Un viaggio itinerante in Sicilia all’inizio del nuovo millennio

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Italia

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Capita spesso, quando vado a cena dai miei genitori, che parlando si rispolverino momenti vissuti insieme e aneddoti degli anni passati, tirando fuori quelle storie leggendarie che abbiamo già ripetuto mille volte ma che suscitano sempre risate e complicità. Poco tempo fa è spuntato fuori il mercato della Vucciria a Palermo, dove rimanemmo impressionati dalla confusione folcloristica che regna sovrana, ma soprattutto dall’ingegnoso metodo di calare con una corda dei cestini di vimini dalle case ai banchi del mercato per poi tirarli di nuovo su carichi di merci.

Ci ripromettemmo di fare lo stesso dal nostro terrazzo a casa dei nonni che vivevano proprio sotto di noi. Non l’abbiamo mai fatto.

Palermo

Da lì a ricordare tutto quel viaggio il passo è stato breve, tanto che mio padre a un certo punto mi ha detto: “Sai che ho tutto il racconto di quel viaggio?” e io non ho potuto fare a meno di volerlo leggere, confermando ancora una volta le mie origini e scoprendo in mio padre un travel blogger in erba. Non solo: quel viaggio fu uno dei primi, quando il nuovo millennio stava ancora ingranando, a essere interamente organizzato su Internet e affidando gli ultimi dettagli a decisioni estemporanee, in pratica un’anticipazione delle abitudini di ricerca, prenotazione e viaggio di oggi con una lungimiranza che mi fa essere fiera tutt’oggi.

Quel diario di viaggio è un prezioso documento di cui faccio tesoro e spero che mio padre non s’infastidisca se ne pesco dei pezzi qua e là per ripercorrere quel viaggio indimenticabile. Mentre seleziono, sfoltisco e ricordo mi sembra di essere come quei ricercatori che scrivono le biografie dei personaggi famosi e che vanno a ripescare gli scambi epistolari che rendono più umano il soggetto in questione. Ecco il nostro viaggio di allora, un itinerario interessante da ripetere ancora oggi, magari vi è d’ispirazione per una vacanza con la vostra famiglia o con i vostri amici.

Palermo

Questo è stato il nostro itinerario di 12 giorni:

  • Palermo
  • Mondello
  • Monreale
  • San Vito lo Capo
  • Riserva dello Zingaro
  • Erice
  • Segesta
  • Selinunte
  • Agrigento
  • Piazza Armerina
  • Siracusa
  • Avola
  • Noto
  • Zafferana Etnea
  • Etna
  • Taormina
  • Tindari
  • Cefalù

Qui alcuni consigli su cosa vedere in ogni posto.

Palermo, Mondello e Monreale

Abbiamo viaggiato di notte, in traghetto e siamo arrivati a Palermo il giorno successivo di sera: 22 ore filate di viaggio. Il primo giorno a Palermo abbiamo visto da fuori il Palazzo dei Normanni, visitato la splendida Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti e i suoi bellissimi giardini, la bella Cattedrale (tutti gli aggettivi sono di mio padre!), i Quattro Canti, la Piazza Pretoria, Piazza Marina, i Giardini Garibaldi con i giganteschi ficus, il Teatro Massimo e il lungomare. Il giorno dopo abbiamo visto la sopra citata Vucciria. Già da questo primo giorno potete intuire da chi ho imparato a organizzare dei tour di force durante i viaggi..!

Vucciria

Per Mondello si fa presto: mare, mare e ancora mare e per mangiare… frutti di mare! I diari di mio padre narrano di una cena epica a base di pasta alle vongole e pesce spada e di un “conto con svenimento” all’hotel. Mio padre non è per niente tirchio, anzi, però se ha scritto questo vuol dire che l’hanno proprio salassato! Il bello è che da questi diari di poche pagine traspare quanto andare in vacanza in quattro fosse un sacrificio economico per la mia famiglia, il risultato di risparmi duramente sudati, cosa che non mi hanno mai fatto pesare, nemmeno intuire. L’ho capito dopo, da grande, e questo mi ha insegnato il valore dei soldi e il non dare niente per scontato: non sarò mai grata abbastanza ai miei genitori per avermi insegnato a vivere con il loro esempio e mai con imposizioni o parole vuote.

A Monreale abbiamo visitato il Duomo, il Chiostro e lo splendido panorama mentre una piccola deviazione ci ha portati sul Monte Pellegrino per visitare il Santuario. Ora, una domanda mi nasce spontanea: ma se mai nessuno nella mia famiglia è stato un fervente religioso, come mai abbiamo fatto tutto ‘sto pellegrinaggio? Mistero.

“Il martedì partenza per San Vito lo Capo, passando per Capaci dove il guardrail rosso nel punto in cui morì Falcone provoca brividi di emozione.”

