Trasferirsi in Australia: tutto quello che c’è da sapere raccontato da chi ci vive

Pubblicato il 21 Febbraio 2018

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Consigli di viaggio

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Trasferirsi in Australia è il sogno di molti italiani, spinti soprattutto dalla voglia di fare un’esperienza all’estero per provare cosa significhi vivere lontano di casa. L’Australia è un sogno per molti, ma spesso lo scoglio della lontananza e di uno stile di vita differente dal proprio possono fare da freno per prendere una decisione così importante.

Quando si decide di trasferirsi in Australia bisogna prendere in considerazione molti fattori, primo tra tutti come ottenere il visto prima della partenza. Ci sono diversi visti disponibili per chi viaggia in Australia, che variano a seconda dalla durata della permanenza, dal passaporto e dallo scopo della visita. Se si va a lavorare in Australia (come nel caso in cui si decida di trasferirsi) si deve richiedere il visto per lavoro, mentre la maggior parte dei giovani che vogliono provare un’esperienza di un anno fuori cominciano con questo visto che ha alcune limitazioni.

La seconda cosa cui pensare è decidere in quale città vivere (l’Australia è sconfinata, quindi è una decisione importante) e cominciare a trovare casa e organizzare il trasloco. Per questo aspetto conviene rivolgersi a una società specializzata nei traslochi in Australia che possa fornire un servizio professionale e di consulenza.

Prima di partire è bene fare anche qualche ricerca sul costo della vita in Australia. Tra le spese da sostenere c’è sicuramente l’affitto, il prezzo dei trasporti pubblici, oltre quello dei beni di prima necessità ed è consigliato pensare a un’assicurazione sanitaria australiana privata.

Adesso lascio la parola a chi ne sa più di me che ancora non sono riuscita a visitare l’Australia (ma lo farò, oh sì!), ossia delle persone che vivono o hanno vissuto downunder: lascio che siano le interviste a fugare ogni vostro dubbio!

Intervista a Daniela

Come ti chiami e da dove vieni?
Sono Daniela e vengo da Sermoneta, in provincia di Latina.

Da quanto tempo vivi in Australia?
Sono in Australia, precisamente a Sydney, da 5 anni e mezzo.

Qual è il motivo che ti ha spinto in Australia?
La mia doppia cittadinanza è stata un bell’incentivo!
La mia situazione lavorativa incerta e la generale deriva economica dell’Italia mi avevano spinto più volte a pensare a vie di fuga. Sapevo che la situazione economica australiana era florida, trovare lavoro molto più facile e in generale la qualità della vita elevata. Ci ho messo un po’ a convincermi che valeva la pena provare (all’incirca un anno), spinta soprattutto dal mio compagno.

E cosa ti ha fatto rimanere?
Esattamente gli stessi motivi che mi avevano convinta a partire: possibilità lavorative, atmosfera sul lavoro molto più rilassata, meritocrazia, qualità della vita, servizi al cittadino, senso più generale di giustizia.

Cosa ti piace della vita lì?
Il clima, la baia con le mille spiagge, le opportunità di godersi la vita più a portata di mano, gli stipendi più alti, gli orari di lavoro ragionevoli, uno stile di vita attivo e salutare.

Cosa ti manca dell’Italia?
Il cibo! Il calore delle persone, la facilità con cui si fa amicizia e ci si organizza per una serata senza dare due settimane di preavviso.

Se potessi dare un consiglio a chi sta sognando di trasferirsi, cosa diresti?
Che la cosa più difficile è ottenere il visto, e ogni anno le regole vengono inasprite. Quindi consiglierei di informarsi bene sulle condizioni per ottenere un visto valido e non sottovalutare la conoscenza dell’inglese, soprattutto se interessati a un lavoro in un ambiente corporate.
La lontananza è un altro fattore da non sottovalutare, visto che non si può tornare in Italia ogni weekend.

