Panta rei. (Tutto scorre)
Eraclito
Tutto è cambiato da quella giornata di fine novembre in cui ho perso mio nonno. Certo, non sono evidenze che si possono scorgere a occhio nudo, sono cocci incollati in cui rimane comunque la crepa più scura, come un fulmine a ciel sereno.
Le distese di olivi pronti per la potatura sono adesso Campi Elisi che ben rappresentano lo scorrere della vita: è tempo di segare i rami secchi per lasciare posto al nuovo. Per me la campagna è sempre stata idealizzata con mio nonno chino sulla terra e una zappa in quelle sue mani rugose solcate dal tempo. La ferita della sua perdita indugia a risanarsi e devo fare lo sforzo di non aspettarmelo comparire dalle vigne col suo sorriso buono e le parole sempre giuste.
Fattoria San Michele a Torri
Devo dare nuove immagini a questa dimensione fortemente presente nella mia vita: è così che mi ritrovo in una clemente giornata di marzo a camminare sulla terra battuta di Scandicci, a due passi da Firenze. Rimango sempre sorpresa da quanto basti poco in Toscana per passare dalla città più affollata a piccole oasi bucoliche dai profumi genuini, dove l’aia ha l’importanza di un’agorà e gli animali sono trattati alla stregua di esseri pensanti e senzienti.
Parlo col responsabile della Fattoria San Michele a Torri che, anziché snocciolarmi numeri che avrei dimenticato nell’arco di un secondo, mi racconta di come i maiali di cinta vivano liberi; li vediamo poi scendere dalla collina per grufolare davanti ai nostri occhi nella loro stazza enorme.
Ci parla dell’albero di susino in fiore che dà ottimi frutti e dell’olio che riposa negli orci per custodire il segreto di bontà del Laudemio. Sono dettagli che solo chi si sporca le mani col proprio lavoro può rivelare e ho apprezzato subito questa passione, che si riflette anche nel pasto che abbiamo consumato con voluttà all’ombra di enormi tini di rosso toscano.
Castello di Nipozzano
La lezione sulla potatura degli ulivi è proseguita poi in una realtà altrettanto eccellente, sulle colline di Pelago. Ad accoglierci è il Castello di Nipozzano, dove i Marchesi de’ Frescobaldi portano avanti la tradizione dell’olio e del vino di qualità. Lo sguardo si perde subito tra le file di olivi che disegnano onde di verde sui dolci pendii, l’aria che si respira qui è pulita, la primavera si svela in anticipo sul calendario con fioriture spontanee di margherite e viole.
A farci alzare dal prato fiorito sul quale è stato un attimo buttarsi è l’odore di caffè e una splendida crostata che mi ha aperto un mondo sull’esistenza di una griglia per fare tutte quelle striscioline perfette e che devo assolutamente comprare. Chiusa la parentesi da food blogger.
Ci dicono che da quelle parti si consumano dei tramonti da togliere il fiato, ma purtroppo è il momento di andare e non c’è tempo per vedere il tuffo del sole tra le colline, cosa insolita per me che sono abituata a vederlo scomparire nel mare. La linea dell’orizzonte è solo un’idea, la vita scorre lungo le strade orlate di cipressi, i miei ricordi non svaniscono col passare del tempo.

Ho potuto fare queste visite grazie al Consorzio Laudemio, nato nel 1986 per raggiungere la massima qualità dell’olio toscano, fissando regole più restrittive rispetto a quelle prescritte dalla normativa vigente.
Sito ufficiale del Laudemio.
In epoca medievale con il nome Laudemio si indicava la parte di raccolto riservata al signore, proprietario delle terre. A lui veniva offerta la parte migliore del raccolto detta appunto “Laudemio”, il cui nome è da allora sinonimo di pregio e qualità.
Se amate la Toscana potete farvi un giro sui post dedicati a questa regione (la mia regione!).
4 commenti
Manuela
ogni volta che passo da te è un’emozione.
Le tue emozioni diventano mie. Puoi capirmi? 🙂
Ho sentito il tuo dolore, la sensazione di vuoto.
E poi le bellissime descrizioni della natura… 🙂
Mercoledì
Ti capisco, o meglio, ne sono davvero felice!
Non è facile dare nuove forme a cose che abbiamo introiettato in un modo fin da piccoli, ma è la sfida della vita: dare senso a ciò che abbiamo qui e ora. E i ricordi fanno da cornice. Grazie Manuela!
Patty
Lo sai che mi sono commossa? Quando parli di tuo nonno mi è sembrato di ascoltare me stessa…quanto è vero e quanta mancanza. Le tue foto sono emozionanti, mi sono chiesta per un momento se avessi fatto il tuo stesso viaggio…incredibile.
E’ stato un grandissimo piacere conoscerti. Bravissima. Un bacio. Pat
Mercoledì
E io mi sono commossa per il tuo commento! Grazie, che bello leggerlo.
Buffa la storia del tour diverso, a volte capita anche a me ed è un modo bellissimo di ragionare su quanto siamo diversi e su quante chiavi di lettura si possa dare alla stessa esperienza: una bella ricchezza.
Grazie davvero, piacere mio Pat!