Il mondo è mio mi sembra
sarà che ho ventotto anni
e mi distraggo ancora molto
perché figli non ne ho piùLa faccia della luna oggi è bruna
non è che non ci sia ma è come fosse andata via
La faccia della luna oggi è bruna
non è che non ci sia ma è come fosse andata viaLa faccia della luna – Tre allegri ragazzi morti
Seduta sui gradoni della facoltà sotto il primo sole della stagione arrivata in anticipo rispetto al calendario lascio che i raggi caldi mi informicolino la pelle, risvegliando sensazioni sopite dal rigido inverno. Ogni volta che avverto le avvisaglie della primavera, mi sorprendo a gioire delle semplici meraviglie naturali che hanno un effetto placebo e levigano le ansie, riducendomi in uno stato catatonico simile alla sonnolenza dopo un pasto abbondante.
Come la petite madelaine che risveglia in Proust i ricordi d’infanzia ma in maniera molto meno romantica mi distraggo cullata dal tepore e scaravento in terra un hard disk esterno, che cade di taglio e va a sommarsi al cimitero tecnologico passato per le mie mani frettolose: ho perso qualche anno di foto che naturalmente non avevo ancora masterizzato.
L’episodio fa affiorare, a catena, una serie di ragionamenti strampalati in cui mi perdo e vaneggio. A volte vorrei che la memoria stesse su supporti mobili come gli hard disk esterni: stacchi il cavetto e fine delle trasmissioni. Penso a quanto sono diverse le cose viste da lontano, col senno di poi. Mi lascio trasportare in altri mondi paralleli dai libri e penso che lì i protagonisti non hanno quasi mai lo stesso nome. Ah, se fosse così anche con le persone che incrociamo sulla nostra strada: mai uno con lo stesso nome, mai un ricordo che riaffiora a causa di un nome o anche solo di un’iniziale. Figuriamoci due che chiamiamo amore.
Passano le ore e l’imbrunire getta ombre sulle cose. I pianeti stasera sono ben visibili e luminosi: saranno tutti allineati nel mio segno? Per fortuna c’è l’unghia della luna che sembra indicare cosa c’è da guardare oltre l’orizzonte: un tramonto rosa e viola dalle sfumature rare che scaccia via i pensieri.
Foto di copertina: Fernando Rodrigues su Unsplash