Alzi la mano chi ha sognato almeno una volta di respirare la libertà facendo un viaggio on the road negli Stati Uniti! Sono sicura che siate in molti… anzi, siamo in molti, perché anch’io non ero immune da questa immagine così classica, il road trip per eccellenza. Ora che sono tornata dal mio primo on the road negli Stati Uniti tra California, Nevada, Utah e Arizona posso dirvi che la realtà ha superato di gran lunga la fantasia e quello che state sognando è uno dei viaggi più belli che si possano fare!
In questo post ho raccolto il nostro itinerario, molte informazioni pratiche da sapere prima di partire e vi ho messo molti link utili con i quali anche io voglio ringraziare chi mi ha dato una mano a organizzare questo viaggio negli Stati Uniti.
Ecco il mio itinerario di 15 giorni e le informazioni generali da sapere prima di partire.
Il mio libro su questo viaggio
Ho pubblicato un libro su questo viaggio!
Si intitola “Stati Uniti on the road con bimbe a bordo” Viaggio a sud-ovest nei grandi parchi tra California, Arizona, Utah e Nevada ed è edito da GoWare. |
Informazioni generali sul viaggio
Giorni di viaggio: 15 (dal 4 agosto 2019 al 19 agosto 2019).
Posti visti: Los Angeles (1 notte), Venice Beach, Santa Barbara, Solvang, San Luis Obispo (1 notte), Big Sur, Carmel-by-the-sea, Monterey (1 notte), Silicon Valley, San Francisco (2 notti), Sonora (1 notte), Yosemite Valley, Tioga Pass, Bishop (1 notte), Death Valley, Pahrump (1 notte), Las Vegas (1 notte), Valley of Fire, Panguitch (1 notte), Bryce Canyon, Horseshoe Bend, Page (1 notte), Antelope Canyon, Grand Canyon, Williams (1 notte), Seligman, Amboy, Mojave Desert, Pioneertown, Twentynine Palms – Yucca Valley (1 notte), Joshua Tree, Palm Springs (1 notte).
Persone: Quattro: io, il mio compagno, le nostre bimbe di 3 anni una e 8 mesi l’altra.
Mezzi utilizzati:
- volo intercontinentale da Pisa a Los Angeles con scalo a Londra (British Airways)
- auto a noleggio da Dollar Rent a Car prenotata online e ritirata all’aeroporto di Los Angeles (c’è un pulmino che, fuori dagli arrivi, prende a bordo tutti quelli che hanno una prenotazione, ne passa uno ogni mezz’ora circa e per giungere al noleggio ci si impiega almeno una mezz’ora a seconda del traffico)
- volo intercontinentale da Los Angeles a Pisa con scalo a Londra (British Airways)
Cosa sapere prima di partire
ESTA e passaporto
I cittadini italiani per viaggiare negli Stati Uniti hanno bisogno di un passaporto in corso di validità con almeno 6 mesi residui e dell’ESTA, una sigla che è l’acronimo di “Electronic System for Travel Authorization” ovvero un “Sistema Elettronico di Autorizzazione al Viaggio”. Si tratta quindi di un’autorizzazione per viaggiare negli Stati Uniti che si ottiene compilando una domanda online a questo indirizzo. Ci sono molti siti che propongono di fare l’ESTA ma sono intermediari e costano di più, l’unico indirizzo diretto e quindi meno costoso è quello che vi ho scritto. Dopo aver compilato i moduli online (noi abbiamo fatto un ESTA familiare, uno per tutti e 4), bisogna ricevere l’autorizzazione dal programma e solo allora si sono sbrigate le pratiche formali prima di partire.
Ma attenzione! Come scritto sulla ricevuta: “L’autorizzazione non garantisce l’ammissione nel Paese, che sarà determinata in via risolutiva da un agente del Customs and Border Protection (CBP) al momento dell’arrivo negli Stati Uniti”. Questo significa che all’arrivo negli Stati Uniti c’è comunque da considerare una trafila di riconoscimento facciale e impronte digitali, per cui calcolate una o due ore anche qui.
Voglio raccontarvi anche un piccolo aneddoto personale in modo da farvi sapere un’altra cosa: nostra figlia più grande aveva il passaporto con meno di 6 mesi residui, ma ha potuto viaggiare lo stesso negli Stati Uniti perché era accompagnata da noi adulti con passaporti in corso di validità per più di 6 mesi. È importante saperlo perché se questa regola non fosse stata valida, ci avrebbero rispedito indietro alla frontiera e non sarebbe stato per niente bello! Per un attimo ho temuto il peggio, anche se ci eravamo accertati di questa informazione da più fonti ed è stato quando la macchinetta elettronica che prende impronte digitali e foto non riconosceva il passaporto della bimba perché non avevamo ottemperato alla regola dei 6 mesi residui. Abbiamo chiamato un assistente e ci ha mandato ai controlli con una persona anziché con una macchina… sospiro di sollievo! Giuro che sono morta di paura che ci rimandassero indietro! Comunque sappiate che se non avete l’ESTA non partite proprio dall’Italia, ce l’ha detto la hostess ai controlli in aeroporto.
