«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare»
Jack Kerouac – Sulla strada
Se all’inizio dell’anno avessi compilato una lista delle cose più strane da fare, tra le follie del 2014 potrei spuntare la voce “accettare un viaggio al buio“. Ma andiamo per ordine, che di per se la storia è piuttosto strampalata e ha bisogno di qualche introduzione.
Tutto ha avuto inizio con una mail criptica in cui mi si invitava a partecipare ad un’attività non ben specificata in un giorno di luglio in un luogo ignoto. Detta così solo un matto poteva accettare di partecipare. Dovete sapere che io non amo le sorprese, devo avere tutto sotto controllo e i cambiamenti di programma mi disturbano. Ma qualcosa nel testo mi ha provocato lo stesso stordimento che deve aver provato Ulisse ascoltando il suono delle sirene, così ho detto sì senza remore e, anche per uscire dalla mia comfort zone, ho deciso di accettare e fare qualcosa di insolito.
Non appena ho accettato è stato tutto un rapido susseguirsi di eventi, da un pacco arrivato a casa con un contenuto che mi ha confuso ancora di più (un foulard, una borsa di tela, un biglietto tagliato a metà e un taccuino) ad un biglietto di sola andata Firenze-Milano in treno. E allora sai che c’è – ho pensato – ormai siamo in ballo e balliamo. E la follia ha avuto inizio.
Mi sono ritrovata a Milano tra il binario 12 e 13 (fa molto Harry Potter, non trovate?) ad aspettare chissà cosa con Elisa di Miprendoemiportovia, entrambe a metà tra lo stordito e l’incuriosito.
Di lì a poco abbiamo scoperto che la sera avremmo dormito a Milano e, dopo una cena bavarese (che sia un indizio?), ne ho approfittato per passare dal Duomo che, udite udite, non avevo mai visto in vita mia. Una volta riparato a questa lacuna siamo andate a dormire con un altro indizio ma ancora nessuna certezza: l’indomani saremmo andate in aeroporto ma ancora non conoscevamo la meta del nostro viaggio.
La mattina ha l’oro in bocca e, nel nostro caso, anche una nuova avventura in serbo: all’aeroporto di Linate abbiamo finalmente scoperto che il nostro destino (inteso alla spagnola, sia fato che destinazione) era Francoforte, una città della Germania che non ho mai visitato. Galvanizzati da un volo da prendere e da un’esperienza nuova da provare siamo atterrati a Francoforte in men che non si dica e siamo stati fiondati nel mondo dell’aeroporto per capire come funziona questa enorme macchina che ci permette di girare il mondo ma soprattutto di rispondere a quesiti di fondamentale importanza, come ad esempio: dove dormono le hostess quando fanno voli molto lunghi?
Nel mondo Lufthansa abbiamo visto motori alti due volte me, aerei di ultima generazione quasi pronti per il primo decollo, hangar grandi quanto un paese. Non ci si pensa mai quando si ha un volo da prendere, ma sono molte le cose che si celano dietro un buon lavoro. Per esempio, sapevate che un aereo per essere pronto per il decollo ha bisogno di due o tre ore di preparazione? O che le hostess durante i voli intercontinentali fanno turni di 4 ore e poi si riposano a turno un paio di ore? E ho scoperto che hanno delle cabine dedicate con dei lettini (e lo stesso i piloti) in cui possono riposarsi per poi essere di nuovo fresche, pimpanti e perfettamente truccate e pettinate per la seconda parte del turno lavorativo.
Gli hangar sono dei veri e propri mondi in cui si muovono con disinvoltura meccanici specializzati che approntano i velivoli. È stato un po’ come spiare dal buco della serratura, come sbirciare dentro un microcosmo per me totalmente sconosciuto. Ho anche potuto dare una misura alle cose, ad esempio le gomme delle ruote estratte dal carrello in fase di atterraggio mi arrivano ad altezza spalle!
