Cose che ho imparato in 7 ore di barca in Cambogia

Pubblicato il 23 Aprile 2015

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Cambogia

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Quando decidi di partire per il sud-est asiatico, un viaggio della speranza lo metti in conto e non mi riferisco alle ore di aereo che ci vogliono dall’Italia. Penso piuttosto agli spostamenti da una località all’altra che, per forza di cose, sono affidati a mezzi tecnologicamente meno evoluti dei nostri e spesso fondati sul “si arriva quando si arriva”.

In Cambogia, dopo tre giorni a Siem Reap e la visita ai templi di Angkor, avevamo previsto uno spostamento a Battambang da organizzare in loco. Le possibilità sono due: via terra con un autobus o un mezzo privato, oppure si affida la propria sorte alle acque del Tonlé Sap, un lago che è anche un fiume e un mondo intero all’occorrenza.

Sebbene il viaggio in autobus costi meno della barca e sia anche più veloce, abbiamo scelto di percorrere la distanza da Siem Reap a Battambang via acqua. Se vi state domandando il perché siete in buona compagnia: è la stessa cosa che mi sono domandata anch’io per tutta la prima ora buona su una bagnarola che pareva assemblata con lo sputo.

Non è un viaggio per tutti, questo c’è da dirlo: non si conosce esattamente il tempo di percorrenza complessivo finché non si arriva, i sedili sono scomodi e il bagno è un buco in ogni accezione possibile. Si parte la mattina presto e si mangia solo se si sono fatte provviste prima di partire o se si ha il coraggio di provare le prelibatezze di un “autogrill” galleggiante a metà percorso, vai a sapere quali cibi hanno raggiunto quella stamberga lambendo le sponde del fiume.

 

Nonostante le premesse di cui sopra, questo viaggio nel viaggio mi sembrava degno di essere vissuto, illuminato dall’aurea del “non si può spiegare, va provato” raccontato da chi l’aveva sperimentato prima di me. Un viaggio mistico insomma, catartico: chi sono io per sottrarmi a questa seduta psicanalitica introspettiva al costo di soli 22 dollari? Se a questo ci aggiungiamo il carico metaforico del fare questa traversata il primo giorno di gennaio capirete che l’opzione era solo questa: essere traghettati nel nuovo anno con la lentezza necessaria per elaborare e digerire quello vecchio.

Arrivo subito alle conclusioni per non lasciare adito ad alcun dubbio: lo rifarei di nuovo, è un’esperienza che merita e non ricapita facilmente. Ora però lasciate che vi racconti la prima ora di viaggio (ma facciamo pure le prime due) che difficilmente potrò dimenticare. Come vi ho accennato, era il 1° gennaio e la sera prima, come da tradizione, avevamo fatto baldoria aspettando la mezzanotte. Il capodanno cambogiano aveva in serbo per noi una cena fuori a base di amok (che meraviglia mangiare a maniche corte a dicembre nei tavoli all’esterno) e qualche bevuta al ritmo di hit anglofone nelle vie principali di Siem Reap. La serata, quindi, è trascorsa piacevolmente tra un vodka lemon e una spruzzata di borotalco (sì, avete letto bene, borotalco: pare che sia divertentissimo spruzzarselo addosso mentre si balla…) finché non si è fatto tardi e siamo rientrati alla guest house con una sveglia puntata quattro ore più tardi.

Non è difficile intuire che qualche malessere poteva essere più che probabile: una sveglia antelucana, tutto il freddo del tuktuk sullo stomaco, pochissime ore di sonno e l’alcol sempre in circolazione… diciamo che prendere una barca non è proprio in cima alla lista dei consigli dei medici! La nostra bagnarola con i sedili sfondati ha dovuto attendere una mezzora prima della partenza, e intanto dondola che ti dondola mi è venuta una nausea incoercibile.

Non starò a descrivervi il bagno della barca, vi dico solo che non ne ho potuto fare a meno e che quel cesso entra di diritto nella top 3 delle esperienze più estreme della mia vita per quanto riguarda comfort e pulizia! Per tutta la prima ora di navigazione non ho fatto che chiudere gli occhi e sognare un posto più comodo in cui sentirmi male, pensando a chi me l’aveva fatto fare e sentendo un’irrefrenabile voglia di tornare indietro. Un vero incubo a ripensarci. Poi la nausea è pian piano scemata e una prima sosta su una palafitta adibita a bar (parolone) mi ha rimesso in sesto.

