Italia

Una giornata a San Miniato con caccia al tartufo e caccia al tesoro

Post di Sara Ciolini del blog Sara L’Esploratrice

Quanto spesso tralasciamo la scoperta dei luoghi vicino casa, senza renderci conto di quanto possano offrire? In questo periodo così particolare guadiamoci intorno e riscopriamo i nostri luoghi. Questo è proprio ciò che sono stata invitata a fare la prima domenica d’autunno a San Miniato, in provincia di Pisa.

Domenica 27 Settembre 2020 ho infatti trascorso un’intensa e interessante giornata alla scoperta di San Miniato partecipando ad attività divertenti e formative allo stesso tempo.

Caccia al tartufo a San Miniato

L’area di San Miniato è una delle tre sole aree in cui si trova il vero Tartufo bianco (fungo ipogeo), insieme ad Alba in Piemonte e Acqualagna nelle Marche. Al contrario di quello che potremmo pensare, il tartufo qui si trova tutto l’anno ma cambia varietà a seconda della stagione (quello bianco va più o meno da settembre a gennaio) presentando sapori differenti. Il tartufo lo possiamo trovare dai 2 ai 40 cm sotto il terreno.

La giornata è iniziata al mattino facendo la conoscenza di Massimo, tartufaio del posto, e l’indispensabile compagna pelosa, Stella, di Truffle in Tuscany. Come ci spiega Massimo, forse non basta una vita intera per potersi definire “tartufai”; nonostante venga da una famiglia che vanta una tradizione lunga generazioni, la modestia e la consapevolezza che in questo mestiere non si smette mai di imparare portano Massimo ad essere molto cauto sulla definizione. Con Truffle in Tuscany, Massimo ha una missione: fare capire cosa mangiamo e cosa compriamo.

caccia al tartufo a san miniato

Partiamo per il bosco, passeggiamo e ci facciamo guidare dal fiuto di Stella. Con un po’ di fortuna Stella ha scovato due tartufi bianchi e uno nero per un bottino di 35gr totali! La caccia al tartufo è rigidamente regolamentata per evitare di danneggiare l’ambiente: in Italia, per esempio, come animale si deve usare esclusivamente il cane e un bastone fine e piatto (vanghino/vanghetto); uno strumento fatto diversamente, a zappa per esempio, è illegale per i danni che procurerebbe al terreno. Per una maggiore tutela dell’habitat, dopo aver scavato si ricopre la terra; l’anno dopo, quasi sicuramente, in quello stesso punto sarà cresciuto di nuovo un altro tartufo.

Durante la passeggiata Massimo ci ha intrattenuto raccontandoci i segreti, le verità e i falsi miti che girano intorno a questo cibo prelibato. Per esempio, la credenza di conservare il tartufo nel riso è una leggenda! Il modo migliore è quello di tenerlo in frigo in un barattolino di vetro ricoperto con Scottex o tessuto. Inoltre il nostro tartufaio ci ha anche aperto gli occhi su ciò che viene venduto in giro e cosa realmente finisce nelle nostre bocche. Il vero tartufo, in particolare quello bianco, il più ricercato (con una quotazione che si aggira fra i €2000 e i €3000), è veramente raro e la maggior parte dei prodotti che si trovano nei negozi, o anche al ristorante, sono prodotti chimici o sottospecie di tartufi. Insomma, se al ristorante trovate un piatto a €15 non è tartufo vero e proprio!

Inoltre, altra cosa che non credevo è che l’odore è sì molto forte – proprio come quello che ci si aspetta – ma il sapore in bocca è molto più delicato.

caccia al tartufo

tartufo

In cucina col tartufo

Per la seconda parte di questa nostra Truffle experience a San Miniato ci dirigiamo verso la struttura che ospita la cucina di questa realtà: qui ad attenderci c’era Letizia, chef e sorella di Massimo, e il loro padre Salvatore, importante personalità e professionista di questo mondo.