Fuso Orario e Jet Lag
Tra l’Italia e la California dove siamo atterrati ci sono ben 9 ore di differenza: siamo partiti di giorno e siamo arrivati che il sole stava tramontando su una lunghissima giornata di viaggio. Il fatto è che la giornata non finisce con 12 ore di aereo da Londra (più 2 ore prima da Pisa) ma continua con la raccolta bagagli se ne avete (noi abbiamo viaggiato solo con un bagaglio a mano a testa), i controlli (altre due ore), noleggio auto (altre due ore tra navetta e pratiche), raggiungere l’hotel. È stata una giornata infinita e nonostante questo alle 6 di mattina ora locale eravamo già tutti svegli!
Il jet lag con 9 ore si fa sentire e mi sembra che più “cresco” più lo accuso. Anche le bimbe lo hanno sentito per qualche giorno e questo ha comportato risvegli la mattina presto quando eravamo in America e almeno una settimana di ritmi sballati al ritorno. Da mettere in conto se dovete rientrare subito a lavorare o a scuola.
Un altro avvertimento è questo: non tutti i territori visitati durante questo giro avevano lo stesso fuso orario:
- California e Nevada adottano il Pacific Time (-9 ore rispetto all’Italia)
- Arizona e Utah adottano il Mountain Time (-8 ore rispetto all’Italia).
Ma non è finita qui! In Arizona alcuni territori sono parte della Navajo Nation, che adotta orari diversi da quelli del resto dello Stato! Siccome non so spiegarvelo bene, vi rimando a un post segnalato da Silvia e che sarà utile anche a voi: “Fuso orario Arizona-Utah: come orientarsi tra Monument Valley e Page?“. È importante sapere queste cose se avete degli appuntamenti (ad esempio per visitare Antelope Canyon è obbligatoria la prenotazione) ma se viaggiate senza orari e senza problemi potete anche ignorarlo… il bello del viaggio è anche poter abbandonare orologio e calendario!
Moneta
La moneta in uso è il dollaro e al momento in cui scrivo il cambio è 1€= 1,10$. Sono in circolazione banconote da 1, 2, 5, 10, 20, 50 e 100$ e monete da 1 centesimo (detto informalmente penny o cent), 5 centesimi (nickel), 10 centesimi (dime), 25 centesimi (quarter dollar), 50 centesimi (half-dollar) e 1 dollaro. Negli Stati Uniti sono accettate le principali carte di credito, ma contattate la banca prima di partire per esserne certi. Potete ordinare dei dollari in Italia per partire con alcune banconote oppure cambiarle in loco o prelevare là. C’è da dire, però, che quasi ovunque e anche per cifre irrisorie si può usare la carta di credito. Ricordatevi che per la carta di credito vogliono un codice e non la firma.
Costi
C’è da mettersi nella testa una cosa: questo non è un viaggio low cost e, anche usando tutte le accortezze possibili, il budget rimane comunque importante. La spesa più alta è il volo, per cui vi consiglio di monitorare le oscillazioni dei voli e le varie combinazioni di scali. Se noi avessimo fatto doppio scalo avremmo risparmiato un po’ anche volando in alta stagione, ma per noi con due bambine piccole sarebbe stato troppo impegnativo. Anche i pernottamenti sono una fetta importante della spesa, considerate che, specialmente in California e nei posti più turistici, in 4 la spesa si aggirava intorno ai 100€ (oscillando dai 36€ di Las Vegas ai 188€ a notte di San Francisco).
Vaccinazioni e Assistenza Sanitaria
Non ci sono vaccinazioni obbligatorie da effettuare, ma come per ogni viaggio intercontinentale consiglio caldamente di stipulare un’assicurazione sanitaria che copra le spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario. Questo è sempre valido ma a maggior ragione negli Stati Uniti, dove una semplice visita al pronto soccorso può costare dai $150 ai $3.000 in base alle condizioni del paziente e ai test necessari. Noi, dopo aver spulciato vari siti assicurativi, abbiamo fatto la Columbus Annuale Multiviaggio.
Internet e telefono
Se prevedete di fare un viaggio on the road non potete di certo pretendere di viaggiare negli Stati Uniti senza poter navigare su internet. Questo perché, se come noi non avete noleggiato un navigatore, avrete bisogno di Google Maps per la strada da seguire e anche perché è utile poter controllare in tempo reale dov’è il distributore più vicino (occhio a non rimanere a secco nel bel mezzo del nulla!) e le condizioni meteo. Le scelte sono sostanzialmente due se non volete affidarvi solo alla Wi-Fi dell’hotel: informarsi se la vostra compagnia telefonica italiana ha piani tariffari convenienti per gli Stati Uniti oppure acquistare una SIM prepagata in USA. Noi abbiamo scelto la prima opzione (abbiamo Vodafone, il piano tariffario si chiama Travel Mondo) anche se non era affatto economica, ma l’alternativa era ancora più cara.
Organizzazione del viaggio fatta da professionisti
Per questo viaggio non ho organizzato tutto da sola, ma mi sono rivolta a degli amici professionisti che fanno questo di lavoro: sto parlando di Paola e Gianni, grandi conoscitori degli Stati Uniti con moltissimi viaggi all’attivo. Viaggi di Nozze Low Cost è l’attività a tempo pieno di Paola, lei vi aiuterà a organizzare il vostro viaggio dei sogni con competenza ed empatia. Per un viaggio così importante volevo andare sul sicuro, inoltre con due bimbe piccole e un lavoro non avevo il tempo di dedicare tante ore alle ricerche, così le ho scritto e le ho spiegato cosa mi sarebbe piaciuto vedere e lei mi ha costruito un itinerario su misura perfetto per noi. Scrivete a Paola, non ve ne pentirete e vi risparmierete tanto lavoro di ricerca di voli economici e hotel giusti per voi.