San Vito lo Capo, Riserva dello Zingaro, Erice e Segesta

Mio padre descrive il mare e la spiaggia di San Vito lo Capo come i “Caraibi” e si capisce che ci è piaciuta perché abbiamo deciso di fermarci due giorni anziché il solo giorno preventivato. A convincerci a rimanere è stata la Riserva dello Zingaro, dove abbiamo passato una giornata tra palme nane e bagni in ogni caletta raggiunta. Dopo è stata la volta di Erice, dove ricordo perfettamente che restammo incantati a guardare Trapani dall’alto (ma ricordo altrettanto bene le salite che mi spezzarono le gambe!). Da lì ci spostammo a Segesta. Tutta questa parte di Sicilia l’ho visitata di nuovo la scorsa primavera e ve ne ho parlato in questo post con l’itinerario e i consigli pratici.

Riserva dello Zingaro

Selinunte, Agrigento e Piazza Armerina

Mio padre liquida Selinunte con “un sito grande e molto bello sotto un sole notevole” per poi spendere ben più righe per le bottiglie di vino acquistate: Marsala, Zibibbo, Moscato di Pantelleria… tutti prodotti che da quel momento hanno fatto parte della cantina di casa ma che purtroppo ho imparato ad apprezzare molti anni dopo questo viaggio!

Selinunte

Prima di arrivare ad Agrigento facemmo una sosta alla casa di Pirandelloemozionante e bello” e poi dritti ad Agrigento per visitare la Valle dei Templi (ve ne ho parlato qui quando ci sono tornata il giugno scorso). Mio padre non si dilunga molto su questa visita, racconta di un caldo torrido mitigato solo dall’aria condizionata del museo della Valle dei Templi e devo dargli atto che non deve essere stato facile trascinare mia sorella veramente piccola tra quei reperti di inestimabile valore apprezzabile solo con qualche base di storia dell’arte. Invece mio padre si spertica di complimenti per i mosaici della Villa del Casale a Piazza Armerina, e in effetti non ha tutti i torti.

Piazza Armerina

Siracusa, Avola e Noto

Dal diario di viaggio riemergono dei ricordi di Siracusa che avevo sepolto in qualche cassetto della memoria: spunta dal passato il teatro greco, le antiche cave di pietra tra cui l‘Orecchio di Dioniso con una straordinaria acustica, uno splendido giardino di fiori (fotografati a uno ad uno da mio padre n.d.r.), l’Ara di Ierone, l’Anfiteatro Romano, il Castello Eurialo e la splendida vista sull’Ortigia (che mannaggia non ricordo proprio… sarò stata impegnata ad aggeggiare col telefono e mandare SMS oppure a fissare Sergio Cofferati che si trovava per caso lì nel nostro stesso momento… propendo per la prima ipotesi).

Siracusa

Durante la permanenza a Siracusa abbiamo fatto una capatina anche ad Avola e a Noto, città del Barocco dove abbiamo visto dei begli esempi architettonici. Il diario parla anche di una nostra visita a Ortigia: dalla Fonte Aretusa coi suoi Papiri al lungomare, dal belvedere alla Città Vecchia fino a Piazza Archimede con la Fontana di Diana e poi fino alla Cattedrale. Fate conto che di tutto ciò non ricordo niente tranne:

  1. la cassata siciliana più buona della storia delle cassate siciliane (sono sempre stata golosa di dolci);
  2. gli artisti di strada in piazza della Cattedrale, a dimostrazione del fatto che sono sempre stata una maledetta fricchettona senza possibilità di redenzione. Se mai mi sposerò lo farò indossando una balla di iuta e con un bouquet di spighe di grano e fiori di campo.

Zafferana Etnea, l’Etna e Cefalù

Siamo arrivati a Zafferana Etnea, che io credevo un paese diroccato alle pendici dell’Etna, e dove invece ho trovato una cittadina carina, ben tenuta e con una splendida vista sul golfo di Catania. C’è una piccola divagazione sull’avventura per raggiungere la cima dell’Etna e poi la soddisfazione di dominare il mondo dall’alto di un vulcano e di toccare la lava ancora calda.

Etna

Dopo l’Etna ci spostammo a Taormina dove stavano allestendo per il Festivalbar (al solo ricordare questa parola mi sento vecchia!) e visitammo il Teatro Greco e il centro storico di cui ricordo la vista sull’Etna e sul Golfo per poi spostarci a Mazzarò per un bagno al mare.

L’ultimo spostamento prima di riprendere il traghetto da Palermo fu a Cefalù e una piccola deviazione a Tindari, soprattutto perché sia io che mia mamma eravamo allora grandi fan di Camilleri.

Taormina

Vi lascio con le ultime perle scritte da mio padre: un dubbio e una considerazione.

“Perché in Sicilia alcune autostrade si pagano, altre no e altre cominciano e poi spariscono dopo una trentina di chilometri?”

Che tristezza il traghetto quando devi ripartire e vedi scendere la gente che arriva e ti guarda come per dire: tu hai finito, io comincio ora! Così è la vita e così termina il nostro viaggio in terra sicula. Abbiamo saltato un po’ di posti… vorrà dire che per vederle dovrò tornare prima o poi.

Mare

Informazioni pratiche

Finora ho chiacchierato ricordando aneddoti indelebili nella mia mente, però adesso voglio darvi anche un po’ di consigli pratici per fare un viaggio del genere. È passato un po’ di tempo, ma alcuni consigli sono sempre validi.

