In un ipotetico sondaggio in cui si chiedesse il nome del primo pittore o artista che viene in mente, sono convinta che la maggior parte delle persone risponderebbe Pablo Picasso. Del resto l’artista, coi suoi 70 anni di carriera, è stato il più prolifico del XX secolo ed è considerato da molti il padre dell’arte moderna.
Quello che mi interessa capire, al di là della fama meritata come pittore, ceramista e quant’altro, è il Picasso uomo, dal momento che sono fermamente convinta che qualsiasi artista sia influenzato dalla vita privata e che le opere siano frutto della somma dell’esperienza vissuta, della società e della personalità.
Andaluso di nascita e di Barcellona d’adozione, Pablo Picasso y Ruiz nasce nel 1881 in una famiglia già votata alla pittura. Il padre, infatti, era professore di disegno e il figlio dimostrò fin da subito le sue qualità eccezionali come giovane pittore di alta qualità. Picasso era ben consapevole di queste doti e non dubitò mai che la sua carriera sarebbe stata un grande successo, tanto che, come tutti i pittori ambiziosi del tempo, si recò a Parigi dove espresse il suo “Periodo Blu”, seguito dal “Periodo Rosa”.
Il periodo parigino di Picasso ci restituisce un’immagine squallidamente affascinante fatta di circoli di poeti e artisti bohémiens, un amore ricambiato con la modella Fernande Olivier e i primi successi presso i collezionisti a soli 26 anni.
Fu proprio a questa età che dipinse il capolavoro “Le Demoiselles d’Avignon”, il quadro rivoluzionario che diede il via al Cubismo e conservato al MoMa di New York. A Palazzo Blu all’interno della mostra “Pablo in blu” si trova un dipinto preparatorio esposto raramente: “Nu aux bras levés”.
Sicuramente l’artista fu influenzato dall’aver conosciuto un pittore di talento come Georges Braque, col quale cambiò il corso dell’arte abbandonando l’idea tradizionale secondo la quale un dipinto doveva ritrarre una scena o un oggetto da un unico punto di vista.
La vita amorosa di Picasso è stata piuttosto turbolenta e questo si è rispecchiato nella produzione artistica: tante sono le donne amate, tante sono le forme d’arte in cui si è cimentato continuando a esplorare la propria visione personale fino alla morte, che lo colse novantaduenne per un attacco di cuore nella sua villa in Provenza dove aveva trascorso gli ultimi quindici anni della sua vita.
Dopo l’amore con Fernande Olivier, Picasso a Roma si innamorò della ballerina Olga Koklova. I due si sposarono ed ebbero un figlio, Paulo, ma la stabilità della coppia entrò in crisi quando Picasso conobbe Marie-Thérèse Walter, una ragazza di 17 anni (lui ne aveva 45) dalla quale ebbe una figlia, Maya. Il fallimento del matrimonio con Olga gettò Picasso in uno stato di profonda depressione che ebbe ripercussioni anche nel suo lavoro, dando inizio al periodo poetico dell’artista. Ben presto il posto di Marie-Thérèse fu preso dalla fotografa Dora Maar e, dopo qualche anno, dalla ventunenne Françoise Gilot, dalla quale ebbe Claude e Paloma. Da questo momento in poi comincia il percorso di Picasso dedicato alla ceramica, destinata a imporsi prepotentemente nella sua produzione degli ultimi anni.
Le storie di Picasso non finiscono qui, dopo Françoise Gilot Picasso sposò Jacqueline Roque e con lei si stabilì in Costa Azzurra. Gli ultimi anni della sua vita furono straordinariamente prolifici e vitali, anche se il decadimento fisico e il contrasto giovinezza/vecchiaia lo ossessionarono fino alla fine dei suoi giorni, in una sorta di esorcizzazione dell’ineluttabile morte.
Il geniale artista ci ha lasciato una quantità innumerevole di pitture, sculture, ceramiche, opere grafiche, ha lavorato perfino per il teatro realizzando costumi e scene. Palazzo Blu ha superato la difficoltà di organizzare una mostra che potesse includere le varie sfaccettature del percorso artistico del maestro spagnolo proponendo un itinerario espositivo strutturato come una sorta di racconto biografico e mettendo in luce l’evoluzione artistica del genio spagnolo, ma anche le diverse tappe della sua lunga e movimentata esistenza, che inevitabilmente si intreccia con i drammatici avvenimenti del secolo scorso. Le opere esposte provengono prevalentemente dal Museu Picasso di Barcellona, dai musei di Malaga, Antibes e New York.
Tuttavia, tra le leggende che aleggiano intorno al nome di Pablo Picasso è difficile discernere ciò che è reale da ciò che, invece, è stato inventato. Dal canto suo, però, il grande Pablo non sembrava dare troppo peso a quanto la stampa scriveva sul suo conto: era sufficiente che in qualche modo si parlasse di lui.
Tutte le foto del post sono di Alessandro Beneforti.
2 commenti
Mercoledì
Fez che bello leggere il tuo commento!
Fazes-me falta! 🙂
Grazie (e benvenuto tra i fan!
Anonymous
Sere tu mi fai emozionare.
bellissime cose
fez