Guide di viaggio
Per questo viaggio ho studiato su quattro guide:
- Due settimane in California di Paola Annoni e Gianni Mezzadri edita da ViaggiAutori
- Lonely Planet California
- California. San Francisco e la Baia, Los Angeles, San Diego, i parchi e la Death Valley di Touring Editore
- Lonely Planet Stati Uniti on the road. 52 favolosi viaggi su strada
In realtà il nostro viaggio toccava quattro stati e non solo California, per cui vi consiglio anche di dare un’occhiata a queste ulteriori guide:
Siti
Ecco qualche sito utile per organizzare un viaggio negli Stati Uniti:
- My scenic drives → Mappatura delle strade panoramiche degli Stati Uniti
- Road Trippers → Per disegnare la mappa e le curiosità del vostro viaggio
- Road Food → Tutto quello che c’è da sapere sul cibo americano
Alloggi
Il primo consiglio che mi sento di darvi se, come noi, viaggiate con bambini piccoli e/o in alta stagione è di prenotare tutti gli alloggi prima della partenza. Lo so, questo toglie un po’ di avventura al vostro on the road e vi obbliga a tappe prestabilite, ma la sicurezza di avere un appoggio è impagabile per stare tranquilli (e anche per avere prezzi decenti).
In generale, ho trovato che, a parità di prezzi con l’Italia, la qualità degli alloggi negli Stati Uniti è più bassa. Certo, anche io avrei voluto dormire in hotel super fighi e super lusso, ma i prezzi sono alti e quindi ci siamo dovuti accontentare di motel!
Che cosa è un motel? Che differenza c’è con gli hotel?
Sostanzialmente, un motel (parola che deriva da motor + hotel) è una struttura ricettiva alberghiera situata vicino alle principali vie di comunicazione. Sono molto tipici per un viaggio on the road negli Stati Uniti e hanno la comodità del parcheggio proprio davanti alla propria camera, ma poche altre comodità. Sono molto basici, tutti simili, ne esistono di molte catene che più o meno si equivalgono. Molti hanno una colazione abbastanza frugale inclusa, la lavanderia a gettoni, l’immancabile macchinetta per il ghiaccio (sono proprio in fissa con questa cosa!), alcuni hanno la piscina e l’idromassaggio.
Noi li abbiamo scelti quasi tutti con la colazione perché può essere una voce di spesa importante se la fate fuori e, quando mancava, ci siamo organizzati con biscotti presi al supermercato e caffè della macchinetta in camera. Di solito abbiamo scelto posti con la piscina per rilassarci un po’ (ahahaha) con le bimbe. La differenza con gli hotel è che i motel sono più piccoli e con meno servizi, hanno l’accesso diretto al parcheggio e sono a volte fuori dal centro abitato.
Ecco le nostre sistemazioni durante il viaggio, vi metto il link per la prenotazione e accanto a ogni posto vi ho scritto se ve lo consiglio o meno e se ci hanno dato la culla.
Piccola nota a margine sulle culle: in nessun posto ci hanno dato di default le lenzuola per la culla, li abbiamo sempre dovuti chiedere oppure ci siamo arrangiati con quello che avevamo. Se qualcuno sa spiegarmi perché non diano in dotazione le lenzuola con la culla (cosa che mi pare scontata) ve ne sono grata! 😀
- Los Angeles: Tuscan Garden Inn → Uno degli alloggi più carini di tutto il viaggio di cui, purtroppo, non abbiamo goduto appieno perché solo di passaggio dopo il volo intercontinentale. Pulito e dotato di una cucina, cosa che di solito non avviene nei motel. Colazione inclusa (con Nutella!).
- San Luis Obispo: Villa Motel → Senza infamia e senza lode, un po’ vecchiotto ma con frigo, microonde e macchina del caffè in camera quindi perdonabile. Niente colazione qui, ma la culla era inclusa. Qui, invece, è dove avrei voluto prenotare (è un posto da fuori di testa!): Madonna Inn.
- Monterey : Rodeway Inn Monterey → Vi può bastare “il peggior hotel in cui ho dormito nella mia vita” come recensione? Lasciate perdere. Vi ho messo il link solo per farvi due risate. Il problema è stato che a Monterey è tutto carissimo e questa era la cosa più economica, ma portarci due bambine piccole è stato da pazzi. Orrendo.
- San Francisco: Surf Motel → San Francisco è carissima, difficile trovare una camera con bagno per 4 persone a meno di 200€. Ci sono riuscita (di poco) prenotando in questo motel con parcheggio e colazione e sinceramente andava bene anche se non era nuovissimo. Lo staff è stato gentile e non mancava nulla.
- Sonora: Heritage Inn – Yosemite/Sonora → Sembra uno chalet di montagna, non è niente di che ma onesto per quello che costa. Ha anche la piscina aperta fino a tardi e la colazione (anche se abbastanza scarsa come in tutti i motel). Ci hanno dato la culla inclusa nel prezzo.
- Bishop: Motel 6 → A prima vista più moderno delle altre strutture, però in camera non c’era la macchina per il caffè e gli asciugamani erano contati. La colazione consisteva solo nel caffè alla reception, ma volendo danno uno sconto del 10% sulla colazione in un locale di fronte (Denny’s, dove noi abbiamo cenato). Personale inquietante per come recitava a memoria le cose da dire sul soggiorno, Wi-Fi non funzionante e, alla segnalazione, non hanno risolto il problema.