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Daniela a Sydney, Manly Beach

Intervista ad Andrea

Come ti chiami e da dove vieni?
Mi chiamo Andrea Bonanno, ho 35 anni e sono originario di Nicolosi, in provincia di Catania.

Da quanto tempo vivi in Australia?
Vivo in Australia da Settembre 2012, cinque anni e mezzo circa. A parte una breve parentesi lavorativa nel Sud Australia, vicino Adelaide, ho sempre vissuto a Melbourne, Victoria.

Qual è il motivo che ti ha spinto in Australia? E cosa ti ha fatto rimanere?
Venni inizialmente per svolgere uno scambio universitario della durata di un anno, da giugno 2009 a giugno 2010, presso la Deakin University di Melbourne. Scelsi l’Australia proprio perchè non ne sapevo molto, quindi più che altro per curiosità. Finita quell’esperienza, decisi di tornare qualche anno dopo, da laureato, per cercare lavoro nel mio settore e potermi così stabilire. Mi ha fatto restare l’amore per lo stile di vita “rilassato” (il loro motto è: “no worries – non preccouparti”). E la mia compagna australiana, incontrata a fine 2013.

Cosa ti piace della vita lì?
Ciò che più mi piace della vita a Melbourne (e in generale in Australia), è il mix di etnie e culture, la costante interazione tra queste e il loro continuo evolversi. L’eterogeneità delle proposte culturali, gastronomiche e sportive ne è un esempio. Non a caso si dice che l’Australia sia la società multietnica di maggiore successo nel mondo: il mio barbiere è italiano, il mio medico indiano, la mia dentista iraniana, il bar dove faccio colazione è francese, i miei vicini di casa sono scozzesi, vietnamiti, greci e indiani, tra gli altri. La diversità è ancora vista come ricchezza, non con paura.

Cosa ti manca dell’Italia?
Dell’Italia mi manca la vicinanza con il resto d’Europa e con buona parte del resto del Mondo. Qui puoi volare oltre 4 ore e restare comunque in Australia (Da Melbourne a Perth o Darwin, per esempio).

Se potessi dare un consiglio a chi sta sognando di trasferirsi, cosa diresti?
Partite con un progetto chiaro, sapendo già che tipo di qualifiche e/o esperienze professionali potete utilizzare una volta arrivati. Raccogliete quante più informazioni possibili sulla burocrazia, sanità, costo della vita, diritti e doveri, ecc., utilizzando i canali ufficiali del governo australiano e/o italiano e seguendo i gruppi a questi collegati presenti online. Diffidate dai tanti siti costruiti ad hoc per promuovere questo o quel corso di lingua: quello dei visti e delle scuole d’inglese è ormai diventato un vero e proprio business per gli agenti d’immigrazione e le scuole. La conoscenza dell’inglese è infatti un altro punto chiave: se non ritenete di avere un livello accettabile, magari considerate un’esperienza linguistica/formativa in un Paese anglofono Europeo prima di lanciarvi dall’altra parte del mondo e finire per spendere migliaia di dollari/euro in corsi di lingua inglese una volta arrivati.
Ultimo consiglio: l’Australia non è solo Melbourne e Sydney (le più care e con maggiore competizione, tra l’altro), ma tante altre città e località spesso meno considerati che potrebbero invece risultare ideali per il vostro stile di vita.

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Andrea e Chico a Brighton Dog friendly beach, Sobborgo sulla costa, appena sotto St Kilda

Intervista a Julia

Come ti chiami e da dove vieni?
Julia Dellagiacoma, sono originaria del Veneto ma vivo nella splendida Toscana da molti anni ormai.

Per quanto tempo hai vissuto in Australia?
2 anni. Non sono riuscita a girarla proprio tutta, ma una buona parte sì!

Qual è il motivo che ti ha spinto in Australia?
La voglia di avventura e di confrontarmi con qualcosa di diverso dalla mia ordinarietà.

