“Al chiaror del mattin, al chiaror del mattin, ci sveglia la canzon, ci sveglia la canzon. Al chiaror del mattin, al chiaror del mattin, ci sveglia la canzon così…”.
Quante volte aveva sentito quella cantilena, eppure non c’era alba in cui non le partisse in automatico la sequenza di pensieri, sempre gli stessi, che caratterizzano i suoi risvegli anche a distanza di anni: un’altra notte è passata senza che ci sia cascata la tenda in testa, un giorno di fatiche (e risate, tante) ci attende e io sto qui coi miei ragionamenti semi-coscienti al levar del sole quando invece dovrei scattare per la ginnastica mattutina con tutto il resto del gruppo.
Fischi in lontananza: sa che deve correre velocemente se vuole che la sua squadriglia vinca il premio “campismo” che, diciamolo, è il più sfigato, però è pur sempre qualcosa da appendere nel proprio angolo che prende polvere all’interno della sede in paese.
Seppur preda dei ragionamenti impastati di saliva, umidità e mal di schiena, non poteva fare a meno di sentire dei crepitii sospetti provenienti dalle legature della palafitta sopra la quale avevano montato la tenda, una canadese da otto posti che aveva ospitato fino a dodici anime strette arrotolate in sacchi a pelo, eppur felici.
Quella palafitta era l’orgoglio del gruppo, dormire a due metri d’altezza sospesi in un prato su pali di legno sorretti da incastri e legature fa venire una strizza indescrivibile, ma tutto quello spago grezzo tirato fino a farsi venire le dita bianche a salsicciotto, quella ripetizione di gesti, roba da far invidia a un falegname – martello, scalpello e giù colpi sul legno da scalfire – erano di quanto più avanzato la tecnica fino ad allora appresa permettesse. E non era poco, questo bastava a far inorgoglire tutto il reparto.
Dopo il salto giù da quella costruzione che ricordava una partita a Shanghai su un panno verde, il resto del breve tragitto era tutto un accavallarsi di sequenze di quei giorni del campo estivo, cose che a raccontarle ci lasci di stucco gli altri, quelli non hanno provato la tua stessa esperienza. Ripensi a cose schifose come le olive snocciolate coi denti, a quell’amico che ti ha accompagnato zoppicante in infermeria, alle fette di pane e marmellata per colazione che a casa non mangeresti mai. E ancora al grande gioco che tiene svegli tutta la notte, alle canzoni storpiate cantate camminando, alle amicizie che durano. Infine pensi alla strada, maestra di vita.
Quella descritta nel racconto sono io a 14 anni, ma potrebbero essere Chiara, Valeria, Valerina, Sara o, al maschile, Alessandro, Luca, Gastone, Stefan, Natale.
Tutti stentano a credere che una come me sia stata scout per dieci anni.
Eppure, scout una volta, scout per sempre. E i ricordi non se ne andranno mai.
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Questo post ha partecipato al concorso “Raccontaci la tua storia rurale” di Toprural e sono arrivata terza!
12 commenti
Mercoledì
Grazie Vittorio!
Quanto scout nascosti in giro! 🙂
vittorio
scout una volta, scout per sempre…mi hai fatto venire la pelle d’oca e mi hai fatto ritornare in mente tantissimi bei momenti trascorsi in 9 anni di scoutismo…grazie grazie grazie
Mercoledì
Giovy grazie per il tuo commento!
Eh sì, scout una volta… 🙂
Giovy
Che Spettacolo… mi ci rivedo troppo. Scout per sempre… è vero
Mercoledì
Ciao Francesca, grazie a te per il tuo commento!
Francesca
Mi hai fatto ritornare ai tempi in cui anche io ero una scout!compimenti!brava
Mercoledì
Shanta grazie a te.
Solo chi ha fatto gli scout o chi ha vissuto a fianco di uno scout può capire a fondo di cosa si parla!
Grazie del tuo commento,
buona strada!
p.s. Con questo racconto partecipo al concorso di TopRural (il bottone in alto a destra del blog), se ti va puoi votarmi!
shanta
sono felice di aver letto il tuo post, e felice ancor più di aver avuto l’opportunità di vivere la mia adolescenza e la mia gioventù con gli scout… certi valori divengono parte di te per sempre! Anche a distanza di 24 anni, conservo ancora la mia “promessa” verde e marrone”.
Grazie…
Mercoledì
Mau! Che bella cosa!
Invece ci credo, non è mica da tutti essere scout!
Grazie!
maurizio - tecoff
lo so che non ci crederai, ma anche io….per sempre
Mercoledì
Grazie amico L!
TiVuBi e w il Massarosa 1! 🙂
Anonymous
Mi hai fatto commuovere tesssoro!
Manca tanto anche a me!
L