Ho corteggiato Elena per questa intervista fino dal momento in cui ho chiuso l’ultima pagina del suo libro “San Francisco, Ritratto di una città” edito da Odoya e pubblicato nel 2017. Ho letto il libro di Elena Refraschini, docente di Inglese Americano, subito prima di partire per il nostro viaggio negli Stati Uniti sud occidentali, durante il quale abbiamo fatto tappa a San Francisco giusto il tempo di farci un’idea veloce di una città che meriterebbe tantissime visite. Elena ne ha passati molti di periodi a San Francisco e da ogni viaggio è tornata sempre più innamorata ed esperta di questa città, tanto da spingerla a scrivere questo libro che sarebbe limitante chiamare guida di viaggio, è piuttosto una raccolta di storie e di aneddoti sulla City by the bay. Il tutto scritto in maniera appassionante e coinvolgente, il che non è poco.
San Francisco ha tante anime: quella rock delle tante rivoluzioni culturali e dei movimenti di protesta, quella pop della tecnologia e del design, quella lgbt, quella culinaria, quella ambientalista, quella degli esploratori e dei musicisti. San Francisco è tante città in una ed Elena ce le racconta tutte secondo il suo vissuto e la sua sensibilità dopo tantissimi viaggi. Come si legge nel risvolto di copertina del libro: “San Francisco è la città del dream of the West: quell’Ovest dove i sogni non hanno limiti.”
Vi lascio con le domande che ho fatto a Elena e le sue risposte che sono sicura vi incuriosiranno e vi faranno voglia di leggere il suo libro: buona lettura!
Intervista a Elena Refraschini
Da cosa nasce il tuo amore per San Francisco?
Innanzitutto, grazie mille per avermi ospitata sul tuo sito: come sai sono una tua lettrice da tanti anni e sono molto emozionata di poter raccontare la “mia” città da questo spazio!
Il mio amore per questa città è stato innanzitutto letterario: ai tempi del liceo, avrò avuto quattordici anni più o meno, scoprii quasi per caso “Sulla strada” di Kerouac. Fu una lettura davvero esplosiva per la mia vita. Da lì passai a esplorare tutti gli autori della Beat Generation per poi arrivare a interessarmi alla stagione delle proteste studentesche a Berkeley, alla Summer of Love e a tutta l’estetica e le istanze sociali portate avanti dagli anni Sessanta agli Ottanta. Sentivo che San Francisco, in qualche modo, era la mia casa elettiva ancora prima di visitarla per davvero. Questa sensazione non ha fatto che rafforzarsi, poi, a ogni nuovo soggiorno.
Quante volte sei stata a San Francisco? Cos’è che ti porta a tornare sempre là?
Ecco, come accennavo prima, quello con San Francisco è un rapporto per me talmente intimo che non è possibile esaurirlo in solo un paio di visite. Ricordo chiaramente i miei primi minuti in città, quella prima volta nel luglio del 2004. Negli anni successivi, ogni ripartenza verso l’Italia era davvero straziante, ma mi consolavo con la consapevolezza che quella non sarebbe mai stata l’ultima volta. È proprio un’attrazione fatale verso la sua luce (che Ferlinghetti aveva cantato in una bellissima poesia riportata nel mio libro: “La luce mutevole di San Francisco (…) / È luce del mare / Luce di isola / E la luce della nebbia / sopra le colline come una coperta”), verso le sue strade, le sue storie, le persone che vi abitano. Tra queste, non posso almeno menzionare la mia “nonnina adottiva” Katie, che mi ha accolta nella sua casa quel primo soggiorno e tutti i successivi 20 (mi pare). Mi manca tantissimo, specialmente ora che la pandemia ci sta costringendo a non vederci da più di un anno. È la prima separazione così lunga da quando ci conosciamo!
Quale storia sulla città ti affascina di più? C’è un’epoca che ti rispecchia più di altre?
Visti i motivi per cui ho scelto questa città come prima zona da esplorare negli Stati Uniti, devo dire che ho un debole per le storie delle lotte sociali del Novecento. Allo stesso tempo, però, da un ventennio penso che San Francisco stia combattendo la vera lotta per la vita: ci sono diversi processi economici e sociali che hanno messo in serio pericolo lo spirito per cui questa città è diventata celebre nella storia americana. Ne parlo in modo piuttosto approfondito nel mio libro perché credo siano fenomeni che nessun visitatore può fare a meno di comprendere, per cogliere davvero l’anima di questo posto. Penso quindi che sia molto importante anche rimanere aggiornata sugli ultimi eventi di particolare rilevanza, per riuscire ad apprezzare al meglio questo come qualsiasi altro luogo.
Qual è stata la scintilla che ha dato vita all’idea del libro?
Nel 2015 ho portato per la prima volta quello che sarebbe diventato mio marito in visita in città. Mi sono molto divertita a fargli da guida in quei giorni, non solo perché conosco San Francisco come le mie tasche, ma anche perché quella città racconta molto anche di chi sono io (e mi ha aiutata a eliminare dal quadro diversi fidanzati negli anni precedenti, anche se sembrerà strano da dire). Insomma, io mi fido di San Francisco, e San Francisco si fida di me. Così appena tornata a casa ho iniziato a scrivere qualche appunto sui luoghi, sulle storie e sulle persone che più amavo di questo luogo. Sin dai tempi dell’università, poi, ero stata un’avida lettrice delle guide culturali di Odoya. Iniziai dunque a lavorare a una proposta editoriale per la loro collana nel corso di quell’anno e il libro vide poi la luce a fine 2017 dopo un lungo lavoro di ricerca e scrittura. Peraltro, è anche grazie al libro se qualche mese dopo ho fondato la mia scuola online di Inglese Americano, con l’obiettivo di divulgare la lingua e la cultura americana. Mi sono accorta che c’erano molte più storie da ascoltare, rispetto a quelle che potevano trovare posto nel libro. Così ora le porto nelle case dei miei corsisti italiani.
