Dei posti che ho amato non finirei mai di scrivere, infatti per Cuba ho consumato le lettere della tastiera. Il mio intento è riuscire a chiudere il cerchio prima di partire per il prossimo viaggio (a proposito, meno dieci!) con la speranza che i ricordi non si mescolino e non svaniscano.
Per questo oggi ripenso a quel giorno a Santa Clara, quando ho realizzato un desiderio che covavo già da un po’ (leggi “da quando sono entrata nell’età della ragione”): rendere omaggio a uno dei miei miti di sempre, passare sulle sue tracce per respirarne la presenza e l’esempio.
Santa Clara, infatti, è la città per antonomasia quando si pensa alla Cuba della Rivoluzione e a colui che la guidò: Ernesto Che Guevara. Teatro dell’ultima battaglia della cosiddetta Rivoluzione Cubana, Santa Clara ha visto fronteggiarsi i militari del dittatore Fulgencio Batista e la terza colonna di ribelli, comandata da Ernesto “Che” Guevara.
La mia presenza a Santa Clara non è stata altro che un passaggio andando in direzione di Remedios, ma tanto intenso da lasciarmi un ricordo indelebile. Già l’avvicinarmi al luogo simbolo della rivoluzione cubana mi aveva smosso qualcosa dentro, quel brivido di quando ti stai avvicinando alla realizzazione di un sogno a lungo atteso che ti scuote le budella e ti fa sentire vivo. Sono una parecchio sensibile, è vero, ma poco incline al pianto, e nonostante questo lungo la strada che mi portava a Santa Clara un paio di lacrime sono sbocciate dagli occhi senza che avessi motivo di trattenerle.
La prima fermata del pellegrinaggio è stata al monumento per eccellenza, che se cresci con certi miti difficilmente ti togli dalla testa che da qui prima o poi nella vita devi passare. Sto parlando del Monumento a Ernesto Che Guevara, col mausoleo e un museo che se ci passi come noi di lunedì trovi chiuso.
Non so cosa mi aspettassi dalla statua di bronzo e dal complesso che ospita le salme del comandante e dei suoi compagni che morirono con lui in Bolivia nel 1967, fatto sta che me lo ricordo enorme, tanto quanto la fama che lo precede. La piazza che ospita il congiunto di opere occupa un’area molto vasta divisa in due da un viale ampio, Avenida de los Desfiles, così che è possibile ammirare il tutto anche in prospettiva (e fare un milione di foto).
Mi ero raccomandata più volte prenotando lo spostamento in taxi dalla casa particuar di Trinidad che il viaggio a Remedios includesse tutte le soste fondamentali a Santa Clara, infatti dopo questa prima visita abbiamo fatto tappa al Monumento a la Toma del Tren Blindado, ma prima un piccolo stop tecnico in Parque Vidal che abbiamo usato come autogrill (non il parco eh, un bar che dà sulla piazza!).
In realtà anche da questa sosta tecnica ne abbiamo ricavato una storia da raccontare, non tanto per la visita al Teatro La Caridad che affaccia su Parque Vidal, ma dallo scambio di qualche battuta con un canuto signore seduto in quel caffè impegnato in una partita a carte. Com’è d’uso tra i cubani, il vecchietto mi ha chiesto tra una mano a carte e l’altra cosa mi avesse spinto a Santa Clara. Gli ho detto che sognavo di visitare Cuba da sempre e che il Che è per me un mito. Al che lui ha interrotto il gioco e, guardandomi negli occhi, mi ha detto: “Sai, ho combattuto col Che in gioventù, ero tra i suoi compagni”. Può essere vero come no, non è questo il punto: mi sono venuti i brividi.
L’ultima tappa a Santa Clara prima di riprendere la marcia per Remedios è stata al Monumento a la Toma del Tren Blindado, dove si trova appunto il treno blindato fatto deragliare il 29 dicembre del 1958 dal Che e dal suo gruppo di barbudos, episodio che ha dato il via alla rivoluzione cubana con la caduta della dittatura di Batista. I fatti accaduti quella notte sono raccontati da pannelli, oggetti e foto dentro i vagoni-museo del treno, mentre la ruspa usata per il deragliamento è in bella mostra all’entrata. È tutto molto scenografico, molto teatrale. Non ne sono rimasta particolarmente colpita, ma direi che come emozioni quel giorno avevo già dato.
Del mio passaggio a Santa Clara mi rimane anche il rimorso di non aver visto la Statua del Che con bambino, ma qualcosa bisogna pur lasciare indietro per avere una scusa per tornare, no?
Un’escursione possibile: Cayo Santa Maria
Noi abbiamo scelto di raggiungere Cayo Santa Maria per vedere lo splendido Mare dei Caraibi da Remedios, ma la stessa escursione può essere organizzata da Santa Clara. Ve ne propongo una di Civitatis:
Escursione privata a Cayo Santa Maria
• Servizio di pick up e drop off in hotel.
• Trasporto in veicolo privato.
• Conducente in inglese e spagnolo.
• Tour privato ed esclusivo, non ci saranno altri partecipanti.
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4 commenti
Cassandra - Viaggiando A Testa Alta
Che bella Cuba! Ero indecisa tra questa e la Repubblica Dominicana per il mio viaggio di Dicembre, poi, come forse avrai visto, ho optato per la secondo. Anche Cuba merita molto e sicuramente in uno dei miei prossimi viaggi la visiterò
Mercoledì
Ciao Cassandra! Sì, è assolutamente da mettere in lista! Io invece non sono mai stata in Repubblica Dominicana, quindi seguirò il tuo viaggio!
Giovy
Per me Santa Clara rappresenta un ricordo indelebile che si è man man composto in tutte le volte che sono stata lì. L’hai proprio raccontata bene, Sere!
Mercoledì
Giovy! Mi fa così piacere quando leggo un tuo commento, su Cuba poi!
Non vedo l’ora di tornarci in quel posto speciale a cui siamo entrambe molto legate.