“Stiamo dunque attraversando un braccio del Mekong, sul traghetto tra Vinhlong e Sadec,
nella grande pianura di fango e di riso del sud della Cocincina, la pianura degli Uccelli.
Scendo dall’autobus, mi avvicino al parapetto, guardo il fiume.
Mia madre mi dice a volte che mai, in tutta la vita,
vedrò fiumi belli come questi, grandi, selvaggi come il Mekong
e i suoi bracci che scendono verso gli oceani, distese d’acqua che spariscono nelle profondità degli oceani.
Nel paesaggio piatto a perdita d’occhio questi fiumi scorrono veloci, si riversano in mare come se la terra si inclinasse.”
Marguerite Duras L’amante
Ho letto queste righe in una baita di montagna, sbuffando davanti al caminetto acceso nell’attesa che chiudessero le piste del Cimone in piena stagione invernale. Era il 2012 e il Vietnam era solo un puntino non ben identificato sulle mappe del mondo che sognavo di esplorare a poco a poco. Difficile immaginare un contesto più diverso tra quello in cui mi trovavo e quello descritto nelle righe di Marguerite Duras. Eppure quelle immagini si stagliavano nitide nella mia mente, non mi risultava difficile immaginare quel fiume piatto e sterminato, percepire il caldo umido sulla mia pelle, immaginare di solcare quelle acque come facevano gli americani nei film di guerra.
Ricordo perfettamente di aver formulato questo pensiero: un giorno vedrò il Mekong coi miei occhi. Lo devo vedere, lo devo sentire sussurrare le storie che ha da raccontare. Così è stato.
Durante l’indimenticabile viaggio in Vietnam ho dedicato una giornata ad un’escursione sul Delta del Mekong partendo da Ho Chi Minh City con un autobus. In circa tre ore di marcia, dopo essere usciti dall’inferno di traffico e strade della vecchia Saigon, si attraversano paesini dimenticati da dio dove sembra che la principale occupazione degli abitanti sia dondolarsi sulle amache presenti in gran numero ad ogni angolo di strada, ad ogni chiosco con un po’ di fresco. L’arrivo al molo della città di Vinh Long segna l’inizio di un’escursione con delle piccole imbarcazioni locali lungo i rami del fiume per poter osservare da vicino la vita che gravita intorno al Mekong.

Basta un attimo per capire che niente era più realistico delle immagini che avevo in mente pensando a questo fiume: acqua gialla, silenzio, orizzonte piatto. Mi sembra un posto che ho già visitato, qualcosa che rimane in qualche angolo sperduto dei ricordi. Qualcosa che i film mi hanno fatto credere di aver vissuto veramente. Quello che non mi aspettavo è la vita brulicante lungo questi canali che si diramano dal gigantesco fiume, sono le attività commerciali che si svolgono su barconi galleggianti, sono le faccende quotidiane della gente per la quale il fiume è vita.
Nei paesini sottratti per miracolo all’acqua come fossero ancorati alla terra si producono in modo artigianale delle gustose caramelle di zucchero e cocco che si incollano al palato, qui si produce la carta di riso indispensabile per avvolgere gli involtini primavera (che ho imparato a fare, squisiti anche questi), si assaggia il liquore di serpente (occhio che è forte!) ci si dedica alla produzione di ceramiche e di riso soffiato al retrogusto di zenzero che fa pizzicare la bocca.
Il tipico mezzo locale utilizzato dagli abitanti del Delta del Mekong è la bicicletta, ed è così che abbiamo raggiunto un villaggio dopo l’altro, osservando le case curate, i giardini con le piante in ordine e i panni stesi con le grucce. Un’altra esperienza da provare è il giro con le canoe spinte a remi, manovrate dalle mosse sapienti di una donna dal cappello a cono. In quell’esatto momento mi sono sentita nel libro “L’amante” e avrei voluto prolungare il tempo.
La giornata passa in fretta sulle rive del Mekong, l’undicesimo fiume al mondo per lunghezza, quel fiume che nasce sui monti del Tibet e vede scorrere la vita di una provincia cinese chiamata Yunnan per poi proseguire in Birmania, Thailandia, Laos, Cambogia e infine Vietnam dove diventa mare.
Un altro autobus, un altro hotel nella cittadina di Can Tho, la più abitata ed importante della zona del delta. L’indomani ci aspetta la visita del mercato galleggiante di Cai Rang: il sogno vietnamita continua.
Escursione al delta del Mekong
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6 commenti
lucio
Il mio sogno…..che spero prima o poi si possa avverare. Per adesso non posso che “invidiarti” ( un’invidia naturalmente sana 🙂 )
Ciao.
Mercoledì
Ciao Lucio,
grazie per essere passato di qua!
I sogni se sono forti prima o poi si realizzano, io ci credo!
Buona serata!
Cristina82t
Ma che bello! Stavo leggendo proprio ora la LonelyPlanet su questa zona e pensavo anche io di spostarmi da HCMC fino a Can Tho e CAI rang. Sono già sulla barchetta!!! 🙂
Mercoledì
Sì Cristina,
questa escursione è da fare, è veramente un altro mondo sul Mekong!
Bello cominciare a sognare da adesso 😉
Lucia - Respirare con la Pancia
Divoro questi articoli, li cerco e mi lascio trasportare.. continuo ad adorare il tuo viaggio in Vietnam.
Mercoledì
Grazie Lucia,
a poco a poco viene a galla tutto quello che ho visto, a volte i ricordi devono sedimentarsi per sembrare più consistenti!
Un abbraccio!