- Pahrump: Saddle West Casino Hotel → Il posto è un po’ tristone visto che per fare il check-in e la colazione (a pagamento, facoltativa) si passa dal casinò dove si fuma. Di positivo c’è che la piscina era proprio davanti alla nostra camera e la stanza era molto grande per una cifra molto bassa. La culla, però, me l’hanno fatta pagare.
- Las Vegas: Circus Circus Hotel, Casino & Theme Park → Prezzo stracciato, camera vecchiotta in un casermone ma piscina con parco acquatico promossi. A me è piaciuto nonostante non ci fosse la colazione (ma c’è uno Starbucks nella struttura enorme che include anche un parco tematico) e nemmeno la culla.
- Panguitch: Adobe Sands Motel → Posto un po’ vecchiotto ma molto caratteristico in tema indiano. Il signore alla reception mi ricordava un nonno gentile quindi mi è stato subito simpatico. Colazione inclusa anche con waffle e pancake. Onesto per la cifra bassa che si paga.
- Page: Travelodge by Wyndham → Page è una cittadina con alloggi molto cari perché intorno ha delle meraviglie che tutti includono nel proprio itinerario, per cui anche questa struttura non era niente affatto economica, però era pulita, aveva la piscina e la lavanderia a gettoni. Non aveva la colazione inclusa ma la culla sì.
- Williams: The Canyon Motel & RV Park → Questo posto è una chicca che è piaciuta molto ad Anita. Avete presente Cricchetto del cartone Cars? Era proprio lì in giardino parcheggiato! Le stanze sono pulite e confortevoli, c’è anche la possibilità di dormire in un vagone del treno! C’è la piscina, danno la culla inclusa nel prezzo (onesto) ma non c’è la colazione. Rimane un po’ fuori dal centro ma con la macchina non è un problema, inoltre ci hanno dato un sacco di consigli alla reception per cenare.
- Yucca Valley: Americas Best Value Inn and Suites → Ottimo il rapporto qualità prezzo, le stanze sono grandi ma non nuovissime. La colazione è inclusa, la piscina ha anche l’idromassaggio, comoda la posizione per raggiungere facilmente Joshua Tree National Park e Pioneertown.
- Palm Springs: Vagabond Inn → Senza infamia e senza lode, promuovo il letto comodo e la piscina con idromassaggio. Colazione non inclusa e niente culla.
Mappa
Itinerario del viaggio di 15 giorni on the road negli Stati Uniti tra California, Nevada, Utah e Arizona
1° giorno: Pisa – Londra – Los Angeles
2° giorno: Los Angeles – Venice Beach – Santa Barbara – Solvang – San Luis Obispo
3° giorno: San Luis Obispo – Big Sur – Carmel-by-the-sea – Monterey
4° giorno: Monterey – Silicon Valley – San Francisco
5° giorno: San Francisco
6° giorno: San Francisco – Sonora
7° giorno: Yosemite Valley – Tioga Pass – Bishop
8° giorno: Bishop – Death Valley – Pahrump
9° giorno: Pahrump – Las Vegas
10° giorno: Las Vegas – Valley of Fire – Panguitch
11° giorno: Panguitch – Bryce Canyon – Horseshoe Bend – Page
12° giorno: Page – Antelope Canyon – Grand Canyon – Williams
13° giorno: Williams – Seligman – Amboy – Mojave Desert – Pioneertown – Yucca Valley
14° giorno: Yucca Valley – Joshua Tree National Park – Palm Springs
15° giorno: Palm Springs – Los Angeles
Il viaggio con tutte le tappe giorno per giorno
1° giorno: volo Pisa – Londra – Los Angeles
Abbiamo volato con la compagnia British Airways da Pisa e Londra e da lì a Los Angeles per un totale di due ore più altre dodici con uno scalo di due ore che è stato una specie di giochi senza frontiere. Dovendo cambiare terminal (dal 3 al 5, uno dei voli europei, l’altro internazionali) e dovendo rifare i controlli di sicurezza, il tempo è stato risicato, abbiamo dovuto correre. Ho quindi due consigli per voi: il primo è di scegliere voli con almeno tre ore di scalo, il secondo consiglio è di disporre bene i liquidi nei bagagli a mano altrimenti i controlli a Heathrow sono veramente scrupolosi.
In aereo le bimbe hanno dormito 3 o 4 ore, non di più. All’arrivo a Los Angeles abbiamo fatto tutti i controlli alla dogana (molto scrupolosi anche questi) e preso il pulmino del noleggio auto che ci ha portato a ritirare la nostra auto. Queste operazioni, anche a causa di un traffico intenso, hanno richiesto circa tre ore. Il primo impatto con la città è stato di caos e di strade enormi e sovrapposte… proprio come nei film! Ci siamo sistemati in hotel e abbiamo dormito un po’.
2° giorno: Los Angeles – Venice Beach – Santa Barbara – Solvang – San Luis Obispo
Sveglia alle 6, il fuso orario si fa sentire subito. Ne approfittiamo per sfruttare bene la mattinata, già oggi macineremo un bel po’ di chilometri perché abbiamo la notte prenotata a San Luis Obispo. La prima cosa che facciamo è visitare della città con la Walk of Fame, il TLC Theatre e ci divertiamo a scovare i personaggi famosi che ci piacciono sulle stelle del Boulevard. Poi saliamo in macchina e andiamo a Runyon Canyon per osservare la città e la scritta Hollywood dall’alto e poi a percorrere Mulholland Drive, una lunga strada che attraversa i quartieri della città dove si concentrano le super ville dei ricchi, tra Beverly Hills e Bel Air.
