Questo soltanto c’è da fare in questo mondo

Pubblicato il 25 Ottobre 2012

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Love Post

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Pensate, bambina cara, a sistemare la vostra vita per essere felice. 
Pensate che questo soltanto c’è da fare in questo mondo, 
che il passato non esiste e che si tratta solo 
di vivere dolcemente oggi e domani. 
Tutto il resto è illusione. 
Vi bacio teneramente 
e vi prego di scrivermi 
quando non avrete nulla da fare.
 
Lettera di Voltaire indirizzata a Madame Denis,
tratto da “Lettere d’amore alla nipote”

Cos’altro posso aggiungere se non un sorriso compiaciuto e una testa che annuisce a queste parole? Le parole, le parole… partenza e destino di ogni cosa, hanno un significato anche quando mancano, le parole. A me mancano in questo momento, o forse ne ho così tante che non riesco a dar loro un verso, penso di offenderle se non le tratto con la dovuta cura che vorrei riservar loro.

A volte mi sembra di aver già detto tutto, come se fosse stupido cercare di esprimere un concetto diverso da questo: che la vita è una continua ricerca della felicità. Mi sento in uno stato di grazia che quasi mi spaventa, tale che vorrei che ogni cosa rimanesse così, o meglio, che io mi sentissi sempre così, in una continua evoluzione di situazioni, luoghi e conoscenze che mi fanno sperare che niente è perduto, che tutto importa.

Vorrei distinguere ogni singola gioia come gli ingredienti di un calderone che ha iniziato la sua ebollizione: il risultato è buono perché è composto di tutti quegli elementi che ormai formano un tutt’uno, non si sa più cos’era sedano, carota o acqua salata. Gioisco di una famiglia unita che trova sempre un motivo per festeggiare la vita, sorrido a un nonno che pronuncia “ultranovantenne” al terzo o quarto tentativo, mi compiaccio di fronte a una sorella incoronata d’alloro che va a grandi falcate verso il futuro che ha scelto.

Più di tutto custodisco un amore al primo giro di boa e cullo la prospettiva di guardare insieme verso un unico destino, senza sciorinarla troppo, fosse mai che si sgualcisca. Penso alle parole che non ci siamo detti a suo tempo, quando i frutti erano acerbi e avevamo ancora molto da raccogliere. Quando eravamo due anime in pena a fissare il muro dello stesso ufficio, quando il guardare nella stessa direzione aveva tutto un altro significato, meramente letterale. Adesso ci guardiamo a lungo e intensamente, non pronunciamo nemmeno una parola: non ne servono molte altre a quel punto.

4 commenti

  • Cara Valentina dei solstizi,
    sono una ragazza fortunata (due righe e due citazioni di canzoni!) anche perché ho dei lettori come te, che leggono le e tra le righe, che commentano con passione e mi fanno sentire ancora più su dello stato di grazia! Grazie davvero!

  • valentina (quella dei solstizi)

    Prendila come opinione personalissima, tuttavia, mi sa che tu hai già colto l’essenza della felicità cara sere, imparando ad assaporare ogni momento di cui è fatto il tuo percorso. Anche se questo “stato di grazia” dovesse scolorirsi, sembri avere tutta la sensibilità e la saggezza necessarie per dar valore a ogni nuova sfumatura che potrebbe presentarsi.
    Che donna!

  • Valu (mi prendo la confidenza di chiamarti così anche se non ci siamo mai viste di persona, perché ti sento vicina!) leggere i tuoi commenti non fa che accrescere la mia felicità!
    Non è mai ripetitivo, è solo bello! 🙂
    Grazie infinite!

  • Serena lo so che lo dico sempre e forse, ormai, non gli darai il dovuto peso. (Non poi che io conti qualcosa eh..) ma le tue parole mi emozionano. Mi fanno venire la pelle d’oca e penso “ma come le usa bene queste parole sospese, dette e non dette”. Ecco cosa penso. Quindi niente, solo complimenti. Davvero.

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