Strani, ‘sti portoghesi

Pubblicato il 11 Giugno 2008

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Erasmus

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Se l’Italia gioca una partita importante la nazione si blocca, chi deve lavorare fa di tutto per uscire prima o per trovare una televisione, anche minuscola, per poter seguire il gioco.

Pensando a questo, stamattina ho mandato una mail alla professoressa per chiederle se ci sarebbe stata lezione, nonostante fosse concomitante con la partita. Lei mi risponde di sì ed io mi presento sperando di giocarmi la carta “presenza” per passare l’esame e pensando che nell’aula saremmo state io, la prof e le balle di fieno. Invece no, tutti presenti, attenti e con mille domande di chiarimenti alla fine della lezione, che, dico io, lo sanno tutti che le domande alla fine non si fanno, soprattutto se gioca la nazionale.

A fine lezione avevano allestito un maxi schermo nell’aula dell’associazione studenti ed ho visto tutto il secondo tempo lì, in un tripudio di “FOOOOOOOOOOOOOOOODES” e “CARALHO” che mi ha fatto scompisciare. Tutto sommato erano composti, nessuno insultava le mamme ceche o scomodava santi in Paradiso. Il delirio viene alla fine della partita, e non riesco a spiegarmi questa divergenza di comportamento tra il durante e il dopo. Infatti, ad ogni vittoria, i portoghesi invadono le vie della città e cominciano a strombazzare coi clacson per delle ore, sventolano bandiere fino a notte fonda e urlano “Portugaaaaaaaaaaaaal” fino a perdere la voce. Addirittura c’è gente che si è arampicata sulla statua di Marques de Pombal a sventolare bandiere verde-amaranto scomodando i piccioni che sono soliti prendere il sole sulla testa dell’illustre marchese.

Per questo sto pensando che, nel caso di vittoria del Portogallo, vedrei delle scene assurde qui e per di più la finale è il 29 giugno. (A buon intenditor..!). Sai che festa…

P.S. Non c’entra nulla, ma siccome c’ho riso per un quarto d’ora ve lo dico. Ho fatto il viaggio di ritorno dall’università in metro con Dinko, un bulgaro trapiantato in Finlandia che parla mille lingue e che fa il corso di portoghese con me. A un certo punto mi fa: Vorrei fare l’amore con la donna che dà la voce alla metro e farmi dire tutto il tempo “Proxima paragem: Marques de Pombal. Ha correspondencia com a linha azul!

Serena Puosi

Ciao, sono Serena, scrivere è da sempre la mia passione e nel 2008 ho deciso di aprire un blog per condividere i miei viaggi: da allora non mi sono più fermata! Amo vedere con i miei occhi nuove destinazioni, mi attrae tutto ciò che è diverso dalle mie abitudini e ho sempre la valigia pronta per la prossima meta. Mi piacciono i posti di mare e le isole, ho un debole per l'Asia e non mi tiro mai indietro alla domanda "Partiamo?"

2 commenti

  • Sto cercando sul tuo blog post dedicati a Porto, perchè domenica io e Gianni ci spediamo i miei 🙂
    Ammetto…ho riso molto con il finale di questo perchè… Avevo letto da qualche parte che la voce della Yamanote Line di Tokyo ti stimola volutamente questo effetto (magari quando ci vediamo ti faccio l’imitazione e facciamo due risate!)!
    Bella tu! 🙂

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