Presto saremo insieme e la malattia, il doloreti sembreranno un gioco a cui si dà troppa importanza.Dormiremo e sogneremo di tornare qui – nelle nostre stanze –per guardarli respirare, litigare, amare e soffrire.Vivremo nelle loro anime e il loro amore ci renderà eterni.Ti insegnerò a non avere paura qui, fuori dal tempo,dove le vecchie regole non contano più.
I provinciali è il secondo romanzo di Ilaria Giannini edito da Gaffi. Il titolo del romanzo è presto spiegato: siamo a Bozzano, frazione del comune di Massarosa dove Ilaria è cresciuta e dove tutto sembra immobile pur nello scorrere degli anni. Così come ogni paese di provincia, a Bozzano tutti si conoscono e tutti si salutano con il sorriso di facciata, lasciando i pettegolezzi tra le quattro mura di casa.
La vita a Bozzano scorre con il solito tran tran: lavoro per i più grandi, scuola per i più piccoli e un bilanciamento tra gioie e dolori tipici di ogni esistenza. A smuovere un po’ le acque in questo acquitrino che rispecchia l’ambiente circostante (il lago di Massaciuccoli a un tiro di schioppo, la palude che arriva quasi al mare senza mai raggiungerlo) ci sono i tradimenti, le ansie sul futuro, la paura di perdere qualcuno che c’è sempre stato ma che abbiamo finito per dare per scontato.
Bozzano è a solo una decina di chilometri dalla Versilia “da bere”, quella dei locali storici della movida e della vita mondana. La Versilia descritta da Ilaria è molto diversa da quella dell’immaginario collettivo ma è molto più autentica. È una Versilia più rurale, più tradizionale, più casereccia: è quella delle case popolari col ghiaino nel parcheggio, del prete che ti conosce per nome, dell’alimentari coi prezzi scritti a penna su un pezzo di cartone. È la Versilia dei pranzi della domenica, del sugo scongelato per tutta la famiglia, delle storie tramandate di generazione in generazione.
Ho letto il libro tutto d’un fiato e su diversi mezzi di locomozione: treni di pendolari, autobus di lavoratori in movimento da una parte all’altra di Firenze: tutti uniti dal fatto che fossero stracolmi di gente con tutta la confusione che questo comporta. Nonostante le frotte itineranti sono riuscita a estraniarmi dal mondo grazie alla scrittura di Ilaria: scorrevole, coinvolgente, profonda, ricca di suggestioni e di immagini figurate senza mai perdere il contatto con la realtà.La trama contribuisce anch’essa a voler scoprire prima possibile se e come si dipana la matassa, come si evolvono i personaggi, che scelte fanno. Se la caverà la piccola Chiara dopo aver “bucato” a scuola a soli dieci anni? Che ne sarà della salute del fratello maggiore Andrea andato a studiare fisica a Firenze? E la sua storia con Lisa? Lorenzo perdonerà sua moglie Emma? Lucia si lascerà andare ad un amore che non ha mai provato per nessuno se non per la danza? A cornice di questi personaggi, due nonni che non ci sono più e che vegliano sulla loro famiglia, l’unica cosa importante lasciata in eredità al mondo.
Un libro che tutti dovrebbero leggere: l’Italia è piena di posti come Bozzano, l’Italia è piena di personaggi come quelli de “I provinciali” e sarà facile ritrovarsi nell’uno o nell’altro o in una somma di tutti loro.
Il 1° dicembre 2012 alle 18.30 alla libreria Fahrenheit 451 di Viareggio ho presentato “I provinciali” di Ilaria Giannini. Considerando che al posto mio doveva esserci Fabio Genovesi provo una certa soddisfazione nonché una certa responsabilità!
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