A volte rifletto sul fatto che un giorno potrei stufarmi della Toscana, che potrei averne abbastanza delle sue colline con i campi arati di luglio, dei suoi cipressi in fila e di quei campi di girasoli che tolgono il respiro. Inevitabilmente, per quanto stereotipata e iconica sia, giungo sempre alla conclusione che no, non mi stuferò mai di tutta questa sfacciata bellezza strappata dall’Eden.
E il motivo è semplice: non ci si può stufare della semplicità e di quei posti per i quali ci sono viaggiatori disposti a fare fior di chilometri per vederla. Per questo, quando mi sembra di non avere più spazio per accogliere nella mia mente immagini di paesini medievali e strade di campagna, trovo un escamotage che mi fa di nuovo amare incondizionatamente la mia terra d’origine, in altre parole la esploro con nuovi modi e nuovi mezzi, mi calo in una parte e mi faccio portare indietro nel tempo.

È così che in una mattinata di un luglio che sa di ottobre mi sono ritrovata a Badesse, nel Chianti senese, per vivere un’esperienza vintage che mi ha proiettato negli anni Sessanta, quando l’Italia era in pieno boom economico e gli operai si compravano la mitica Fiat 500 coi primi risparmi.
Il percorso si snoda su un tratto di Chianti per il quale gli stranieri riservano intere schede di memoria per foto che poi mostreranno orgogliosi al rientro a casa. Alcuni di questi hanno scortato il nostro giro su Vespe Piaggio domate con quel misto di eccitamento e incertezza che si riserva alle cose nuove e attese.

Mangiamo i primi chilometri di asfalto prendendo confidenza col mezzo, con uno sguardo sempre rivolto allo specchietto retrovisore per vedere che nessuno rimanga troppo indietro. Scorgiamo i primi cascinali di campagna, accarezziamo le prime curve, tratteniamo il fiato alle prime frenate.
La prima tappa raggiunta da Badesse è Fonterutoli, un piccolo agglomerato di case e aie appartenenti al comune di Castellina in Chianti e legate a una storia di rivalità tra Firenze e Siena. Si narra, infatti, che le due storiche città toscane dovessero stabilire i confini dei rispettivi territori di appartenenza con una corsa a cavallo. Entrambi i cavalieri sarebbero dovuti partire da Siena e da Firenze al canto del gallo, ma il cavaliere senese non si svegliò e l’incontro tra i due avvenne proprio a Fonterutoli, da cui si scorge Siena con le sue torri, ma non Firenze, che rimane al di là della Valdelsa senese.

Prima tappa per le foto, prima ripartenza con l’aria tirata. La 500 sforza e romba e raggiunge Castellina in Chianti riempendo l’abitacolo di parole estasiate e rumore caratteristico delle auto di quegli anni. Questo paese è arroccato al centro del triangolo formato dalla Val di Pesa, Val d’Elsa e Val d’Arbia. È uno di quei posti che fanno impazzire i turisti col suo dedalo di stradine lastricate ed enoteche di Chianti Classico, con i paesaggi di campagna che si mostrano a ogni fessura. Percorriamo la Via delle Volte e arriviamo in men che non si dica alla chiesa di San Giorgio di origine romanica e infine alla Rocca di Castellina. Ci sorprende un acquazzone estivo all’ora di pranzo e lo combattiamo con le gambe sotto ad un tavolino imbandito, che poi è sempre un’ottima soluzione a prescindere dalle condizioni meteorologiche.

Ci accoglie l’Azienda Agricola Poggio Amorelli, 40 ettari di terreno e una produzione di Chianti classico docg Gallo Nero e di Morellino di Scansano docg. La cantina è adibita a sala da pranzo e consumiamo il pasto accompagnandolo coi vini dell’azienda. Uno dei vini si chiama Oracolo in onore del cavallo della famiglia: lo andiamo a trovare sul retro del casolare, si fa accarezzare avvezzo com’è a complimenti ed esseri umani intorno.


Dopo il pranzo è prevista una tappa nel paese medievale di Monteriggioni, che svetta da lontano con le sue torri. Il centro storico è coronato da questa caratteristica cerchia muraria cantata anche da Dante nella Divina Commedia. Il tempo inclemente si sfoga sui turisti rovesciando tutte le riserve d’acqua degli ultimi mesi, lasciando indifferenti solo i bambini e gli innamorati. Non c’è neanche una piccola tregua per un giro fotografico dall’alto delle mura: non resta che rientrare sfidando il temporale. L’asfalto scivola sotto le piccole ruote della Fiat 500, il paesaggio scorre ignaro di essere un perfetto quadro anche turgido d’acqua.


Informazioni pratiche
Il giro in Fiat 500 e in Vespa Piaggio è organizzato da My Tour in Italy.
I prezzi includono mezzi, benzina, assicurazioni e pranzo. Come servizio aggiuntivo c’è una navetta che va a prendere e riporta a casa i clienti, un servizio veramente utile per chi non ha propri mezzi per raggiungere Badesse nella sede di My Tours.
Questo è il tour che ho fatto io chiamato “Tour in 500 d’epoca nel Chianti” della durata di circa 6 ore.
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