Tour completo di Los Angeles
Tappa successiva: Venice Beach. Facciamo una passeggiata sul Boardwalk tra skater freestyle, banchetti di chincaglieria pseudo artistica, negozi di magliette tutte uguali e piccoli studi per comprare marijuana per scopi terapeutici… veramente un bel mescolone questa Venice Beach! Abbiamo passeggiato sulla spiaggia fotografando ogni costruzione di legno per il salvataggio e poi dopo pranzo ci siamo diretti a Santa Monica, ma le bimbe si sono addormentate in macchina e non siamo scesi sul famoso pontile con la fine della Route 66. È in questo momento che abbiamo avuto la certezza che sarebbe stato un viaggio con tante cose rimandate alla prossima volta!
Abbiamo fatto tappa quindi a Santa Barbara, dove abbiamo passeggiato sul pontile e visto da fuori la Mission che non mi ha colpito particolarmente. Prossima fermata: la bizzarra Solvang, un paese caratterizzato da mulini a vento e negozi di prodotti danesi, in pratica un pezzo di Danimarca negli Stati Uniti! Tappa finale a San Luis Obispo, che però non abbiamo visitato perché siamo arrivati col buio.
3° giorno: San Luis Obispo – Big Sur – Carmel-by-the-sea – Monterey
Anche stamani sveglia alle 6, il fuso ancora mi sballa il ritmo veglia-sonno. Questa mattinata è interamente dedicata a Big Sur, una strada panoramica che costeggia questo tratto di California alternando spiagge a scogliere a picco sul mare. Il tempo è incerto, alcune fermate nei punti panoramici non rendono come dovrebbero, poi finalmente spunta il sole ed è pura magia. Lungo la strada ci sono paesaggi e scorci meravigliosi, ma neanche un locale o un bar: portatevi tutto quello che vi serve.
Abbiamo fatto una brevissima tappa a Carmel-by-the-sea, sento che mi sarebbe piaciuta tantissimo ma piove e le bimbe sono stanche e nervose: tiriamo a dritto fino a Monterey per la ricompensa divertente della giornata, l’acquario con 35.000 animali marini appartenenti a 623 specie diverse. Anita impazzisce per i pinguini e le pulcinelle di mare, questo per lei è il paradiso. Anche Petra si diverte perché dentro l’acquario ci sono un sacco di aree giochi adatte anche ai piccoli come lei. Dormiamo nel motel più orrendo della storia.
4° giorno: Monterey – Silicon Valley – San Francisco
Stamani cambiamo: sveglia alle 5 😀 Scappiamo prima possibile da quella topaia immonda, ci accorgiamo di avere una gomma a terra e andiamo a ripararla dal primo meccanico. Risolto il problema, ci incamminiamo verso la Silicon Valley, dove siamo curiosi di vedere le aziende con cui entrambi ci guadagniamo il pane quotidiano. Passiamo davanti al garage che vide nascere la Apple e vediamo da fuori la sede attuale a Cupertino (non è possibile entrare se non si è accompagnati da un dipendente). Dopo siamo andati a Mountain View a sbirciare tra i vari stabili che costituiscono una vera e propria cittadina di proprietà di Google.
Dopo pranzo non potevamo indugiare oltre: era il momento di raggiungere San Francisco, un mio sogno nel cassetto. Ci siamo arrivati nel primo pomeriggio, ci siamo sistemati nel nostro motel e siamo partiti subito alla scoperta con quel prurito nelle gambe di chi non può stare fermo un secondo in più. Siamo partiti da Lombard Street perché lì si trovava il nostro motel, abbiamo percorso la strada più serpeggiante di San Francisco e poi ci siamo diretti verso il posto più iconico di San Francisco, il Golden Gate Bridge, dove abbiamo scattato giusto quelle 200 foto di fila. Prossima tappa: Fisherman’s Wharf, una zona molto turistica ma che vale la pena visitare per la vista sulla baia e su Alcatraz e per la colonia di leoni marini.
5° giorno: San Francisco
Free Tour di San Francisco
Oggi abbiamo una giornata intera a San Francisco, decidiamo di partire da Union Square e da lì spostarci a Chinatown, un quartiere che mi è piaciuto moltissimo (qualcuno per caso ha voglia di Asia?). Abbiamo proseguito poi con il quartiere di North Beach e poi Coit Tower, Ina Coolbrith Park (la foto che vedete sopra è scattata da lì) e Painted Ladies. A cena siamo andati nel quartiere del nostro motel, Cow Hollow.
6° giorno: San Francisco – Sonora
Abbiamo ancora una mezza giornata da dedicare a San Francisco, tra i miei appunti mancano i quartieri imperdibili di Mission, Castro e Haight-Ashbury. Li vediamo tutti con una tappa gioco al Mission Dolores Park, veramente bellissimo. Poi di nuovo in macchina in direzione Sonora, base per visitare la Yosemite Valley. La vista di San Francisco dal ponte che porta verso l’interno è pura magia… sento che con questa città è solo un arrivederci.
