Street-art a Londra tra Shoreditch e Brick Lane: un tour fotografico

Pubblicato il 16 Settembre 2016

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Inghilterra

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Questa storia comincia con un murales visto in una foto sul Web, passa dalla voglia d’India trasferita su Londra e finisce con l’apprendimento della parola “gentrificazione”. Detto così sembra un delirio degno di un’anima in pena febbricitante, ma la verità è che questo pot-pourri esiste, ha una coerenza ed è collocato nell’East End londinese. Sto parlando dei quartieri di Brick Lane e Shoreditch e ancora non mi capacito di come, alla mia terza volta a Londra, non avessi trovato questo Eldorado per graffitari.

Tour fotografico dell’East End di Londra

Quando si viaggia c’è chi ha la fissa per le cene stellate, chi arrivato in una nuova città deve testarne tutti i pub e chi, come me, va a caccia di street-art con la macchina fotografica al collo neanche ci fosse la possibilità di incontrare Banksy in persona mentre esegue un’opera.

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Sotto sotto credo di sapere perché non avessi ancora messo piede nell’East End di Londra: il destino ha voluto che visitassi Brick Lane e Shoreditch con una compagnia speciale, allora ben venga l’attesa di più di trent’anni e una figlia appesa in fascia a osservare da vicino quei colori sgargianti.

A farmi da ciceroni due amici, Elena e Damiano, che forse avete avuto modo di incontrare virtualmente come Globetellers. Per un lungo periodo Elena e Damiano hanno organizzato tour personalizzati a Londra, spaziando dalle attrazioni principali alla natura, dalla Londra vintage agli scatti notturni. Al momento in cui sto rivisitando il post (dicembre 2021) i tour sono sospesi ma potete sempre trovare online la Pagina Facebook.

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Brick Lane

Il nostro giro ha inizio a Brick Lane, quartiere multietnico, multiculturale e multicolor che negli ultimi vent’anni ha subito profonde trasformazioni. Ne ho avvertito il fascino fin dai primi passi, poiché ad accogliere i viaggiatori c’è il profumo di spezie indiane e scritte in hindi, compreso sul cartello che indica il nome della via anche conosciuta come Bangla Lane, a causa della forte immigrazione bengalese. Sulla strada principale si alternano barbieri, call center e ristoranti etnici dai nomi che ricordano il subcontinente da me tanto amato.

Questo microcosmo oggi così gettonato per la street-art, i negozi vintage e la movida notturna non ha sempre avuto fama positiva: è stato, infatti, sobborgo malfamato e scena del crimine di Jack lo Squartatore (ci sono anche dei tour dedicati che ripercorrono i luoghi dei suoi delitti efferati). È camminando per le sue strade che ho scoperto il significato di gentrificazione, ossia l’italianizzazione della parola inglese gentrification (da gentry, “piccola nobiltà”), quel fenomeno per il quale nei quartieri poveri e malfamati delle città a un certo punto si trasferiscono in massa persone più agiate, provocando così un aumento degli affitti e una drastica trasformazione dell’identità del posto. Magari conoscevate già il significato di questo termine, ma io no e la sensazione di toccare con mano nuovi concetti e colmare delle lacune è tra le cose che più amo del viaggiare. Chiusa parentesi da Alberto Angela (e tanti cuori per lui).

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Un altro aspetto che ho particolarmente apprezzato del quartiere è il fatto che puoi passarci anche ogni settimana e troverai sempre uno scenario diverso: i murales vengono coperti con nuovi disegni, oppure vengono ampliati e modificati rendendo estremamente mutevole il paesaggio urbano. In pratica a Brick Lane non ci si stufa mai di camminare con gli occhi all’insù… e anche all’ingiù! Sì perché la street-art è così capillare e spontanea che può trovarsi in ogni dove, effimera e mutevole e allo stesso tempo creativa e dirompente.

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Se vi capita di passare da Brick Lane la domenica troverete anche il mercato delle pulci per le strade del quartiere e tutti i negozi e ristoranti aperti. È l’occasione per fare affari d’oro con capi di abbigliamento vintage, il tutto accompagnato da performance di street band e artisti di strada. Inoltre, non perdetevi un salto allo Spitafield Market, anticamente cimitero romano, poi “hospital fields”, cioè “campi dell’ospedale”, in seguito fu il principale mercato ortofrutticolo all’ingrosso della capitale e oggi mercato di vario genere, dall’artigianato al cibo, dai vestiti all’artigianato.

Come si fa a non amare un quartiere così? Vi lascio una carrellata di foto per darvi l’idea di come si presentava ad agosto 2016 Brick Lane.

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Shoreditch

Il nostro giro continua con un salto veloce a Shoreditch, area che sicuramente avrebbe meritato più tempo ma noi eravamo un po’ di fretta (ed eravamo affamati!). I due quartieri sono contigui, quindi merita visitarli entrambi, cercando sempre nuovi murales e cose da vedere.

Come ho letto online, “a Shoreditch non esistono muri vuoti, esistono solo futuri murales“. Così come a Brick Lane, gli artisti più influenti della street-art hanno lasciato il segno, rendendo ogni strada una buona location per un tour fotografico. Anche qui non mancano locali notturni di tendenza, ristoranti per tutte le tasche e gallerie d’arte (non solo a cielo aperto!).

La storia del quartiere è più o meno la stessa di Brick Lane, cioè da quartiere desolato e prettamente industriale ha visto prima svuotare tutti i suoi capannoni e poi ha vissuto una progressiva ripresa grazie all’arrivo di artisti che hanno vissuto e lavorato nella zona. A poco a poco i magazzini vuoti sono stati riempiti da appartamenti, gallerie d’arte e locali alla moda. Great Eastern Street è una vera e propria galleria all’aperto di graffiti.

Per pranzo ci siamo fermati da Boxpark, una struttura composta da tanti container uno accanto all’altro adibiti a locali di street food, con scelte di ogni sorta, dal vegano al barbecue.

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Mentre se volete allungare il viaggio nei dintorni vi consiglio:

Dove dormire a Londra

Per questo viaggio abbiamo dormito in AIRBNB che non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico 😀 però la posizione era ottima, a 3 minuti a piedi da Victoria station.

Voglio offrirvi delle valide alternative, partendo dal fatto che la scelta del quartiere va molto a gusto personale, magari scegliendo in base al maggior numero di attrazioni nei paraggi, alla comodità di una metro vicina o alle offerte su Booking.

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Tag: arte - foto - viaggi

3 commenti

  • Che belli questi scatti di street art! Questa è vera arte di strada! Premesso che nessuno dovrebbe imbrattare i muri senza autorizzazione a farlo perchè illegale, prediligo questi disegni anzichè quegli orridi scarabocchi! Quello del ragazzo della tribù africana è davvero stupendo

    • A

      Grazie Sabrina!
      Anche io la penso come te: gli scarabocchi sono da punire perché reato, questa è arte allo stato puro!
      Grazie per essere passata di qui!

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