E cosa ti ha fatto rimanere?
Sono stata letteralmente accolta da quella terra, mi ha permesso di fare cose che sicuramente in Italia non avrei osato fare, sia dal punto di vista lavorativo che abitativo. La vita australiana potrebbe sotto certi punti di vista sorprendere, la facilità con cui si può fare qualsiasi cosa che da noi richiede una trafila burocratica enorme, lì è bypassata per permettere una vita veramente easy going! (Il solo ricordo di quelle sensazioni mi strappa un sorriso!).

Cosa ti piaceva della vita lì?
Il grande contatto e rispetto per la natura, che si può respirare anche nelle grandi città. L’apertura mentale delle persone, il non giudizio, la convivenza pacifica in uno dei posti probabilmente più multietnici che abbia visto, la facilità con cui le persone cambiano lavoro e casa senza limiti di età, c’è sempre una possibilità. Le persone sono soddisfatte e serene, non c’è molta delinquenza, insomma un mix che ti permette di vivere serenamente.

Cosa ti mancava dell’Italia?
Beh, le radici sono più forti di quello che credevo. A parte il cibo, il clima e cose risapute ma che hanno il loro peso reale, mi è mancata molto la nostra storia, la nostra immensa cultura e la maniera in cui noi viviamo i rapporti umani.

Se potessi dare un consiglio a chi sta sognando di trasferirsi, cosa diresti?
Beh di informarsi innanzitutto su tutte le procedure da seguire riguardo ai visti, ai lavori più ricercati, a iniziare tutto a tempo debito visto che richiede tempo, ma di andare possibilmente in loco, le human connections di quella terra a volte potrebbero sorprendere. Consiglio anche caldamente di non fermarsi solo alle città più conosciute, di avventurarsi il più possibile.

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Foto di Julia

Intervista a Lisa

Come ti chiami e da dove vieni?
Lisa, vengo da un paesino chiamato Castelminio di Resana in provincia di Treviso

Da quanto tempo vivi in Australia?
Mi sono trasferita in Australia a gennaio del 2017, ho vissuto tre mesi a Sydney e da aprile sono a Melbourne. Complessivamente 13 mesi.

Qual è il motivo che ti ha spinto in Australia?
Mio padre è nato e cresciuto vicino a Melbourne. Insieme a lui sono andata spesso a fare visita a zii e cugini e ricordo che a 8 anni, di ritorno da un viaggio, ho detto ai miei genitori che un giorno sarei andata in Australia. Inoltre mi sono sempre sentita dire che negli atteggiamenti sembro molto australiana, così crescendo sentivo sempre più il bisogno di appropriarmi maggiormente di questo lato della mia “eredità”.

E cosa ti ha fatto rimanere?
Dopo un paio di mesi volevo già tornare a casa perchè il cambiamento è stato molto duro per me. Il mio ragazzo, che mi ha seguita dall’Italia, mi ha aiutata a trovare le forze per rimanere. Poi ad agosto ho trovato un lavoro serio e ora sono davvero molto felice di essere rimasta. Non so quanto mi femerò a dire il vero, se 5, 10 o 20 anni, ma la cosa che mi tiene aggrappata qui è il fatto di essere in un paese completamente diverso da quello in cui sono cresciuta. In più mi piace esplorare e questa terra è tutta da scoprire.

Cosa ti piace della vita lì?
La possibilità di avere moltissimi interessi e le opportunità per svilupparli. Mi piace la funzionalità e la facilità di utilizzo dei servizi. Tutto sembra estremamente semplice e il più delle volte è così.

Cosa ti manca dell’Italia?
Chiaramente la mia famiglia e i miei amici; in generale i rapporti che si creano. Il prosecco e i tramezzini, la mia estetista. La vicinanza a moltissimi altri paesi e il fatto di riuscire a raggiungerli facilmente. Avere la possibilità di visitare paesi vicini in giornata. Le Dolomiti.