 

 

Passato il malessere mi sono finalmente potuta dedicare alle attività che si possono fare in sette lunghe ore di barca, anzi, diciamo pure fino alla quinta ora, che la sesta e la settima non ne potevo proprio più e le ho passate a domandare tra quanto saremmo arrivati, proprio come fanno i bambini sul sedile posteriore dell’auto.

Cosa si può fare sette ore in barca? Si può osservare fondamentalmente, e fotografare, smangiucchiare, attaccare bottone con gli altri passeggeri: ci saranno circa venti persone sulla barca e chiacchierare è facile, la Cambogia non lesina certo sugli stimoli. Se riuscite a passare sopra al rumore prodotto dal motore che accompagna la traversata sarà tutto uno scattare a destra e a manca alla ricerca del dettaglio più particolare, della scena più insolita.

 

Le persone che abitano sulle palafitte lungo il fiume non vedono tanto di buon occhio il passaggio di queste bagnarole: nonostante sia l’unico mezzo di trasporto da un agglomerato di casupole all’altro, il passaggio crea delle onde che vanno a infrangersi sui propri averi e inficiano l’efficacia delle reti buttate per pescare. Lungo il percorso ho visto tanta indigenza, sporcizia e diversi volti tesi, fatta eccezione per i bambini, che sono una forza della natura in ogni parte del mondo. Li ho visti buttarsi in quell’acqua giallastra appesi a galleggianti di fortuna, giocare indisturbati e sorridere con le mani e con gli occhi nella nostra direzione.

Tutti gli altri si stavano dedicando alle attività quotidiane svolte, però, sul pelo dell’acqua: c’era chi faceva da mangiare, chi stendeva i panni, chi pescava, chi guidava delle piccole imbarcazioni stracariche di merci, chi semplicemente aspettava la sera fissando l’infinito.

 

Tonlé Sap

Informazioni pratiche

Il biglietto della barca si prenota direttamente nella guest house in cui si alloggia oppure nelle vie centrali di Siem Reap. Prima di comprare il biglietto ho sentito diverse agenzie e facevano tutte lo stesso prezzo, cioè 22 dollari a testa (dicembre 2014). Il biglietto comprende il tragitto in barca e il passaggio dal vostro alloggio fino alla banchina da cui partono le barche. Non preoccupatevi se la mattina del pick up l’autista di tuktuk arriva tardi: noi abbiamo dovuto attendere un’ora, cosa che non mette esattamente di buon umore quando la sveglia suona alle 5! Il tragitto in tuktuk dura un po’: io l’ho passato dedicandomi all’osservazione della vita che scorre fuori dai riflettori di Siem Reap e dei templi di Angkor, scoprendo parti di Cambogia autentica che altrimenti non avrei visto.

Non volete organizzare tutto da soli? Ho un consiglio per voi!

Escursione privata al lago Tonlé Sap

Si tratta di un tour con Civitatis. Con quest’escursione scoprirete Tonlé Sap, il lago più grande della Cambogia, e prenderete parte ad una traversata indimenticabile fra le case galleggianti di Chong Kneas.

 

Disclaimer

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Tag: viaggi

16 commenti

  • clara belfanti

    ciao Serena….saremo a siem rap dal22 (provenienti da Bangkok la mattina perchè vorremmo fare il viaggio notturno in bus) al 25/26 aprile(nn abbiamo ancora organizzato il rientro perchè vorremmo usufruire dei tre giorni pieni)
    cosa e come ci consigli di vedere in così poco tempo? oltre ad Angkor che mi pare di capire nn basti un giorno?..e un giro sul lago Tolè Sap… fino a quale villaggio? Il rientro a siem reap lo faremo via terra ?..immagino sia più comodo e veloce!! Ti ringrazio per i preziosi consigli..sto organizzando questo viaggio di soli 9 giorni Bangkok e Siam reap leggondo i blog…aiutooo!!

    • A

      Ciao Clara,
      se hai 3 giorni pieni ti consiglio di sfruttarli al massimo a Siem Reap, solo per vedere Angkor ci vogliono almeno due giorni pieni.
      Il Tonle Sap non so se ti conviene, altrimenti rischi di fare veramente tante corse e gli spostamenti non sono molto agevoli da Battambang dove arriva la barca. Secondo me puoi informarti di un giro in giornata sul Tonle Sap con rientro già in serata, senza andare a Battambang. Fammi sapere come è andato il viaggio!