La parte più emozionante, comunque, è stato entrare nella cabina di pilotaggio. Avrò preso un centinaio di voli finora, forse di più, e ad ogni ingresso sull’aereo cercavo di allungare lo sguardo verso la cabina di pilotaggio per dare una risposta alla mia curiosità di sapere cosa c’è dentro. Mai prima d’ora ero riuscita a sciogliere l’arcano e finalmente ho visto cosa si cela dietro quella porta inaccessibile ai comuni mortali!
È tutto un enorme pannello pieno di bottoni, schermi, tasti, aggeggi di ogni sorta in cui non non solo non saprei raccappezzarmi ma non saprei proprio da dove cominciare. I piloti Lufthansa per poter pilotare questi ritrovati di alta tecnologia devono studiare tra i due e i tre anni, e fare un training in volo di diversi mesi. Però devo ammettere che adesso che ho visto il dietro le quinte non è che sono più tranquilla in volo! La consapevolezza è una brutta bestia a volte!
Dopo questa giornata alla scoperta del vasto mondo degli aeroporti e grazie a questo contatto con Lufthansa vi chiedo: c’è qualcosa che vorreste sapere su voli, aerei, aeroporti, personale di bordo che avreste sempre voluto sapere ma non avete mai osato chiedere? Fatevi avanti!
13 commenti
Gioia Minozzi
Ciao!
Come avete fatto a prendere parte ad un’esperienza del genere? 😉
Mercoledì
Ciao Gioia!
Siamo state così fortunate da essere scelte come blogger per questa esperienza e siamo state noi un po’ matte ad accettare un viaggio senza conoscere la destinazione! Lo rifarei però! 😉
gioia minozzi
Ah beh certo, immagino 😀
sabrina g.
wooow hai tutta anche tutta la mia invidia, ma pure la mia stima per aver vissuto un’esperienza del genere! 🙂
Mercoledì
Ciao Sabrina!
In effetti, ripensandoci a distanza di giorni, è stata una vera follia ma veramente divertente! 😀
Sono felice di aver fatto questa esperienza e mi è venuto in mente che potrebbe essere anche un’idea divertente per fare un regalo a qualcuno!
Grazie per essere passata di qua!
Cristina-Crinviaggio
Serenaaaaa ti ho invidiato un sacco!!! Da brava paurosa di volare sono attirata da tutto quello che ha a che fare con gli aerei :)…quella foto nella cabina di pilotaggio la vorrei io :P!!!!
Mercoledì
Avevo letto che hai paura di volare, ma hai detto bene, bisogna superare le proprie paure e andare incontro all’ignoto! Ciao Cri!
Valentina
Io e gli imprevisti ci scontriamo violentemente per poi rimetterci subito in moto 😀 quindi, sì, amo le sorprese!!! E questa avventura è stata una figata 🙂
Mercoledì
Buon per te che sai gestire bene gli imprevisti! Io sono un po’ fissata con l’ordine e l’organizzazione quindi questo mi ha un po’ destabilizzata, però veramente ganzo come si dice dalle mie parti!
Manuela
io la trovo una cosa troppo forte! Un viaggio al buio! Belle! 🙂
Mercoledì
Sì è stato fortissimo! Ho superato la prova “viaggio al buio” senza paranoie! Veramente divertente!
Ilaria
Che bella esperienza, molto interessante questo ‘dietro le quinte’. Quante ore di turno fa un pilota, sempre 4? Me lo chiedo perché capisco che mantenere un alto grado di concentrazione per lungo tempo sia molto difficile! Un saluto 😉
Mercoledì
Ciao Ilaria!
Sì, davvero interessante poter vedere le cose che non si notano in volo.
Se non ricordo male erano proprio 4 ore a testa e 3 piloti a bordo per voli più lunghi di 8 ore. Anche i piloti hanno una stanza con un letto per poter riposare. Un saluto a te!