Corsica vintage: ricordi di viaggio

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Francia

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Da quando non vivo più in casa con i miei genitori, ogni occasione è buona per andarli a trovare e cominciare a sfogliare gli album dei ricordi. Sarà che dai trenta in poi si diventa più nostalgici (a dire il vero io lo sono sempre stata), ma aprire quegli album di foto vintage solleva in me sentimenti così gratificanti che non posso più farne a meno.

L’altro giorno mi sono capitati tra le mani due album: uno con l’etichetta “Corsica 93” e l’altro “Corsica 95”. Avevo rispettivamente 8 e 10 anni e in entrambe le annate sfoggiavo capelli da selvaggia, risata di circostanza per far contento mio padre nelle foto (ma il ghigno da Mercoledì era sempre in agguato) e improbabili abbinamenti di colori nei vestiti, cosa che ho fatto prontamente notare a mia madre, la quale però ha declinato ogni responsabilità ricordandomi che dall’età di 5 anni mi sono rifiutata di darle retta in tema di vestiario. Morale della favola: i vestiti anni 90 non mi hanno di certo donato, più se abbinati a quel modo, ma rivederli in foto è una fonte inesauribile d’ilarità.

Può sembrare che i bambini non abbiano memoria delle vacanze fatte con i genitori, ma la verità è che me le ricordo eccome, naturalmente con dettagli quantomeno strani o di poco conto se paragonati alla bellezza dei luoghi, ma sicuramente preziosi. Di questo pezzo di passato, per esempio, ricordo che l’avventura cominciava già dai traghetti per la Corsica: si partiva da Livorno rigorosamente in tuta (questa cosa mi fa sempre sorridere quando ci penso, un viaggio allora era imprescindibile dall’indossare una tuta d’acetato), si dormiva in una cuccetta con i letti a castello (sempre quello in alto per me) e si sbarcava a Bastia sempre con gli occhi incrostati di sonno, ma tanto si poteva fare un pisolino anche in macchina non appena mio padre sbucava dalla pancia della barca e ci caricava al volo per fare rotta verso sud.

Sceglievamo sempre le spiagge del meridione, più adatte ai bambini e caratterizzate da distese di sabbia bianca e fresche pinete in cui schiacciare un pisolino dopo il pranzo a base di panini, spesso contesi con le vespe che, ricordo, ci ronzavano intorno a sciami minacciosi.

Corsica

Allora si era soliti fare vacanze al mare, senza altra pretesa se non quella di riposarsi e ricaricare le pile per l’imminente inizio della scuola, visto che si andava in vacanza a settembre quando i prezzi erano nettamente più bassi dell’alta stagione. Sceglievamo Porto Vecchio come base e un residence come soluzione per fare colazione e cenare a casa. Mi sembra di andare indietro ere geologiche se penso che mia mamma la mattina mi mandava con i franchi contati a comprare la baguette alla panetteria del residence… i franchi, ci rendiamo conto?!

Ricordo anche che il mare non ci bastava mai e che avevamo sempre la forza di stare fino al tramonto in piscina a fare tuffi e verticali sott’acqua. Allora sì che avevo energie da vendere! Sempre di quel residence ricordo che una gatta aveva fatto dei cuccioli vicino alla piscina e io e mia sorella andavamo a controllare ogni giorno se stessero bene. C’era anche una cagnolina, che la proprietaria chiamava in continuazione Calipso, con l’accento sulla o. Sono ricordi stupidi se vogliamo, ma così vividi che scaldano ancora il cuore.

Corsica

Tra le nostre spiagge preferite c’era la Palombaggia, una spiaggia di sabbia finissima circondata da promontori rocciosi e da una pineta ombreggiata. Qui il mare degrada lentamente, rendendolo adatto anche ai più piccoli, e la me-bambina si ricorda bene questo dettaglio.

Poi c’è Santa Giulia, dove la marea cambiava l’altezza dell’acqua e quando era bassa era così bella e trasparente da esercitare un richiamo irresistibile. Anche qui la sabbia è bianca e il panorama circostante sa incantare.

Ricordo anche la spiaggia della Rondinara, quella fatta a nido di rondine, dove in fondo alla discesa che conduce al mare trovammo delle mucche a pascolare così magre da fare tenerezza. E poi ancora il Golfo di Santa Manza, Bonifacio con le sue scogliere calcaree a picco sul mare e le Bocche di Bonifacio che dividono la Corsica dalla Sardegna. Una volta facemmo una gita in barca a vela fino all’Isola di Lavezzi, dove c’è il cimitero dei marinai di un vecchio battello francese affondato lì, ma di questo non ho memoria, è stato mio padre a ricordarmelo.

Corsica

Immagino che a un certo punto i miei genitori si siano stancati di andare ogni giorno al mare dalla mattina alla sera, e quindi si attraversarono le strade tortuose del sud della Corsica per raggiungere Ajaccio e i luoghi di Napoleone. Ci fermammo anche a Filitosa, un sito archeologico preistorico, dove si trova una concentrazione di menhir antropomorfi e un gran caldo per quanto ho memoria.

Il mio viaggio a ritroso nel tempo per oggi è finito, spero di avervi fatto viaggiare un po’ sul filo dei ricordi. Chiudo l’album di foto vintage… fino alla prossima puntata!

Post sponsorizzato da Traghetti Corsica.it

2 commenti

  • Mi piacciono i tuoi ricordi vintage ed eri carina con quei vestiti. Quando ci vedremo ti mostrerò la mia foto a 10 anni con frangia a bombetta?
    (Frangia che, per inciso, mi ha traumatizzata fino a circa 24 anni quando un parrucchiere mi ha detto che non era necessario farsela con una bombatura che neanche la nonna subito dopo essersi tolta i bigodini…)

    • A
      Mercoledì

      Vale ti ci devo proprio vedere con la frangia! Secondo me l’idea non era nemmeno male, è quel “bombato” che mi spaventa! 😀

      Grazie per apprezzare il vintage! Anche a me piace scavare nel passato!

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