Come un legno che va alla deriva, incapace d’opporsi alla corrente del fiume,
ignaro se l’acqua lo scaglierà sulla sponda o lo trascinerà fino al mare,
così me ne andavo nella tua esistenza durante quell’autunno.
Oriana Fallaci – Un uomo
La pioggia fine batte sui vetri senza alcun accenno a voler smettere e io mi cullo in questo ottobre sul filo dei ricordi fino a quel giorno di due anni fa. Non so dire esattamente cosa mi trattenne dal reagire in modo differente a una richiesta venuta da chissà quale galassia, cosa mi spinse a uscire dalla corazza di gelo e sfiducia che mi ero costruita attorno dopo una batosta che mi aveva piegato la schiena e spento il sorriso. Eppure quel sesto senso mi ha salvata, mettendomi di fronte all’evidenza che gli esseri umani non possono che assecondare l’amore nonostante le ferite del passato.
L’ho sentito sulla mia pelle come cambiava il vento, percepivo che quell’autunno sarebbe stato foriero di novità. Ogni anno l’imminente arrivo di novembre mi spaventa, con quelle sue giornate troppo corte e il freddo che ti si infila nelle ossa fino al disgelo. Ma quella volta era diverso: quell’autunno sapeva di primavera come i nuovi inizi, profumava di quaderno nuovo tutto da scrivere.
Raccolgo i frutti di tutte queste lune, sono sicura che ci saranno altri pleniluni a illuminare le notti dell’esistenza e tu sarai lì a respirarmi il collo, a dare una direzione ai sogni.
[Photo Credits: Tixu Oty]
4 commenti
simonawp
Bellissimo! Magari potessi scrivere anche io una cosa simile, lo sogno da una vita, ma non arriva mai
Mercoledì
Arriverà, lo spero con tutta me stessa perché te lo meriti! <3
Greg
La mia amica Serena ha il dono della sensibilità oltre che della scrittura..
Molto bello questo pezzo.
<3
Mercoledì
<3 grazie Greg!
Mi fa tantissimo piacere che tu sia tornato a leggere ;)