La si scorge da lontano, arroccata com’è sulla cima di una collina, protetta da mura che probabilmente hanno qualche storia da raccontare, qualche segreto da custodire: è Mdina, l’antica capitale di Malta. Il taxi ci lascia a pochi metri dalla porta d’ingresso, una carrozza trainata dai cavalli e da un cocchiere che prova a parlare italiano con un forte accento maltese ci dà il benvenuto. Entriamo e capisco subito che l’atmosfera è quella che stavo cercando, quella che mi fa strappare un “mi sono già invaghita di questo posto” prima ancora di esplorarlo.
Giusto il tempo di recuperare una mappa del piccolo centro che conserva un antico splendore ed è subito un intreccio di stradine e porte incantevoli, di archi di pietra spessa e angolini così curati che sembrano finti.
La praticità che contraddistingue la mia compagna di viaggio americana le fa chiedere cosa c’è da vedere qui, la mia risposta è stata “tutto, niente in particolare, andiamo a naso, seguiamo il nostro istinto, lasciamoci catturare da questo posto uscito da altri tempi”. Pare soddisfatta della mia risposta più poetica che utile, e faremo proprio così: ci lasceremo trasportare dall’entusiasmo della scoperta, ci riempiremo gli occhi di questa cittadina assolata di un giorno di settembre generosamente luminoso.
In realtà ci sono anche luoghi storici e d’interesse, ma Mdina mi ha colpito soprattutto per il suo magnetismo, per la sua compostezza in parte rovinata dalle orde di croceristi vocianti che si riversano tra i vicoli che meriterebbero un po’ più di religioso silenzio.
Percorrere Mdina in lungo e in largo non richiede più di qualche centinaio di passi, però ci si impiega un po’ perché ogni vicolo merita uno scatto, ogni dettagli è degno di essere immortalato e reso eterno. Alla fine dell’arteria principale della cittadina si può salire sui gradoni del belvedere appoggiato sulle antiche mura e lo spettacolo che si para davanti spazia dalla campagna al mare, in un alternarsi di verdi e gialli che rimangono impressi nella mente.

Anche se le vie sono strette e molte di esse sono all’ombra, il caldo è inclemente e cerchiamo riparo al fresco di Fontanella, un ristorante con un po’ di fresco, una bella vista e cibo locale. Mi concedo una doppietta maltese: provo i pastizzi, pasta sfoglia ripiena di piselli o di ricotta, e una ftira, una bella botta di carboidrati con almeno cinque ingredienti della cucina mediterranea.
Una piacevole scoperta sarà la visita di Palazzo Falson, la dimora del Capitano Olof Frederick Gollcher, un artista, studioso, filantropo, collezionista di oggetti d’arte e di pezzi storici. Palazzo Falson non era solo la sua casa, ma anche un ambiente per le sue opere d’arte e di antiquariato, un vero scrigno di oggetti particolari.

Dopo questa visita abbiamo spostato la bussola verso Rabat, a dieci minuti scarsi di cammino da Mdina. Di estrema importanza durante l’epoca degli antichi Romani, Rabat è oggi un sito d’importanza religiosa e storica e i turisti sono attratti perlopiù dalla Villa romana, dalle Catacombe, dalla grotta di S. Paolo (S. Paolo Apostolo pare aver vissuto qui intorno al 60 d.C., dopo essere naufragato al largo dell’arcipelago maltese) e dalle numerose chiese e bellissimi monasteri.

Il nostro obiettivo, però, è più profano che sacro: stiamo cercando uno dei luoghi in cui è stato girato Games of Thrones, la serie televisiva Il Trono di Spade di cui io non so nulla ma di cui la mia compagna di viaggio olandese pare una grande appassionata.
Finiremo il nostro giro così, con una sosta in un bar qualsiasi ma che ricorderò sempre per il sorriso della cameriera (qui sono tutti estremamente carini, disponibili e sorridenti, devo capirne il segreto!) e per il refrigerio dato da una bibita fresca all’ombra della cattedrale.
Questo post si inserisce nel progetto Blog Island in collaborazione con l’Ente del Turismo Maltese. Trovate tutto in Rete sotto l’hashtag #MaltaIsMore.
2 commenti
Viaggio AnimaMente
Immagino sarà bellissimo scoprire Mdina e Rabat *_*
Mercoledì
C’è una bella atmosfera, è un posto che non mi aspettavo di trovare.
Vedrai, ti piacerà Saretta!