Letizia ha pulito, affettato e preparato davanti a noi il tartufo per poterci deliziare con buonissimi e particolari piatti. Per essere sicuri di avere fra le mani il tartufo giusto, ricordatevi che al suo interno dovete trovare le venature!

tartufo

Il menù che Letizia ci ha preparato comprendeva:

  • crema di ceci con tartufo bianco
  • ravioli di pasta fresca all’uovo ripieni di burrata e ricotta con nocciole e tartufo nero
  • soufflé di patate con uovo in camicia, crema di taleggio e tartufo bianco
  • gelato ricoperto di cioccolato bianco al tartufo.

Ho l’acquolina in bocca solo a rivedere le foto!

Questa esperienza mi ha fatto scoprire un mondo totalmente sconosciuto. In più ho conosciuto una famiglia davvero speciale che porta avanti una realtà con grande amore, passione e rispetto per l’ambiente.

Ma la nostra giornata a San Miniato non è finita qui!

Caccia al tesoro nel centro di San Miniato

I ragazzi di Discover San Miniato nel pomeriggio ci hanno intrattenuto per circa 2 ore con una caccia al tesoro divertentissima che ci ha permesso di esplorare i maggiori punti di interesse del paese.

Qual è la premessa del gioco?

In una calda giornata estiva, mentre ci trovavamo in biblioteca per consultare antichi libri riguardanti la storia di San Miniato, abbiamo trovato in mezzo alle pagine di un manoscritto questa lettera scritta intorno al XIII secolo“. La maledizione della Strega Barbuccia si è abbattuta sugli abitanti di San Miniato e sta ai giocatori spezzarla.

Una corsa che ha tirato fuori il mio spirito competitivo! Ed infatti io e la mia compagna di avventura abbiamo addirittura vinto arrivando per prime con la soluzione giusta! Un gioco per trascorrere qualche ora scoprendo il paese in modo diverso, in compagnia di tutta la famiglia o di un gruppo di amici.

caccia al tesoro a San Miniato

Visita guidata di San Miniato

Insieme a una guida turistica tutto il giorno, non potevamo certo perderci un breve giro nei luoghi principali del paese ascoltando storie e curiosità.

Il paese di San Miniato oggi è particolarmente conosciuto per il suo tartufo bianco, ma in passato ha rappresentato un luogo dalla grande valenza strategica: si trova infatti esattamente a metà strada tra Firenze e Pisa, sul colle più alto della zona. Da qui si domina benissimo un ampio territorio che spazia fino a Pistoia. Per questa sua posizione la città è stata teatro di molti scontri: fu scelta come dimora dagli etruschi e poi dai Romani, da imperatori e re.

scorcio di San Miniato

Sicuramente da non perdere a San Miniato sono:

  • Piazza del Seminario (vescovile), terminato nel 1713.
  • La Cattedrale, semplice al suo esterno quanto sfarzosa al suo interno; protagonista di un terribile massacro durante la Seconda Guerra Mondiale, del quale si scoprì molti anni dopo furono responsabili gli americani.
  • La Rocca di Federico II: in posizione defilata dal centro, costruita nel XIII secolo ma distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale fu fedelmente ricostruita nel 1958.
  • La Chiesa del Santissimo Crocifisso, oggi sottoposta ad un importante restauro, si trova davanti al Municipio: il nome deriva da un crocifisso ligneo che secondo la leggenda venne portato in dono da due angeli in veste di pellegrini.

Prima di tornare a casa potevamo perderci un aperitivo? Soprattutto se in uno dei ristoranti più rinomati e belli di San Miniato: Pepe Nero dello chef Gilberto Rossi.

La degna conclusione di una giornata speciale alla scoperta della terra del Tartufo.

Su San Miniato vi consiglio anche la lettura  di questo post: “San Miniato: cosa fare nella patria toscana del tartufo

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