Qual è il tuo posto del cuore a San Francisco?
Ah, questa è una domanda troppo difficile! Ne ho diversi, e ho deciso consapevolmente di tenerne alcuni fuori dalla sfera pubblica (il rapporto con le città è come una relazione amorosa: che relazione è, se non si lascia nulla nella sfera privata?). Parlo sempre volentieri però di due luoghi del cuore che mi sono particolarmente cari, peraltro si trovano a qualche metro l’uno dall’altro. Il primo è l’Ina Coolbrith Park, un piccolo parco vicino alla sommità di Russian Hill dal quale ammirare alcune meravigliose case storiche, ma anche una vista impareggiabile sulla città e sulla baia. È diventato uno dei miei posti preferiti da cui salutare la città, ogni volta che arrivo o che riparto. L’altro luogo ha invece carattere letterario (e no, non è la libreria City Lights, che a essere onesta – avendo lavorato tanto coi librai americani – non è un posto che ho mai amato particolarmente). Si tratta di Macondray Lane, un piccolo vialetto acciottolato raggiungibile solo a piedi a un isolato dal parco di cui ti scrivevo prima. È il vicolo dove si intrecciano tutte le vite nel corso di 40 anni di storia nei “Racconti di San Francisco” di Armistead Maupin. Trovo che sia una delle letture più azzeccate per chi voglia esplorare la città attraverso i libri. è certamente una lettura “unassuming”, come dicono gli americani, senza pretese: ma c’è dentro tantissima “sanfranciscanità” in nove romanzi e centinaia di vite. L’anno scorso Netflix ha prodotto una mini-serie basata sull’ultimo libro e sono molto contenta che finalmente anche il pubblico italiano abbia imparato a conoscere questo autore così importante per la città (puoi immaginare l’orgoglio che mi provoca sapere che anche il mio libro è nella sua libreria di casa!).
Un itinerario fuori dalle classiche rotte che vuoi suggerire?
Rischierei di dare un consiglio che poi non fa breccia: ognuno, in una città, cerca qualcosa che gli manca o che in generale lo attrae nella vita. Si potrebbe pensare a itinerari letterari, passeggiate dedicate alla storia della corsa all’oro o degli hippy negli anni Sessanta, oppure un tour della “nuova” San Francisco delle aziende tecnologiche. Posso però dirti che negli anni mi hanno scritto tanti lettori del libro che hanno deciso di utilizzarlo come guida “pratica” alla città, nonostante non fosse pensato esattamente con quello scopo: armati di centinaia di post-it, sottolineature e note a margine, sono andati a caccia dei luoghi che nella città erano stati protagonisti delle storie che più avevano amato. Da quel punto di vista quindi sono sicura che ciascuno potrà trovarci la città che più gli si confà.
3 aggettivi che associ immediatamente a San Francisco?
Libera, liminare. Sofferente, per certi aspetti. Sono tutti e tre nuclei su cui ho molto ragionato nel libro.
Dove possiamo trovare il tuo libro?
Si trova facilmente in tutte le librerie, sia fisiche che online. Anche a San Francisco!
Dovendo riassumere in poche righe il messaggio del libro, cosa diresti? Cosa vorresti che un lettore capisse da questa lettura?
Vorrei che il lettore capisse che ogni città, non importa quanto piccola o quanto giovane, è un organismo complesso che è il prodotto di tutte le vite che ha vissuto prima che tu ci arrivassi, e di tutte le forze che la stanno manipolando mentre tu sei lì (turismo compreso). In quest’epoca di viaggi “mordi e fuggi”, dove raramente si dedicano a questa città più di tre giorni, ho cercato di fornire uno strumento al viaggiatore attento per andare in profondità e comprendere le dinamiche che muovono San Francisco, senza necessariamente frequentarla per anni come ho fatto io. Credo molto, come te, in un’idea di turismo consapevole e nel mio piccolo spero di aver incoraggiato un modo di viaggiare più attento in questa città. Tanti lettori mi hanno scritto o detto che grazie al mio libro sono riusciti ad apprezzare San Francisco in modo più consapevole, magari deliziando gli amici con aneddoti che nemmeno tutte le guide della città conoscono. Se un visitatore lascia la città con un’opinione completa e stratificata su di essa, ma comunque avendola amata, penso di aver fatto un buon lavoro. Ora dovrai essere tu, però, a dirmi se ci sono riuscita! 😊
… direi proprio di sì, cara Elena! Consiglio il tuo libro a chiunque voglia scoprire di più su questa città, a chi voglia approfondirne la storia e scoprirne posti meno noti, a chi voglia immergersi in tanti rimandi fatti di libri, canzoni, artisti… vite. Grazie Elena per le tue preziose parole!
Vi lascio tutti i contatti utili di Elena:
Elena Refraschini su Instagram
Sito di Inglese Americano dove potete vedere i corsi che Elena tiene e a cui potete iscrivervi per imparare l’inglese americano
Blog Storie di San Francisco con tante curiosità sulla città
Il link al libro su Amazon: “San Francisco, Ritratto di una città”
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