottata prima della puntata è passata in tutta tranquillità, cosa che ha sorpreso anche me. Con un taxi ho raggiunto Saxa Rubra e gli studi col cavallo e da lì è iniziata la mia avventura in Rai. Ero curiosissima di sapere cosa avviene dietro le quinte e la prima cosa che ho scoperto è che c’è un pubblico delle trasmissioni che entra con tanto di badge nell’area riservata e che si accomoda nei corridoi in attesa della fine della trasmissione precedente (in questo caso Uno Mattina).
Sono passata davanti a tante piccole stanze che fanno da regia, sartoria, camerini e sono stata portata subito dalla parrucchiera (una delle tante presenti) per fare un contegno alla mia massa di riccioli. Ancora con un paio di mega bigodini in testa mi hanno fatto spostare dalla truccatrice accanto a una ragazza bellissima di nome Samanta. Solo dopo capirò che era una ballerina e che era in trasmissione prima di me: alla mia ignoranza televisiva e di riconoscimento dei VIP non ci sarà mai fine.
Tempo dedicato a farmi i capelli a casa: 5 secondi (il tempo di appuntare una pinza in testa).
Tempo dedicato a sistemarmi i capelli in tv: venti minuti.
Tempo dedicato al trucco a casa: due minuti per le giornate ordinarie (matita + mascara), cinque minuti per le uscite (matita, mascara, ombretto, fard, rossetto).
Tempo dedicato al trucco in tv: venticinque minuti (base per il trucco, fondotinta, copri occhiaie, ombretto uno, ombretto due, matita, pennello per sfumatura, matita di nuovo, mascara, ombretto, cipria, matita per la bocca, rossetto, sicuramente qualcos’altro che ora non ricordo).
Argomenti trattati dalla mia parrucchiera: cronache di paese, di cui io ovviamente non so nulla.
Argomenti trattati dalla parrucchiera e truccatrice Rai: l’aggressione ai danni del figlio di Simona Ventura e Bettarini, di cui io ovviamente non so nulla.
Dopo trucco e parrucco mi sono cambiata d’abito e mi hanno fatto accomodare in una sala d’attesa insieme agli altri ospiti (indovinate se conoscevo qualcuno…), poi ho visto il cambio della guardia tra Uno Mattina e Quelle Brave Ragazze e mi sono confrontata con la redazione sulle domande che mi avrebbero fatto e sulle cose da mettere in evidenza nelle mie risposte (tutte informazioni che avevo anticipato io al telefono, nessuno mi ha detto cosa dire, ho avuto totale libertà di espressione e l’ho apprezzato molto).
A poco a poco gli ospiti entravano in studio e io guardavo la puntata da un televisore nella sala d’aspetto. Ero emozionata ma non tesa come avrei immaginato, alla fine dovevo raccontare la mia storia evitando tutta quella casistica di eventi infausti che possono accadere in tv: svenire, inciampare (ma per fortuna eravamo sedute), dire cose sgrammaticate, fare figure impietose. Quando si è avvicinato il momento del mio ingresso in scena, mi hanno microfonato (e mentre pronuncio questa parola riemergono nitide le immagini di Ambra Angiolini adolescente a Non è La Rai) e mi sono affacciata per la prima volta nello studio televisivo.
Ho avuto l’impressione che fosse un meccanismo molto rodato, in cui ognuno ha dei ruoli ben precisi e in cui si conoscono un po’ tutti. Ho ritrovato le ragazze del pubblico che ho visto all’ingresso e ho visto come avvengono i cambi di scena con la velocità della luce. Tre telecamere, schermi per vedere cosa sta andando in onda, i gobbi con il filo conduttore della trasmissione e finalmente il momento di sedermi a quel tavolo per l’intervista. A quel punto avevo un sorriso stile paresi e non vedevo l’ora di cominciare l’avventura.
Come è andata lo potete vedere nel video, da parte mia sono soddisfatta per come è andata anche se avrei voluto dire molte più cose, ma si sa, i tempi televisivi signora mia. Allora raccolgo tutto il buono di questa esperienza e ne faccio tesoro per il futuro. Il riscontro più bello è stato lo stesso che mi ha dato la spinta a mettere da parte la mia timidezza e partecipare alla trasmissione: sapere di essere stata di conforto e di esempio per tante donne, mamme, future mamme, lavoratrici convinte che possiamo sempre mostrare il lato migliore di noi stesse. Ci barcameniamo tra mille impegni, proviamo a far quadrare tutto con sforzi e sacrifici, diamo sempre il meglio, ci rialziamo, troviamo una forza inaspettata dentro noi stesse: ecco come sono fatte le donne che mi circondano, ecco chi dovremmo ringraziare ogni giorno.
P.s Le foto che trovate nel post sono fatte alla tv durante la diretta da amici e parenti.
P.p.s. Grazie a Gabriele Franceschi per aver estrapolato il video del mio intervento in trasmissione!
4 commenti
nelli
bellissimo racconto con lo stile di scrittura fluido e ironico che ti contraddistingue
grazie per aver condiviso con noi tutto questo
e sei davvero video-genica! eri bellissima
ps hai visto… la tua storia addirittura ti ha portata in tv! solo grandi cose ti attendono, a cominciare da questa meravigliosa seconda gravidanza 🙂
Mercoledì
Grazie a te Elena per l’incoraggiamento che mi hai sempre dato!
Martolla
Ciao Sere!!!
Che bel post!! Avrei voluto vederti bazzicare in mezzo alle star senza riconoscere nessuno ah ah. Sei andata alla grande nel programma!! Peccato ti abbiano fatta parlare poco, però ormai abbiamo visto che sei fatta per la tv…già ti vedo a condurre una trasmissione sui viaggi! Un bacione
Mercoledì
Ahah di quella mattina conoscevo solo Platinette e non l’ho nemmeno incrociata!
Grazie per i complimenti, parlerò di più alla prossima occasione! Magari partecipare a un programma sui viaggi, condurlo poi sarebbe il top ehehe!
Un abbraccio!