Innamorarsi non è mica una cosa da tutti i giorni. Innamorarsi è una cosa rara, roba per pochi e per limitate volte nell’arco di una vita. Non sto parlando solo di amore tra le persone, ci si può innamorare anche di uno scorcio, di una città, di una nazione intera e L’Avana mi ha sedotto e fatto innamorare come poche volte nella vita. Ed è stato amore a prima vista, per giunta. Di ragioni per amarla me ne ha date a bizzeffe, ma proverò a fare una cosa che in amore è sempre complicato fare: razionalizzare.
Ecco le mie 10 ragioni per amare L’Avana (motivi per cui, anche voi, potreste cominciare a farle spazio nel vostro cuore).
1. L’Avana è autentica
Se togliamo le signore vestite da cubane dalle piazze centrali dell’Avana Vieja che stanno lì per racimolare due soldi o i negozi di souvenir tutti identici di Calle Obispo, ecco che L’Avana si mostra in tutta la sua autenticità. Niente di tutto quello che si vede è finto, messo lì ad hoc per i turisti. L’Avana è autentica, schietta, verace. È un po’ sporca, incasinata, inquinata dagli scarichi delle numerose auto vecchie, è “sgarrupata”… ma è vera. Non ho trovato mai nessuno che volesse fregarmi, che si prendesse gioco dei turisti, che volesse confondermi o portarmi da qualche parte per averne un vantaggio. Ho trovato solo persone cordiali, che mi hanno fatto saltare la fila perché ero con una bambina piccola, che mi hanno fatto accomodare in banca per allattare in tranquillità, che hanno accettato un mio piccolo regalo senza chiedere altro, ringraziando. Ho trovato molta voglia di chiacchierare e sorridere, tantissima disponibilità ad aiutare e suggerire. Ho trovato quell’umanità che ormai da noi è difficile trovare nascosti come siamo dietro i nostri schermi da cui osserviamo il mondo, illudendoci di interagire da lontano.
2. L’Avana è più tranquilla di quanto si pensi
All’alba del 1° gennaio, sempre frastornati dal fuso orario, ci siamo incamminati su un Malecón semi deserto, popolato solo di sparuti pescatori cui il cambio di anno non aveva suscitato alcunché e persone di tutt’altre vedute, sempre ubriache dalla sera precedente. Una ragazza si è staccata dal gruppo dei viveurs e si è avvicinata ad Anita dicendole: “Adesso non capisci, ma un giorno tutto questo avrà senso anche per te”. A me è sembrata una scena da Big Fish e mi sono messa a ridere, cominciando ad amare quella città attraverso le parole di un’ubriacona socievole. Alcol a parte, molti habaneros ci hanno indicato la via, i negozi che cercavamo, consigliato cose da fare, accolto con disponibilità e rimbrottato quando a detta loro non avevamo vestito a sufficienza Anita per affrontare il freddo cubano (22 gradi circa). Mai, nemmeno per un secondo, mi sono sentita in pericolo, nemmeno di sera, nemmeno nei quartieri più periferici, nemmeno incrociando sconosciuti per strada.
3. Dal letame nascono i fior
È innegabile: L’Avana non brilla certo come la testa di Mastrolindo. È sporca, trasandata, un cantiere aperto che non si sa quando sarà terminato. Però, se riuscite ad andare oltre il primo strato di polvere, vi accorgerete che in ogni crepa delle facciate è nato un fiore, dalle finestre senza più persiane spiccano murales, da palazzi sventrati si intravedono colonne e architetture da fare invidia alle città più curate. Camminate per Centro Avana con la testa all’insù e vedrete meraviglie (occhio a dove mettete i piedi, però!).