7° giorno: San Francisco – Yosemite Valley – Tioga Pass – Bishop
È un sabato centrale di agosto e noi pensiamo bene di andare allo Yosemite Park belli tranquilli, pensiamo di parcheggiare e goderci qualche sentiero, magari pranzare immersi nella natura… macché! Lo Yosemite in questo giorno è un delirio totale, facciamo due ore di coda per entrare e dentro il parco (immenso) non c’è verso di trovare un parcheggio. Decidiamo allora di scendere a turno da un parcheggio di fortuna mentre l’altro resta a presidiare la macchina, l’altro fa un trekking di venti minuti fino alle cascate più accessibili del parco con due bimbe piccole.
Dopodiché ci rimettiamo in macchina e andiamo a vedere un altro paio di punti panoramici ma non facciamo in tempo a vedere Mariposa Groove dove ci sono le sequoie… questa rimarrà una mia grande delusione del viaggio, ma i chilometri da macinare sono sempre moltissimi e noi siamo in mega ritardo sulla tabella di marcia per via del traffico. Per fortuna la strada che facciamo per uscire dal parco fino al Tioga Pass è stupenda, un susseguirsi di panorami da cartolina che lasciano senza fiato.
Abbiamo dovuto allungare la strada anche perché abbiamo deciso di non dormire a Lee Vining come si fa di solito, ma di arrivare fino a Bishop per non rimanere ad alta quota per la notte. Le nostre bimbe, infatti, sono bambine di mare, e non sapevamo come avrebbero reagito all’altitudine. Bishop fa abbastanza schifo, ma era il primo centro abitato a un’altitudine decente dopo il Tioga Pass.
8° giorno: Bishop – Death Valley – Pahrump
Questa giornata è interamente dedicata alla visita della Death Valley e io non so cosa aspettarmi: c’è chi l’ha amata, chi è rimasto indifferente… io devo dire che l’ho apprezzata, non fosse altro per i paesaggi assolutamente unici visti qui, la gioia di ogni geologo immagino. Le temperature sono qualcosa di incomprensibile all’essere umano, sfioriamo i 48 gradi e le bimbe praticamente non sono uscite dalla macchina con l’aria condizionata tutto il giorno. A dormire abbiamo prenotato a Pahrump, Amargosa Valley, molto vicino alla tappa di domani, Las Vegas.
9° giorno: Pahrump – Las Vegas
Questa giornata ce la prendiamo con calma (strano ma vero!) e ci sistemiamo subito in hotel e in piscina appena arrivati a Las Vegas. C’è un parco acquatico e ci dedichiamo a un po’ di sano ozio dopo le fatiche dei giorni scorsi. Usciamo nel tardo pomeriggio per visitare la città ma il caldo è rovente e contrasta con l’aria condizionata sparata a palla negli hotel. L’attrazione di Las Vegas, a meno che no si vada per giocare o per vedere spettacoli, è proprio questa: andare per hotel e visitare le loro sfarzose ricchezze. Devo dire che, anche se è tutto l’opposto dei valori in cui credo, è stata una tappa divertente del viaggio.
Leggi il post “24 ore a Las Vegas: un racconto ad alto contenuto kitsch”
10° giorno: Las Vegas – Valley of Fire – Panguitch
Abbiamo dedicato la mattinata al Valley of Fire State Park, un parco di deserto roccioso rosso a poca distanza da Las Vegas. Il posto ha dei colori e degli scenari sbalorditivi ma il caldo ad agosto è veramente eccessivo per girare a piedi con le bambine, quindi ce lo siamo girati in macchina e visto gli highlights principali.
Ci siamo poi spostati a Panguitch dove abbiamo fatto un giretto della minuscola cittadina comoda per visitare Bryce Canyon e poi siamo andati a cena in un locale tipico dove è successa una scena memorabile. Eravamo infatti seduti ad aspettare la cena quando mi sento chiamare: “Sei Serena?” e io più sbalordita che mai ho scoperto di avere incontrato una lettrice del blog in quelle lande lontanissime da casa! Una piacevole sorpresa!
11° giorno: Panguitch – Bryce Canyon – Horseshoe Bend – Page
Questo è stato uno dei giorni più belli di questo viaggio e in particolare ho amato moltissimo la prima tappa: il Bryce Canyon e il trekking con le bimbe nel Navajo Trail Loop. A parte la bellezza del parco in sé e degli hoodoos rossi (i camini delle fate o piramidi di terra) ho un ricordo di pura gioia, di armonia, di scoperta che credo rimarrà per sempre impresso in me.
Leggi il post “Bryce Canyon National Park: tutto quello che c’è da sapere per una visita”
Dopo aver fatto questo bel giro al Bryce Canyon siamo andati a Page dove si trovano sia Antelope Canyon sia Horseshoe Bend. Non avevamo la prenotazione per l’Antelope Canyon perché da remoto era difficile capire quali tour potevano essere fatti con i bambini, inoltre la disponibilità di biglietti era risicata e a orari improbabili. Abbiamo rischiato e ci ha detto bene: abbiamo trovato un tour per la mattina seguente al Lower Antelope Canyon fattibile anche con le bimbe. Siamo stati fortunati: in alta stagione meglio prenotare con largo anticipo.
Ci siamo quindi diretti all’ Horseshoe Bend e lo abbiamo visitato a turno mentre l’altro stava in macchina con l’aria condizionata accesa con le bimbe addormentate… i compromessi del viaggio!
12° giorno: Page – Antelope Canyon – Grand Canyon – Williams
Altra giornata pienissima di cose incredibilmente belle, a partire dalla sveglia prestissimo per visitare Lower Antelope Canyon. Nonostante il giro iper-turistico e il costo elevato, questa bellezza della natura merita tutta la fama che ha.