Traghetti

Noi all’epoca optammo per il traghetto Genova – Palermo: il viaggio più lungo in traghetto che abbia mai fatto! Nonostante le tante ore di viaggio ne conservo un bel ricordo, un po’ come essere i marinai di Colombo alla scoperta dell’America! Solo che quella volta ad attenderci c’era Palermo 😉 Qui è dove potete prenotare il traghetto: http://www.traghettiper-sicilia.it/

Spostamenti

Uno dei vantaggi di essere andati in Sicilia in traghetto è stato avere la nostra macchina sempre a disposizione: cosa non da poco quando si ha come obiettivo un giro completo dell’isola! Facemmo davvero tantissimi chilometri e vedemmo dei posti sbalorditivi per i miei occhi di ragazzina. Se anche voi avete in mente di spostarvi da una zona all’altra il metodo migliore è sicuramente con un’auto.

P.s. Tutte le foto sono di mio padre, fatte con una Minolta a rullini.

10 commenti

  • I tempi della bandana e del marsupio 😀 a rivedersi viene da ridere! Che bei ricordi 🙂 (io odiavo il marsupio e me ne hanno regalati chissà quanti, mai usati :P)

  • Le foto sono bellissime, è vero 🙂 era ancora il tempo in cui non c’era il digitale e l’occhio doveva osservare bene e sperare di essere fortunato nella riuscita 🙂 molto carina anche la tua foto 🙂
    Che bei ricordi! E che tenero il papà che ti commenta 🙂

    • A
      Mercoledì

      Grazie Valentina!
      Mio padre sarà felice sia per le foto sia per il tuo commento!

      Io con la bandana… che tempi! 😀
      Sono ricordi preziosi davvero.

  • PS non male le foto per un vecchio autodidatta 🙂

    • A
      Mercoledì

      Vero, ho pensato la stessa cosa. Davvero belle, e poi non era mica come adesso che se ne possono scattare 2000 e ne viene bene 1! Coi rullini si centellinava…
      Baci!

  • Cara Mercoledi, grazie per aver resuscitato questo bel viaggio che abbiamo fatto insieme quasi 13 anni fa, quando ancora eri solo un “lunedi mattina”. In effetti fu una gran bella vacanza, anche se capitò proprio in quella che fu l’estate più torrida del secolo. Pensare che andammo a giugno proprio per evitare i mesi più caldi, e invece ricordo che le ciabatte di gomma si scioglievano sull’asfalto bollente! Certo oggi guadagneremmo due giornate evitando il traghetto e andando con un low cost e affittando un’auto in loco, ma nel 2002 i voli economici non c’erano o erano all’inizio e affittare un’auto era roba da ricchi. Riuscimmo a vedere molte cose, pur saltando le isole minori, Trapani Catania e Ragusa. Alcune di queste mete le abbiamo recuperate poi nel tempo, anche se singolarmente e non tutti insieme, perchè col tempo abbiamo avuto tutti la voglia di tornare in quella terra che ti prende l’anima, un pò come accade non l’Africa. E questa voglia non passa, anzi, ogni volta che ci vado, mi viene voglia di tornarci per scoprire nuovi posti o rivederne altri. Recentemente con la mamma abbiamo visto Ragusa e la zona del Barocco e qualche anno fa facemmo il giro delle Eolie che consiglio a tutti. Ora manca ancora Trapani e le Egadi e Catania, vedremo di colmare queste lacune. Per quanto ti riguarda, se non ricordi Siracusa (ti distraevi spesso in quel viaggio!!!) ti consiglio di tornarci perchè per me è bellissima. Nel primo albergo effettivamente si spese parecchio, ma era molto bello, ed era nella zona dell’Addaura dove viveva il giudice Falcone, se vuoi ti fornisco la cifra precisa di quanto spendemmo in tutto quel viaggio, nelle mie agende “Diario di viaggio” sono registrate tutte le spese da buon ossessivo compulsivo 🙂 Per finire due considerazioni, una scherzosa ed una seria: non mi definirei un Travel Blogger in erba ma caso mai un Travel blogger in “carne”. Seriamente, ti ringrazio per quanto scrivi sui tuoi genitori e come ti hanno cresciuta. Se è quello che pensi, siamo felici, perchè abbiamo raggiunto il nostro scopo. Indicare la via senza costrizioni e forzature. Per un enitore è il massimo. n bacio

    • A
      Mercoledì

      E certo che è quello che penso! Mica scrivo cavolate qui… quelle solo su Whatsapp nella chat “family”! 😀

  • Bellissimo racconto Sere!! Mi hai ricordato un po’ la mia prima vacanza in Sardegna con mamma e papà 🙂 anche io facevo lo stesso pensiero al momento di abbandonare il traghetto al ritorno.. un pizzico di invidia verso chi aveva tutta la vacanza davanti 😀 Un abbraccio!

    • A
      Mercoledì

      Che bello che ti ha ricordato una cosa dolce come può essere un viaggio coi genitori quando si è piccoli! Mi sa che il seme della voglia di viaggiare è stato seminato in queste vacanze! Un abbraccio Ila!

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