  • Ciao! Ho letto con piacere il tuo viaggio!:)
    Ho una domanda: c’è, quindi, necessità di pernottare a Battambang dopo la navigazione della giornata, giusto? Sai se c’è la possibilità di un trasferimento diretto da Battambang a Sihanoukville?
    Grazie mille 🙂

    • A

      Ciao Mary,
      grazie, mi fa molto piacere ti sia piaciuto il racconto di viaggio!
      Tutti quelli che hanno navigato con me si sono fermati a Battambang, fosse anche solo per riprendersi dal viaggio!
      Non ti so dire se c’è un collegamento diretto per Sihanoukville, ma pagando un taxi non credo ci siano problemi 😉
      Ad ogni modo, Battambang è carina, sono felice di essermici fermata due giorni.
      Buon viaggio!

  • Ciao Serena,
    Secondo te è affrontabile il viaggio in Cambogia con un bimbo di 9 anni? Le tappe sono più o meno le tue.

    • A

      Ciao Elisa,

      un viaggio in Cambogia assolutamente sì, la barca però non so se la consiglierei per così tante ore con un bambino… ma magari loro sono più adattabili di noi adulti! Vedrai, sarà stupendo!

  • Che bella esperienza…brava Serena, mi hai fatto venire voglia del viaggio lungo in barca. Farò i primi di settembre una tappa in Cambogia, 3 giorni a Siem Reap. La gita in barca sul Tonle Sap la volevo già fare, magari allontanandomi dalle classiche mete turistiche, pensavo di sacrificare Battambang…ma questa tua opzione massacrante potrebbe essere una soluzione. Che ne pensi? Poi Battambang è valsa la sfacchinata? Sei rientrata in barca o hai optato per il bus? Se non puoi rispondere non ti preoccupare, hai già acceso la mia curiosità.

    • A

      Ciao Francesco,
      ci mancherebbe, rispondo sempre! Sono contenta di aver stuzzicato la tua curiosità.
      Personalmente ho trovato il viaggio in barca fino a Battambang una delle esperienze più formative dei miei viaggi! Ad un primo impatto ho pensato “chi me lo ha fatto fare!” poi a mano a mano mi è piaciuto tantissimo e lo stesso Battambang, l’ho trovata interessante e meritevole, mi è sembrato di assaporare la vera Cambogia. Sono rientrata dopo la tappa a Phnom Pehn in aereo su Bangkok (le mie tappe, in ordine: Siem Ream, Battambang, Phnom Pehn).
      Ti auguro buon viaggio!

  • Cambogia in lizza tra i viaggi che vorrei fare in autunno 😀 E ora voglio fare anche questo giro in barca 😀 che poi a me, di sette ore, mi preoccupa più di tutto che, come i bambini, mi scappi la pipì e mi tocchi farla davanti a tutti in acqua 😛 siamo tutti un po’ bambini 😀

    • A

      Ahahah in realtà il bagno c’è ed è minuscolo (è un buco aperto coperto da una mini porta)… tutta esperienza!

      La Cambogia merita, mi ha stupito positivamente. Scriverò altro, ma se ti vengono in mente domande per organizzare sono qui!

  • Sono avventure che forse si apprezzano al meglio solo dopo, quando ne resta il ricordo.

    Fabio

    • A

      È proprio così Fabio,
      pensarci adesso mi fa capire di aver fatto la scelta giusta.
      Bei momenti autentici.

  • ciao, sono una tua nuova follower 🙂
    la Cambogia mi attira da tantissimi anni, anche se in realtà non so quasi niente. la tua esperienza sembra faticosa, ma anche interessante e mi sembra che permetta di offire uno spaccato di realtà ben al di fuori dei classici itinerari turistici. grazie per averla condivisa

    • A

      Ciao Lise, BENVENUTA!
      Che bello quando nuovi lettori si affacciano nei commenti! 😀
      Scusami se ci ho messo un po’ a risponderti ma ero in giro… tanto per cambiare!

      Sì, la Cambogia dà un bello schiaffo in faccia in alcune situazioni, ma credevo fosse più impegnativa, devo dire la verità. Lascia molto a livello umano ma anche culturale, e a leggere un po’ di informazioni sei sempre in tempo, ma l’esperienza che dà essere lì è tutta un’altra cosa! TI auguro di poterci andare presto! Io continuerò a scriverne…

  • L’ho letta con molto piacere! Una bellissima esperienza insomma ;-)! “Tra quanto saremmo arrivati”…già, questa frase la dico spesso anche io 🙂 ciauuu Chiara

    • A

      Ciao Chiara,
      ho capito che la Cambogia stuzzica la tua curiosità e ne sono molto felice!

      In effetti non è stata una passeggiata, ma ne vale la pena!

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