All’ora di pranzo abbiamo raggiunto il Grand Canyon ed è stato un altro colpo al cuore per quanto è incredibile questo parco. Altezze vertiginose, colori unici, rocce multicolori: non sapevo cosa aspettarmi e sono rimasta spiazzata, rapita da tanta immensità.
La tappa finale della giornata è stata Williams, cittadina molto piacevole sulla Route 66. Ci siamo sistemati in un alloggio molto carino dove abbiamo incontrato Cricchetto di Cars e poi abbiamo girato a piedi per la cittadina tra pub all’aperto e negozi di souvenir a tema Route 66.
13° giorno: Williams – Seligman – Kingman – Amboy – Mojave Desert – Pioneertown – Yucca Valley
La prima tappa del giorno è stata Seligman, dove si trovano cimeli della Route 66 e dove ci si può fotografare insieme a moto d’epoca, scritte sui muri a tema e macchine di Cars. È molto turistica ma carina. A Kingman ci siamo fermati per pranzare da Mr. D’z Route 66 Diner, un diner anni 50 dai colori sgargianti dove affogare nel colesterolo. Dopo tappa veloce ad Amboy, paese fantasma lungo la Route 66 e infine, dopo essere passati dai desolati paesaggi del Mojave Desert, ci siamo sistemati in motel nella Yucca Valley e abbiamo visitato Pioneertown all’ora del tramonto. Era praticamente deserta, ce la siamo gustati con calma e poi ci siamo scatenati dopo cena sulle note della band dal vivo nel locale Pappy & Harriet’s, un ristorante barbecue che vi consiglio.
14° giorno: Yucca Valley – Joshua Tree National Park – Palm Springs
Di fatto, se si esclude la giornata di domani interamente occupata dal viaggio di ritorno, questo è l’ultimo giorno del nostro giro negli Stati Uniti sud-occidentali e si capisce anche dalla stanchezza e dal poco entusiasmo che sa già di malinconia. La visita al Joshua Tree National Park è un po’ spenta, dovuto anche al paragone con i parchi stupendi visti nei giorni prima e al caldo soffocante che ci impedisce di fare anche i trail più semplici. Il parco in sé a mio avviso merita, ma una combinazione di fattori non ce l’hanno fatto apprezzare a pieno.
Infine, pomeriggio e sera a Palm Springs che devo dire non ci ha colpito più di tanto, forse sarebbe stato meglio andare direttamente a Los Angeles e sfruttare la mattinata di domani in città. Il caldo ad agosto era soffocante a Palm Springs, vi consiglio di prendere un hotel con piscina… anche perché è una delle poche cose da fare da queste parti!
15° giorno: Palm Springs – Los Angeles
La giornata infinita di spostamenti inizia con la strada da Palm Springs a Los Angeles, continua con la restituzione della nostra fedele Nissan Rogue e poi con un lungo volo durante il quale le bimbe hanno avuto difficoltà a dormire seguito da uno scalo a Londra lungo… arrivare a casa dopo non so quante ore di viaggio mi è sembrato un miraggio!
Il post infinito… è finito! Se avete domande, curiosità o se semplicemente avete trovato utile questo post scrivetemi un commento, lo apprezzerei moltissimo! Grazie per essere arrivati in fondo, vi auguro di vivere sulla vostra pelle questo viaggio da sogno!
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10 Comments
Questo viaggio è super! L’ho rivissuto con te con grande emozione. Noi ci siamo stati appena sposati, quindi senza Simo.. perciò abbiamo fatto ritmi più serrati ma in ogni caso la varietà dei paesaggi da un parco all’altro, lascia senza fiato!
Non abbiamo fatto tappa a Los Angeles, ma abbiamo usato San Francisco come arrivo e partenza. Mentre abbiamo visitato lo Zion (sulla strada per lo Yosemitie), l’incredibile Arch Park e il Gran Canyon sia da nord che da sud.
Anche se sono d’accordo con te…l’ Anteloper Canyon va oltre tutti gli altri. E’ davvero stupefacente!!!
PS: lo sai che anche noi abbiamo fatto un pezzetto di 66 e trovato il mitico Cricchetto? 😀 Motivo in più per tornarci con Simone, impazzirebbe!!
Ciao Paola, io credo che anche senza le bimbe non sarei riuscita a sostenere ritmi più elevati di questi, eroici voi! 😀
Anche per me la sorpresa più grande sono stati i paesaggi così variegati giorno dopo giorno e credo che con un’altra settimana (che sarebbe il viaggio perfetto a mio avviso) avremmo visto altrettante cose spettacolari come quelle che scrivi e che mi sono mancate! Vorrà dire che bisognerà tornare, proprio come hai detto tu!
Che spettacolo Serena e che articolo super dettagliato! Noi l’abbiamo in fatto in camper ma in due volte diversa, la prima solo in CAlifornia e la seconda tra Utah e Arizona dedicandoci a tutti i 5 grandi parchi dello Utah, una roba pazzesca, un viaggio che ti resta dentro. Anche noi abbiamo fatto un po’ fatica con il fuso orario ed anche i bambini, diciamo che ci ha permesso di ritrovarci spesso in marcia all’alba e godere a pieno di tutte le ore della giornata….per poi crollare alle 8 di sera pero’! Non saprei dire quale dei parchi ci sia piaciuto di più, in ognuno abbiamo vissuto esperienze diverse e le emozioni sono state sempre forti. Indubbiamente l’Antelope ha un fascino tutto suo, ma anche il Bryce Canyon con la neve ci ha sorpreso….vabbè potrei continuare con l’elenco!!!!