4. L’Avana è una città dove il tempo sembra essersi fermato
Credo che nell’immaginario collettivo L’Avana corrisponda alla fotografia del Capitolio su cui si stagliano, abbaglianti nei loro colori vividi, le Cadillac anni Cinquanta tirate a lucido. È un’immagine veritiera, che rispecchia la realtà: non c’è vicolo dell’Avana che non sia occupato da qualche macchina vecchia sferragliante o in corso di revisione. Sembra che tutti stiano aggiustando un pezzo o cercando passeggeri da scarrozzare sul Malecón coi capelli al vento. Ma non è solo questione di auto che hanno visto tempi migliori, all’Avana tutto sembra essersi fermato agli anni Cinquanta: i banconi decrepiti dei locali in cui fermarsi a mangiare un bocadillo jamón y queso (gli onnipresenti panini al prosciutto e formaggio), i negozi spogli non ancora erosi dal veleno del capitalismo spinto, le persone che guardano la strada invece degli smartphone. Camminare per L’Avana è come fare un viaggio sulla macchina del tempo senza aver acquistato il biglietto.
5. L’Avana è ritmo e passi di danza
Sfido chiunque a visitare L’Avana senza accennare a un passo di danza. L’Avana è musica, è note nell’aria, è una canzone urlata al vento e inghiottita dal mare. L’Avana balla al ritmo della rumba, della salsa, dell’onnipresente e nauseante reggaeton. Che tu lo voglia o meno, la musica si insinuerà nelle tue viscere e ti farà ballare anche se sei un palo, anche se hai schifato le discoteche per tutta la tua gioventù. Nei locali de L’Avana la musica è onnipresente, cantata e suonata da gruppi di più elementi; dalle case spoglie di mobilia spuntano dalle porte spalancate impianti hi-fi da fare invidia a un festival internazionale. La musica a Cuba è una questione importante e vi consiglio di lasciarvi andare e ballare come se nessuno vi stesse guardando.
6. L’Avana è una città che sono tante città insieme
L’Avana è composta di quartieri, ognuno con le proprie peculiarità. Come vi raccontavo nel post sulle casas particulares noi abbiamo alloggiato a Centro Avana ed è stata una scelta azzeccata: è un quartiere verace, vissuto da cubani, con i mercati della frutta a cielo aperto e i rivenditori di carte telefoniche infrascati dietro a finestre di case comuni. Le strade formano un reticolo ordinato fatto di case colorate e mini locali dove mangiare le pizze cubane. Uscendo da Centro Avana si raggiungono gli altri quartieri: da una parte Habana Vieja, la zona più turistica, dall’altra il Vedado. L’Avana Vecchia custodisce quattro piazze una più bella dell’altra e si snoda tra vie strette e decrepite che portano al mare. Vedado è più signorile, più colto: qui si trova l’Università e le case dei più abbienti, oltre ai ministeri e alla Plaza de la Revolución. Ma L’Avana non finisce qui: ci sono anche Playa e Marianao, c’è la zona del Parque Lenin e Playa del Este. Ogni zona è un mondo, ogni angolo merita di essere visto.
7. L’Avana dall’alto è pura magia
Vi ho già raccontato di quanto sia stato sublime il tramonto visto dalla terrazza del ristorante la Guarida in Centro Avana. In pochi minuti, con quella rapidità che solo i tramonti dei tropici sanno avere, il cielo si è colorato di tutte le sfumature di rosa e viola possibili, giusto il tempo di ammantare ogni cosa di magia. È stata una visione unica, quasi mistica, che mi porterò dentro per sempre. Siamo saliti su una delle terrazze più alte de L’Avana con la luce del giorno, perché ormai sono certa della veridicità della massima che mi ripeto a ogni viaggio: non si conosce bene un posto finché non lo si è visto dall’alto. Da quella visuale privilegiata ho riconosciuto monumenti e chiese, sbirciato nelle vite altrui soffermando lo sguardo su finestre e cornicioni. Dall’alto tutto sembra parte di un meccanismo più grande, anche le onde che si andavano a infrangere ignare sul Malecón.
8. All’Avana si beve per ricordare
Se in genere si beve per dimenticare, a L’Avana si beve per ricordare. Che senso avrebbe dimenticare quei numerosi mojitos, quelle fantastiche piña colada, il famoso daiquiri di Hemingway? Perché assaggiare tutto per poi dimenticarsene? Non sono una grande bevitrice, ma andare a L’Avana e non sorseggiare queste bevande sarebbe come andare a Parigi e non vedere la Tour Eiffel! Tutto a L’Avana è un brindisi alla vita.
