
Per una sera abbiamo messo da parte pacchi di pasta e sughi italiani: abbiamo mangiato cibo giapponese cucinato da Fumi di Osaka!
Vorrei potervi scrivere i nomi di quello che abbiamo mangiato, solo che me lo sarò fatto ripetere dodici volte e ancora non ho imparato una sola parola! In compenso Fumi impara velocemente parole italiane più o meno esistenti (per un’intera serata ha continuato a dire caffè stronzo, chissà chi gliel’ha insegnato..!).
Sono quasi certa di aver mangiato alghe con riso, salmone, uovo e insalata; per il resto non saprei cosa ho ingurgitato, ricordo spaghetti giapponesi con carne e carote, un tortino con verza e altre verdure da mangiare con una salsa di soia, una specie di zucchero filato al gusto di fragola che frizzava e biscotti di riso mezzi salati e mezzi dolci. Magari così non rende, ma era tutto davvero buono, non aveva niente a che vedere col ristorante giapponese di Viareggio!
Grande Fumi!!!
Dopo la cena siamo andati in Alfama, dove gli alfacinhos stanno allestendo i banchetti di sardinhas assadas (sardine grigliate), bifanas (panino con fettina di carne) e farturas (rinominate da Nicco IN-farturas in quanto pasta fritta piena zeppa d’olio, zucchero e cannella) per S.Antonio, festa di Lisbona che comincia ufficialmente stanotte e continua per qualche sera.
Tornando a casa, ieri notte, un dubbio atroce ha assillato tutti noi fino alle rispettive case…
Come inizia la canzone Maracaibo?!?
Per colmare questa imperdonabile lacuna, Daniela mi ha inviato il testo della canzone! Non abbiamo più scuse ora!
Maracaibo balla al barracuda si ma balla nuda, Zaza.
Si ma le machine pistole si ma le mitragliere
era una copertura faceva il traffico d’armi con Cuba
Innamorata si ma di Miguel
ma Miguel non c’era era in Cordigliera da mattina a sera.
Si ma c’era Pedro con la verde luna
L’abbracciava sulle casse, sulle casse di nitroglicerina
Tornò Miguel tornò, la vide impallidì
Il cuore suo tremò, quattro colpi di pistola le sparò.
Maracaibo, mare forza nove, fuggire sì ma dove, Zaza.
L’albero spezzato una pinna nera
nella notte scura come una bandiera
morde il pescecane nella pelle bruna
una zanna bianca come la luna.
Maracaibo, finito il barracuda, finito ballar nuda, Zaza.
Un gran salotto ventitré mulatte
danzan come matte casa di piaceri per stranieri
centotrenta chili splendida regina
rhum e cocaina, Zaza.
Se sarai cortese ti farà vedere
nella pelle bruna una zanna bianca come la luna
4 Comments
“Fumi di Osaka” !
Sembra la reclame di un profumo di Chanel!
Papi
Non era un tortino di verze. Se vuoi ti dò la segretissima ricetta che sono riuscito a estirpare a Fumi: farinha, ovo, agua e… nada mais!
dammi retta, meglio la scarpaccia!
x papi: semplicemente fantastico..!
x marco: ma come?! Allora quelle cose verdi nel mezzo cos’erano?!
ma come, non le hai riconosciute? erano karikimafumi kotomimamashi nakigasawana!
spero tanto di sbagliarmi e che fossero davvero verze!