L’estate ci sfugge di mano

Un dolore assai semplice e non misterioso, 

e, come la tua gioia, per tutti evidente. 

Smettila di cercare, bella curiosa! 

E taci, benché la tua voce suoni così dolcemente!

 

Spleen e ideale – I fiori del male – Charles Baudelaire

L’estate ci sfugge di mano: siamo già nel segno del leone, non importa affidarsi agli oroscopi per crederci. La si vede nelle pelli abbronzate di chi ha il tempo libero che a noi manca, nelle vesti svolazzanti senza pretese, nelle vecchie mazurche delle sagre di paese che giungono alla finestra di camera mia.

Bramiamo un’estate su una spiaggia solitaria ma per ora ci accontentiamo di ascoltarne le note sotto una volta stellata di una calda nottata di luglio. Ti abbassi un po’ per farti abbracciare da dietro la schiena, appoggio il mento sulla tua spalla e guardo il mondo. Non solo mi sembra più bello così, ma mi proteggi dai ricordi che altrimenti mi arrivano a tradimento dritti sul cuore.

Rimaniamo fermi così, arroccati nel buio dei nostri castelli inespugnabili di silenzio in cui conserviamo i sentimenti più delicati, quasi che la luce del sole potesse intaccare l’integrità dei nostri princìpi.

Pensavamo di aver perso le chiavi della porta d’ingresso con le grate di ferro, invece custodiamo l’uno quelle dell’altra: uno dei due deve fare un passo verso l’altro per poterci incontrare, altrimenti è una conquisa inutile aver capito che possiamo salvarci a vicenda.

Non muoviamo un solo passo di danza, non stiamo sospesi in aria neanche un secondo: abbiamo i piedi per terra e il senso del dovere ci frega. Ti guardo negli occhi e mi perdo:tra quel bacio e la luna solo delle note profonde che mi scavano un solco dentro.

Ricaccio le lacrime che mi salgono agli occhi e penso che ci sarà un tempo per tutto. Per ora non c’è tempo per l’amore, per le parole, per noi.

[Foto di copertina: Reuben Teo su Unsplash]