Dinosauri e musei sono due entità apparentemente inconciliabili, ma per la fortuna di Fidino e di tutti i bambini con famiglie al seguito abbiamo avuto modo di capire che non è così.
Quando ho visitato la mostra “Dinosauri in carne e ossa” sono tornata a casa con una riflessione che mi ronzava in testa e riguardava l’evoluzione dei musei e dell’esperienza che il visitatore cerca, sempre più interattiva e fuori dagli schemi.
Senza pretese di scientificità voglio mettere in risalto quanto questa iniziativa sia innovativa e quanto altri musei, centri culturali, biblioteche possano imparare affinché i bambini (e non solo) sentano la fame di cultura senza farsi venire il latte alle ginocchia (espressione, come noterete, a elevato contenuto scientifico!).
Nel tempo i musei si sono evoluti e continuano ad evolversi dal punto di vista del pubblico a cui si vogliono rivolgere, delle modalità di comunicazione, di coinvolgimento e degli obiettivi. L’evoluzione si sta facendo ancora più marcata perché in molti musei ai visitatori viene proposto di utilizzare le nuove tecnologie per ricevere le informazioni.
Il parallelismo è presto fatto: l’evoluzione delle specie ha fatto estinguere i dinosauri e l’evoluzione della tecnologia ha dato nuova linfa alla fruizione della cultura, eliminando dall’immaginario collettivo l’andar per musei solamente ad osservare. Oggi non si vuole essere spettatori passivi, ma personaggi coinvolti nell’esperienza.
L’approccio e la concezione di museo nel tempo cambia radicalmente: dalle prime gallerie d’arte del Cinquecento in cui si curiosava nelle stanze per vedere le meraviglie della natura e dell’ingegno umano ai musei dell’Illuminismo dove si raccoglievano, classificavano e ordinavano esemplari zoologici e botanici. Nell’Ottocento si impose lo sguardo “biologico”e, infine, la tendenza di oggi è di rendere il museo il meno possibile custode di reliquie ma il più possibile interattivo.
Come fare interessare i bambini alla storia dei dinosauri? Come far rimanere loro in mente concetti, date, nomi, numeri senza che cominci a sbadigliare dopo due minuti? Ecco che entrano in gioco “Dinosauri in carne e ossa” e il Jurassic Social Media Team.
Il museo deve rendere comprensibili le opere che espone e comunicare non significa solamente fornire informazioni, ma rendere il museo un luogo “da vivere”, dove il visitatore può assumere verso gli oggetti esposti un ruolo attivo.
Gli allestimenti più efficaci sono quindi quelli dotati di tecnologie interattive, le spiegazioni più utili quelle che coinvolgono il fruitore del museo con domande che suscitano la riflessione, contengono riferimenti alla vita quotidiana e al background di conoscenze di ognuno. Ecco allora che le guide della mostra “Dinosauri in carne e ossa” invitano i bambini a chiedere, confrontano la vita dei dinosauri con le attività quotidiane dei piccoli visitatori e li spronano a intervenire finché non sono talmente coinvolti e rilassati che vanno fermati i loro prorompenti commenti!
L’esperienza di visita di un museo deve essere ricordata come piacevole, interessante e costruttiva. “Dinosauri in carne e ossa“… missione compiuta!
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