Serenissima

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Love Post

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Treno regionale Pisa-Roma di un giorno infrasettimanale attaccato al giorno libero di cui sfruttare ogni minuto.

Viaggio da sola per l’ennesima fuga da una Versilia che mi sta stretta tutti i giorni dell’anno, viaggio verso un’amica, verso la città eterna che non mi stanca mai e ha sempre qualcosa da offrire, verso un impegno per le mie passioni vecchie e una mostra per le mie nuove curiosità.

Come ad ogni partenza osservo gli sconosciuti che occupano la banchina al di qua della linea gialla: c’è chi legge distrattamente e sbadiglia, chi trascina dei saluti con gli occhi lucidi, chi fa le ultime raccomandazioni, chi è perso dentro ai suoi pensieri.

In molti sono al telefono, impegnati in conversioni animate: mi domando come si fa a parlare così velocemente, ad avere sempre qualcosa da dire, mi domando perché le persone sentano l’urgenza di raccontare tutto nei dettagli attraverso quell’apparecchio. Io al telefono non so mai cosa dire e mi concentro di più sul non farmi sentire dai vicini che sulle parole da dire all’interlocutore, mi sento impacciata e cammino avanti e indietro tracciando percorsi arzigogolati e senza meta. Dovevo nascere nell’Ottocento, quando le ambasce erano portate da cavalli o da piccioni viaggiatori.

Non cerco ad ogni costo di parlare con qualcuno, approfitto di queste ore solitarie di viaggio per leggere, scrivere e pensare. Scambio due battute col controllore, che tutto allegro mi racconta un episodio accaduto pochi istanti prima nel vagone attiguo. Questi, avendo digitato sui moderni dispositivi in dotazione alle ferrovie italiane il numero di sedile giusto ma la carrozza sbagliata, si è visto costretto a chiedere alla donna lì seduta: “è Serena?” e quella di tutta risposta: “serenissima!”.

Il treno prosegue la sua corsa senza soste nella campagna Toscana tra serre e capannoni e io sorrido dell’ennesima volta in cui il mio nome è stato scambiato per un aggettivo che non mi è mai calzato fino in fondo.

Foto di copertina: Tomas Anton Escobar su Unsplash

10 commenti

  • @Andrebbasta: non escludo una mia capatina all’Elba… vediamo!

    @Chris: il viaggio in sé, in treno specialmente, è parte integrante del viaggio inteso in senso più ampio. I agree! 🙂

  • Un viaggio nel viaggio oserei chiamarlo. A volte molti non prentano attenzione al viaggio in se per se, solo alla destinazione. In alcuni dei miei viaggi, la destinazione e’ passata addirittura in secondo piano.

  • Non ne ho idea :S è per questo rimango sempre perplesso 🙂 succede quando ho il biglietto sull’sms del cellulare, altrimenti gli mostro direttamente il cartaceo. Dopo pasqua anche io weekend romano, il 2 giugno invece torno nella tua amata Elba (vediamo se ti ritrovo sul traghetto!)

  • @Giovy: non sono mai stata a Liverpool e York, ma leggendo quello che scrivi si capisce che sono posti che ti sono piaciuti molto! Spero di andarci!

    @Andrebbasta: Ahahah! Grazie Andre, si accettano suggerimenti di viaggio per w-e di fuga! Perché ti chiedono la penultima cifra?! Che metodo è???

  • La passeggera deve aver pensato che ora i controllori facciano anche indagini di mercato 😀 Fosse per me comunque starei sempre in giro, tipo ogni weekend, quindi ti capisco. Bel post 🙂 detto da uno che gli chiedono sempre la PENULTIMA cifra del codice prenotazione e rimango un po’ perplesso ogni volta.

  • Questa tua descrizione di un viaggio in treno mi ha fatto venire in mente a quando ho viaggiato da Liverpool a York. Viaggiare in mezzo agli Yorkshire Dales è stata un’esperienza bellissima…

  • @TheGirlwiththeSuitcase: grazie mille per i complimenti sulla scrittura, per il nome bisogna ringraziare i miei genitori! 😉

    @FrancescaSt.84: la Versilia mi piace ma credo di avere il gene della fuga! Ho bisogno di vedere posti diversi ma casa rimane casa! Quanto al telefono sono d’accordo con te sui discorsi imbarazzanti!

    @Martolla: è vero! Solo te mi chiami così, in genere le varianti più gettonate sono Sere o Serenella… Aaaaaaaa!

  • Io ti chiamavo sempre Serenissima! :))

  • Io adoro la Versilia … l’idea di alzarmi e vedere il mare fuori dalla finestra mi riempie di gioia. Ci vengo tutte le volte che posso, ma d’estate in particolar modo. Comunque per il fatto del cellulare siamo simili, non ho mai capito come la gente riesca a fare ragionamenti così articolati senza la decenza e il bisogno di un minimo di privacy … a volte si sentono discorsi imbarazzanti

  • Mi piace molto il tuo stile di scrittura. E il tuo nome a me piace un sacco, perchè trasmette, guarda un po’, serenità. 🙂

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