9. L’Avana è economica
E le altre città cubane lo sono ancora di più! Dormire a L’Avana ci è costato sulle 35€ a testa, mangiando nei posti zozzoni siamo riusciti a cavarcela con due panini e una lattina a meno di 2€ e un’altra volta con due pizze per cena a 3€! Lo stesso mojito che alla Bodeguita del Medio paghi 5CUC (finora vi ho parlato in Euro tanto la conversione è 1:1) nei ristoranti per cubani lo paghi 3 quando proprio ti sparano un prezzo alto. Un gelato da Coppelia, poi, lo paghi direttamente in CUP (il peso cubano) da tanto che è economico. Cercando si possono fare veri affari a L’Avana.
10. Lo stile di vita de L’Avana fa campare 100 anni
Li ho visti seduti sulla soglia di casa, oppure su una poltrona da uno spiraglio della porta lasciata sempre aperta: sono i vecchietti de L’Avana, pozzi di memoria di cui le nostre anime potrebbero cibarsi a oltranza senza esserne mai sazie. Non so se avessero realmente 100 anni, ma dietro quelle rughe si scorgeva facilmente il senso della vita: non affannarsi, non fare del male, amare chi ci sta intorno. La vita a L’Avana si svolge per strada, le case sono sempre aperte in un continuum di parole che rimbalzano da dentro a fuori. A L’Avana non si corre il rischio di rimanere da soli, ci si parla tra vicini, ci si saluta. A L’Avana si gioca per strada e se passa una macchina si ferma il pallone e si ricomincia da dove si è rimasti. Qui la vita ha una dimensione umana ed è quello che più manca nella nostra società frettolosa e individualista. A L’Avana si vive con ritmi cubani e mi auguro che in questo aspetto almeno non cambi mai.
Sono arrivata in fondo ai 10 motivi per amare L’Avana, ma ce ne sarebbero tanti altri… giusto il tempo di ripensare a questo stupendo viaggio con struggente nostalgia.
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6 commenti
Marilena
Bello bello bello! Ho letto il tuo articolo tutto di un fiato e con la pelle d’oca. Ecco quello che cerco da un viaggio e il prossimo sarà proprio a zonzo per Cuba. Grazie per il tuo racconto e i tuoi preziosi consigli.
Mercoledì
Marilena, GRAZIE!
Sono i commenti come il tuo che mi danno la carica per continuare a scrivere con la stessa passione!
Buona Cuba, terra del mio corazón!
Giada Capotondi
Ciao, ti ho scoperto ora che sto organizzando il mio viaggio per Cuba e sto avidamente leggendo i tuoi post annotandone i consigli. Le tue foto sono meravigliose! Continuo a spulciare tra le tue pagine allora, grazie per la condivisione dei tuoi pensieri e ricordi… Giada.
Mercoledì
Ciao Giada,
che bello leggere il tuo commento!
Vedrai, Cuba saprà sorprenderti, io la porto nel cuore.
Buon viaggio fin da adesso.
lise.charmel
ciao, ti seguo da tanto, ma non commento praticamente mai…
io sono stata a Cuba nel 2009, praticamente una vita fa, ma mi sembra che non sia cambiata poi molto. noi perché siamo sprovveduti, una sorta di “piccola truffa” l’abbiamo avuta, ma devo dire che il tale in questione ci ha portato in strade davvero interessanti, piene di graffiti e di santuari della loro religione “mista”, che comunque non avremmo visitato senza di lui quindi non ci è nemmeno dispiaciuto tutto sommato 🙂
come te confermo che il livello di sicurezza in tutta Cuba è davvero alto, non ci siamo mai sentiti in pericolo durante tutta la vacanza.
PS: che bravi che siete stati a fare un viaggio così lungo con la bambina piccola! 🙂
Mercoledì
Ciao Lise,
ricordo di averti già letto qui nei commenti, che piacere che sei tornata!
Cuba rimane nel cuore e deve essere bello vedere che non è cambiata poi così tanto negli ultimi anni. Mi sa che il posto di cui parli è il Callejon di Hamel, può darsi? Noi ci siamo passati ma è molto commerciale adesso, anche se i colori mi sono piaciuti. Quanto al viaggiare con la piccola… ad essere nata in questa famiglia o così o così! 😀 Speriamo di trasmetterle tutta la nostra passione.