Se potessi dare un consiglio a chi sta sognando di trasferirsi, cosa diresti?
Credo che almeno un anno all’estero dovrebbero farlo tutti, magari prima dell’università. A chi vuole venire in Australia consiglio di farlo con testa, consapevole di quello che si lascia e che qui non sarà facile. Serve spirito di adattamento e tanta testa. È importante essere coscienti che non si è speciali, né unici: la competizione è altissima e bisogna impegnarsi molto per essere visti. Per stare bene, purtroppo, bisogna abbandonare per certi versi la mentalità italiana.

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Photo by Mike Wilson on Unsplash

Intervista a Davide

Come ti chiami e da dove vieni?
Mi chiami Davide e vengo da Torino.

Da quanto tempo vivi in Australia?
Vivo in Australia da più di 4 anni.

Qual è il motivo che ti ha spinto in Australia?
Il motivo che ha fatto sì che mi trasferissi in Australia è davvero semplice, un sogno che avevo fin da bambino. Ricordo che feci una ricerca sul continente australe in terza media e da allora me ne innamorai. Oltre al fatto che ho sempre ammirato la cultura anglosassone.

E cosa ti ha fatto rimanere?
Il rimanerci è stata una logica conseguenza, le aspettative si sono dimostrate perlopiù confermate, una società meritocratica, un elevato senso civico insito nelle persone, una natura preservata e rispettata, paesaggi e luoghi incontaminati dove poter vivere o campeggiare.

Cosa ti piace della vita lì?
La qualità della vita qui in Australia è davvero elevata, secondo ultime ricerche, compaiono 4 città nei primi posti della classifica delle città più vivibili al mondo.
Si definiscono “family friendly” o meglio, a misura d’uomo, l’inquinamento atmosferico è molto basso, la mobilità sostenibile (pedoni, biciclette, skateboards, ecc.) sono molto incentivate, il mercato del lavoro è più dinamico associato a retribuzioni in linea con il costo della vita. I servizi ai residenti sono spesso digitalizzati e a molte cose si può avere accesso in tempi molto ristretti o addirittura immediati.

Lo stile anglosassone mi è sempre piaciuto, a tratti affascinandomi: la guida a sinistra, la lingua sentita ed apprezzata nei film, parchi puliti e ben curati con il tipico prato “all’inglese” ammirabile ovunque.

Cosa ti manca dell’Italia?
Il legame con l’Italia resta saldo, cerco di tornare circa una volta all’anno ed è sempre un piacere. La mancanza della famiglia e degli amici di sempre è forte e si fa sentire ogni giorno. La tecnologia aiuta molto sotto questo aspetto, ma i 16.000 km che separano i due Stati resta una distanza abissale.
Vivere in un Paese giovane di circa 230 anni, non è in alcun modo paragonabile alla storia secolare dell’Europa o dell’Italia e questa mancanza di cultura la si percepisce alzando lo sguardo o voltando il capo, non si scorge alcun Colosseo, Uffizi o Mole Antonelliana, ma soltanto architettura coloniale e arte moderna.

Se potessi dare un consiglio a chi sta sognando di trasferirsi, cosa diresti?
Mi piacerebbe dire a chiunque voglia intraprendere un’avventura in questa terra australe, di prepararsi nel dettaglio prima di fare questo passo, in genere richiedono una buona dose di professionalità, un livello di inglese intermedio e tanto spirito di adattamento. Trovare un buon lavoro qualificato non è semplice in aggiunta alla difficoltà di soddisfare i criteri per richiedere un visto permanente.
In conclusione consiglierei di sviluppare al massimo le proprio capacità per essere il più possibile rivendibili, conseguire titoli di studio riconosciuti internazionalmente, informarsi presso ambasciata e consolati, imparare l’inglese e leggere approfonditamente tutto ciò che interessa presso il sito internet governativo.

Un enorme in bocca al lupo a tutti!

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Grande Barriera Corallina – Foto di Julia

Foto di copertina: Dan Freeman su Unsplash

Post in collaborazione con blissmoving.it

Tag: viaggi

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