Hai fatto un lavorone con questo post, non è da tutti.
Un abbraccio
Ciao Fabiana, grazie! <3 Sì, è stato un lavoro enorme ma questi post hanno sempre un riscontro positivo e ormai i lettori se li aspettano! In realtà servono anche a me per tenere traccia di tutti i percorsi e mandare un link quando mi fanno tante domande... così è tutto qui!
I parchi dello Utah che mi mancano sono in lista per una prossima volta perché questo viaggio mi ha lasciato una voglia pazzesca di vedere tutto, capisco i vostri due viaggi. Lo Utah poi è stupendo con quei colori unici... da rivedere. Il fuso mi preoccupa un po', non avevo mai accusato così tanto, però per i viaggi questo e altro!
Grazie per essere passata di qua!
Ciao Serena, ho letto con emozione il tuo preambolo a questo post ed ero curiosa di leggere questo. Anch’io quest’anno volevo fare questo viaggio e poi invece abbiamo dirottato verso Florida ed Exuma..ma solo rimandando! Quindi mi sto mettendo avanti.. Anche noi non avremmo purtroppo piu’ di 15 giorni, e abbiamo un’adolescente a cui non piace per niente viaggiare in macchina (sebbene abbia già fatto Florida e Cuba) ma credo di star riuscendo ad interessarla a questo viaggio spettacolare, mostrando questi posti meravigliosi..quindi, vengo alla domande che ti vorrei fare: se dovessi eliminare qualcosa, cosa elimineresti e dove ti fermeresti al suo posto, per prendere un po’ piu’ di respiro o vedere qualcosa con piu’ calma? Col senno di poi cambieresti qualcosa nell’itinerario (tappe, giro inverso o diverso)?
Grazie e a presto!
Ciao Patty,
Florida e Exuma mi sembra un’ottima alternativa!
I 15 giorni –ho capito adesso – sono un peccato, perché già con un paio di giorni in più di arriva alla Monument Valley, che è il mio grande rammarico di questo giro. Però potendo scegliere sarebbe meglio non fare un giro ad anello ma volare su Los Angeles all’andata e San Francisco al ritorno (o viceversa). La parte che mi è piaciuta meno è la costa californiana, bello Big Sur ma non al livello dei deserti rossi per me. Avrei voluto un giorno in più a LA e uno in più a SF. Poi uno in più dopo Page per la Monument appunto. Per il resto mi sembra tutto ok.
Se posso dare un consiglio a tutti farei una piccola modifica all’itinerario: se si riesce a programmare in anticipo e si trovano i voli a prezzi convenienti, consiglio di fare un giro tondo con arrivo su San Francisco e partenza da Los Angeles (o viceversa) perché si gestiscono meglio le distanze.
Per la mia esperienza aggiungerei assolutamente la Monument Valley, che a me è piaciuta molto più del Grand Canyon ma è gusto personale, e l’Arches National Park, che però con i bambini piccoli è un po’ troppo impegnativo perché prevede delle camminate lunghe sotto il sole, e toglierei Palm Springs perché l’ho trovata un luogo inutile dove non c’è nulla in mezzo al nulla, ma anche qui è gusto personale 🙂
Per il resto sei stata bravissima ad organizzare un viaggio che mi ricordo molto emozionante ma anche molto faticoso dal punto di vista fisico, sia per le lunghe distanze che per il clima insieme a 2 bimbe piccole.
Assolutamente d’accordo con te Bene! Noi avevamo problemi di spesa coi voli, quelli a/r su Los Angeles ci costavano meno e questo in alta stagione è una manna!
La Monument Valley come ho scritto da più parti è il mio cruccio più grande, ma è solo un appuntamento rimandato perché i deserti rossi creano dipendenza!
Quando ci torneremo magari le bimbe saranno abbastanza grandi anche per i trekking ad Arches e in altri posti che abbiamo saltato. D’accordo con te su Palm Springs che l’ho trovata insignificante.
Quanto alla fatica… credo di averla smaltita adesso dopo un mese 😉
Grazie mille per il tuo commento Bene!
ciao. Che bello il tuo itinerario. Vorrei organizzare lo stesso percorso ma non ho ancora pensato bene all’itinerario . Siamo solo in due e chiedo il tuo consiglio su quanto segue: Camper o auto? Primavera o autunno? si fa anche un pò di route 66 all’interno dell’itinerario che hai proposto? c’è qualcosa che cambieresti in questo itinerario a distanza di 4 anni?
Ti ringrazio per il tempo che potrai dedicarmi e ti saluto cordialmente,
Patrizia
Ciao Patrizia,
sono felice che il post ti sia stato utile!
Rispondo alle tue domande:
– sceglierei l’auto, il camper è molto ingombrante e per due persone mi sembra eccessivo
– entrambe le stagioni molto attraenti, forse prediligo l’autunno per i colori
– sì, c’è un pezzo di Route66 nella parte di Williams, Seligman e Kingman
– l’unica cosa che cambierei è aggiungere un giorno per vedere Monument Valley
Buona pianificazione!
Se ti fa piacere approfondire ho pubblicato un libro su questo viaggio: https://amzn.to/47aHzzz