7 buone ragioni per acquistare vestiti di seconda mano

Pubblicato il 18 Febbraio 2021

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Cose belle

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I vestiti di seconda mano accompagnano la mia vita da sempre, fin da quando, ancora bambina, vestivo con gli abiti passati dalle mie cugine più grandi, che a mia volta passavo a mia sorella. Al liceo, poi, era diventata anche una questione identitaria: vestirmi con abiti vintage presi alla mia bancarella preferita di Viareggio mi faceva sentire parte di quel gruppo che oggi chiameremmo di “radical chic” avversi al capitalismo e alle mode che sfruttano i lavoratori.

Con la nascita delle mie figlie la pratica di scambiare vestiti con le amiche è diventata una prassi consolidata, dato che i bambini crescono così velocemente da non sfruttare tutto il potenziale dei capi di abbigliamento che però servono in gran numero per la frequenza dei cambi. E così buste di vestiti di seconda o terza mano hanno cominciato a viaggiare di casa in casa, fermandosi per un po’ laddove c’era un bambino di poco più piccolo del proprietario precedente di tutine e maglie mignon.

Un altro bel ricordo legato ai vestiti second hand sono i pomeriggi di scambio organizzati dalla mia amica Sara, che con la sua allegria coinvolgente riusciva a radunare un sacco di persone nel suo salotto, dove partecipavamo a vere e proprie aste di vestiti e lei a fare da banditore per il miglior offerente (quello che alzava prima la mano).

Insomma, avrete capito che i vestiti di seconda mano mi suscitano da sempre grandi gioie e sono felice di aver dato valore a questo modo di vestire. Per questo motivo oggi voglio parlarvi di 7 buoni motivi per acquistare vestiti di seconda mano.

7 buone ragioni per acquistare vestiti di seconda mano

1. Per inquinare meno

L’industria della moda è una delle più inquinanti del mondo, seconda solo a quella del petrolio. Tra gli aspetti più critici è bene ricordare quante materie prime vengono utilizzate per produrre nuovi vestiti, quanta energia, acqua e risorse non rinnovabili vengono impiegate, senza contare fertilizzanti, pesticidi, erbicidi ed emissioni nocive. Spesso milioni di lavoratori vengono a contatto con queste sostanze dannose, sono sfruttati e senza alcuna sicurezza sul lavoro. A queste criticità si aggiungono altre risorse per il trasporto, la vendita e, infine, lo smaltimento per un volume di inquinamento non sostenibile.

2. Per ridurre l’acquisto di vestiti Fast Fashion

Il fenomeno della moda Fast Fashion è iniziato negli anni Ottanta ed è esploso negli anni Duemila. Consiste nella produzione sempre maggiore di vestiti a costi stracciati da parte dei grandi gruppi di moda e ha cambiato anche il modo di acquistare: mentre prima nell’arco di una vita si acquistavano pochi capi di lunga durata, ora la tendenza è quella di comprare vestiti nuovi per ogni stagione. La Fast Fashion è un modello di business insostenibile dal punto di vista etico, ambientale, umano, motivo per cui dobbiamo fare sempre più caso a come contribuiamo a tutto questo.

3. Per una moda sostenibile anche per i lavoratori del settore

Con moda sostenibile si intende un nuovo modello in grado di misurare la richiesta dei beni in base alla disponibilità delle risorse (inclusa la forza lavoro) perseguendo l’obiettivo di una giustizia sociale. Riporto dal sito DressTheChange.org, fonte Fashion Revolution e Bangladesh Child Right Forum, che in Guandong, Cina, le giovani donne fanno fino a 150 ore mensili di straordinari, il 60% di loro non ha un contratto ed il 90% non ha accesso alla previdenza sociale; in Bangladesh i lavoratori tessili guadagnano 44 dollari al mese (a fronte di un salario minimo pari a 109 dollari) e 7,4 milioni i bambini bangladesi sono costretti a lavorare fin da piccoli per contribuire al mantenimento delle proprie famiglie. Tutto questo non è assolutamente accettabile e personalmente non voglio più contribuire a tutto questo.

4. Per ridare vita a capi ancora in buono stato

Uno dei grossi problemi del modello di business della Fast Fashion è che induce le persone a comprare molti più indumenti di quanti abbiano realmente necessità, in un circolo vizioso di produzione di vestiti che nessuno metterà abbastanza e rifiuti sulla nostra Terra. Acquistare di seconda mano fa sì che si possa ridare vita a capi ancora in buono stato che per qualche ragione qualcuno non indossa più. Quanti vestiti abbiamo nell’armadio che stanno lì solo a prendere polvere, aspettando il momento che non arriverà mai di indossarli? Molto meglio rivenderli e fare spazio per qualcosa che ci piace davvero (“Your Trash My Treasure” direbbero gli inglesi).

5. Per imparare a domandarsi “mi serve davvero?”

Non so voi, ma a me è capitato diverse volte di cadere nella trappola dell’acquisto compulsivo, quello che ti fa comprare cose che non indosserai mai solo perché vanno di moda in quel momento o perché avevano una fantasia di cui sono piene le vetrine (vedi fenicotteri, avocado, ananas, ecc.). Bisognerebbe imparare a fare un cambiamento prima ancora che nel modo di vestirsi, nel modo di pensare: anziché acquistare più cose a bassi prezzi, sarebbe meglio avere meno indumenti ma di buona qualità e quindi più longevi. Vestirsi in maniera adeguata non significa seguire le mode del momento ma capire come mostrare la propria personalità attraverso i vestiti e sentirsi bene.

6. Per acquistare in maniera più ragionata

Ricollegandosi alla domanda “mi serve davvero?”, comprare vestiti usati ci evita anche quei classici errori in cui incappiamo acquistando d’impulso. Gli errori più comuni sono comprare cose che non ci piacciono realmente, oppure indumenti che non possiamo abbinare a niente che abbiamo già nell’armadio, oppure ancora abiti non adatti alla nostra body shape (mai sentito parlare di triangolo, mela, clessidra, ecc.?) o di colori che non ci valorizzano (la famosa armocromia che sta spopolando sempre più).

7. Per risparmiare

Infine, acquistare abiti di seconda mano significa anche risparmiare molto denaro. Se pensiamo che la maggior parte dei capi di seconda mano venduti sono praticamente nuovi, alcuni addirittura mai indossati, si capisce che a volte basterebbe togliere il pilota automatico che ci conduce sempre nei soliti negozi e guardarsi intorno. Se siete appassionati di alta moda, inoltre, trovare occasioni tra l’usato porta i prezzi delle grandi firme ad essere più ragionevoli e dà la possibilità a chi vuole disfarsi di alcuni capi d’abbigliamento o accessori che non utilizza più di monetizzare, ammortizzando la spesa d’acquisto iniziale.

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[Foto di copertina di Priscilla Du Preez su Unsplash]

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