Minimalismo in viaggio: cos’è e come metterlo in pratica

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Consigli di viaggio

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minimalismo
/mi·ni·ma·lì·ṣmo/
sostantivo maschile
1. La moda artistica e letteraria dei minimalisti.
2. Tendenza a ridurre al minimo la realtà spec. politica o il proprio intervento su di essa.
Origine
Der. di minimalista •1952.

Il minimalismo: cos’è e da dove nasce

Il minimalismo nasce negli Stati Uniti come corrente artistica negli anni Sessanta. Il termine è stato coniato dal filosofo dell’arte Richard Wollheim e poi ripreso dall’architetto Mies Van Der Rohe nel suo manifesto Less is more, frase che poi è diventata lo slogan del movimento. I principi chiave del minimalismo – la concentrazione su ciò che è essenziale, la rimozione del superfluo e la ricerca del godimento massimo – sono stati poi riportati e adattati a vari campi del sapere. Ritroviamo così il minimalismo nella moda, nell’architettura, nella letteratura, nella musica fino ad approdare alla vita quotidiana.

Ai nostri giorni il minimalismo assume il carattere della necessità in un mondo sempre più consumistico e legato agli oggetti. Il minimalismo, infatti, si contrappone a ogni spreco e alla valorizzazione delle esperienze piuttosto che ai beni materiali. I due più famosi portabandiera di questo movimento globale sono Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, fondatori del blog The Minimalists, di cui vi consiglio di guardare anche il documentario “Minimalism” su Netflix.

Foto di Rubén Bagüés su Unsplash

Minimalismo in viaggio

Il minimalismo può essere applicato anche al viaggio. Il che significa solo in parte alleggerire i bagagli: è piuttosto l’adozione della mentalità “less is more” per lasciare che ci sia spazio per osservare tutta la bellezza del mondo e riempire la valigia di esperienze piuttosto che di cose. Viaggiare ci insegna che abbiamo bisogno di poche cose e partire leggeri è una rinuncia alla propria comfort zone: non sempre è facile lasciare a casa oggetti personali che ci rassicurano e ci legano a un posto, alla quotidianità.

Quante volte siamo partiti carichi di vestiti che poi sono rimasti piegati in valigia senza essere utilizzati oppure oggetti che non ci sono serviti per niente? Meglio partire leggeri per essere più agili negli spostamenti e perdere meno tempo. Per ogni oggetto che state per mettere in valigia domandatevi: “mi serve veramente?” e “avrò modo di usarlo?”. Ho imparato nel tempo a portare pochi cambi (sia per me sia per le mie figlie) versatili e abbinabili tra loro e a lavare gli indumenti in viaggio. A tal proposito vi consiglio la lettura di questo post che ho scritto un po’ di tempo fa: “Viaggiare leggeri: consigli per alleggerire la valigia“.

Il minimalismo è un percorso: non pensiate che sia sempre stato così il mio modo di viaggiare! Un po’ spartana per la verità lo sono sempre stata, ma la scelta di portare poche cose l’ho maturata nel tempo, sperimentando sulla mia pelle quanto fosse diverso viaggiare leggera senza trascinarmi macigni. Avevo raccontato qualcosa sulle mie prime valigie nel post “Com’è cambiato il mio modo di viaggiare nel tempo“, è un post divertente, spero che vi vada di leggere anche quello!

Foto di Erol Ahmed su Unsplash

Viaggiare leggeri: un risparmio di tempo e denaro

Viaggiare leggeri significa anche risparmiare tempo e denaro: ogni valigia in più significa code ai check-in e un sovrapprezzo per i chili che vi portate dietro. Se in aereo non imbarcate alcun bagaglio e viaggiate solo col bagaglio a mano siete più agili e risparmiate. Avere meno bagagli da recuperare fa risparmiare anche tempo sia in aeroporto sia negli spostamenti a piedi. Inoltre, meno hai e meno rischi di perdere pezzi in giro per il mondo! Noi viaggiamo con uno zaino da 40 litri per uno e ci basta anche per due settimane.

Oltre ai vestiti, anche il beauty può essere minimalista: saponi e prodotti solidi non vanno separati in buste di plastica per i controlli in aeroporto, non si rischia di eccedere con le quantità e non c’è la possibilità che si rovescino liquidi nel bagaglio. È importante che ognuno decida cosa è essenziale per sé. Parto sempre lasciando un po’ di spazio nel bagaglio in caso di acquisti in loco, anche in questo caso con un occhio al minimalismo e al sostegno delle economie locali.

Minimalismo in viaggio significa anche scegliere delle attrezzature durevoli e di qualità. Zaini solidi, giacche ben fatte, oggetti creati per durare nel tempo: saranno più cari magari, ma alla lunga una scelta di qualità ripaga. Anche i dispositivi elettronici necessari dovrebbero rispondere ai requisiti di leggerezza e poco ingombro. Oppure lasciare tutto a casa e abbracciare il minimalismo digitale per fare un po’ di sano detox.

Sull’argomento ho scritto questo post: “Attrezzatura da viaggio: cosa metto nel mio bagaglio

Foto di Dinh Ng su Unsplash

Essere minimalisti richiede pianificazione

Minimalismo in viaggio significa un’attenta pianificazione degli spostamenti e delle cose da fare perché siano a più basso impatto possibile senza rinunciare ad attività appaganti. Spesso la bellezza sta nelle piccole cose, non nelle imprese colossali, nel lusso o estremo comfort: trovare il modo di creare connessioni profonde e significative con le persone che si incontrano e i luoghi che si visitano, immergersi in una nuova cultura senza pregiudizi, viaggiare consapevolmente sono atti di minimalismo.

Un ultimo consiglio: anche i biglietti possono essere ridotti all’essenziale, digitalizzando dove possibile. Molti biglietti possono essere fatti online o mostrati in formato digitale: basta uno smartphone, non occorre stampare.

 

Questo post nasce a corredo di una collaborazione su Instagram tra me (questo il mio account Instagram) e Marta @laragazzaeco, che per tutto il mese di febbraio parla sul suo profilo di minimalismo declinato in vari campi insieme a esperti di settore.

 

[Foto di copertina: Simon Berger su Unsplash]

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