Libri da leggere per un viaggio in Bosnia Erzegovina

Scritto da Serena Puosi

Categorie: Bosnia - Libri

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Negli ultimi anni mi è parso di notare un aumento di libri che parlano della Bosnia Erzegovina e che sono ambientati in questa parte di mondo. Sicuramente l’allontanarci dai giorni più bui di questa terra fa sì che i sentimenti nei confronti di quei mesi si allentino e che il dolori lasci spazio alla voglia di raccontare ciò che è stato prima che tutto si affievolisca troppo e che passi nel dimenticatoio. Ho letto diversi libri legati a Sarajevo e alla nazione che la ospita: qui di seguito trovate una lista da cui pescare per il vostro prossimo viaggio nel cuore dei Balcani.

1. Mi limitavo ad amare te – Rosella Postorino

La storia è quella di Omar, Nada e Danilo, tre bambini di Sarajevo che nella primavera del 1992 sono dovuti entrare nel mondo degli adulti prima del previsto. Ovvio, c’entra la guerra, ma non solo: Omar e Nada vivono in un orfanotrofio e lì consolidano la loro amicizia perché Nada è l’unica che ha il potere di calmarlo. Rimanere a Sarajevo, però, è troppo pericoloso: una mattina di luglio un pullman li porta via contro la loro volontà e, in viaggio per l’Italia, Nada conosce Danilo, che al contrario di lei ha una famiglia, ma questo non lo salva da questo esodo forzato.

“Mi limitavo ad amare te” è un libro che parla di infanzie difficili, di amicizia, di legami indissolubili, di guerra e di amore. È un romanzo di formazione da leggere tutto d’un fiato: vi garantisco che farete fatica a staccarvi dalle pagine. Rosella Postorino, con la sua penna chirurgica che scava in profondità nelle questioni private, ci fa riflettere sul cordone ombelicale che fatichiamo a staccare, sulla difficoltà di diventare adulti quando da piccoli si è stati amati malamente. “Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino è uno dei libro più belli che abbia letto quest’anno perché in alcuni passaggi ho sentito degli echi molto familiari e perché ha come sfondo questa terra – la Bosnia Erzegovina – che mi affascina moltissimo.

2. E poi saremo salvi – Alessandra Carati

Di “E poi saremo salvi” di Alessandra Carati vi avevo già parlato nel post “I 10 libri più belli che ho letto nel 2022” e confermo quanto questo libro mi abbia coinvolta. È proprio dalla lettura di questo libro che è scaturita in me la voglia di tornare nei Balcani, viaggio che si è concretizzato nell’estate del 2022.

Questa è una storia di una famiglia costretta a scappare dalla ex Jugoslavia a causa della guerra: è una vicenda privata ma allo stesso tempo collettiva, è l’epopea di un popolo in particolare ma allo stesso tempo di tutti i migranti della storia. La protagonista Aida ha solo 6 anni quando vive in prima persona lo strappo violento dalle proprie radici, che la porteranno a Milano insieme alla sua famiglia che non si riprende mai veramente dallo shock tra rabbia, segreti e malattie incomprensibili. Aida deve crescere in fretta e deve cercare di salvarsi da sola in un posto che fa fatica a chiamare casa. Profondo, struggente, doloroso: un libro che mi ha segnato e che vi consiglio.

e poi saremo salvi

 

3. Il ponte sulla Drina – Ivo Andric

“Il ponte sulla Drina” è stata la mia lettura durante il viaggio nei Balcani che ho menzionato sopra. Nonostante in genere non prediliga libri storici, mi sento di consigliarvi questo libro un po’ “mattone” perché aiuta a capire qualcosa della storia che ha portato al difficile puzzle dei Balcani.

Il ponte in questione, grande protagonista e palcoscenico del romanzo, è quello di Visegrad, tutt’oggi esistente e simbolo al tempo stesso dell’unione di mondi diversi e di oppressione dei popoli costretti a costruirlo col sudore della fronte. Visegrad è da sempre città di incontro fra diverse razze, religioni e culture, tra mondo cristiano e mondo musulmano.

Il romanzo di Andric, uno dei più illustri autori balcanici, parte dalla costruzione del ponte nel Cinquecento per volontà del visir Mehmed-pascià e arriva alla Prima guerra mondiale senza risparmiarci vicissitudini truci e piccoli drammi quotidiani degli uomini che abitano in prossimità del ponte. Un grande classico da leggere per imparare qualcosa in più.

 

4. Venuto al mondo – Margaret Mazzantini

Ho letto “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini così tanti anni fa che in copertina c’era ancora il dipinto di Sandy Skoglund (ed era una copertina bellissima!). La storia si dipana tra Roma e Sarajevo, tra la Gemma di oggi e la Gemma di più di 20 anni fa. Nel 2008 riceve una telefonata dal vecchio amico bosniaco Gojko che la invita a tornare a Sarajevo per una mostra fotografica sull’assedio serbo alla città, in cui saranno esposte anche foto di Diego, ex fidanzato di Gemma. Gemma parte col riottoso figlio adolescente Pietro e da lì iniziano i flashback che ci riportano indietro nel tempo, quando Gemma si trovava a Sarajevo nel 1984 per concludere la tesi su Ivo Andric e Gojko le faceva da guida, mostrandole la vita quotidiana bosniaca.

Il romanzo racconta la storia di un amore tra ragazzi che si rincontrano invecchiati. È anche una storia di una maternità cercata, negata, risarcita, di pace e di guerra, di forte impegno etico. Un libro forte, crudo, che indaga nell’animo di una donna sezionandola e mettendone in luce aspirazioni, debolezze, passioni, disillusioni.

 

5. Diario di Zlata. Una bambina racconta Sarajevo sotto le bombe – Zlata Filipovic

“Diario di Zlata” è un libro pubblicato nel 1993 che mi è stato regalato da mio padre quando ero bambina. A casa mia, come nella maggior parte delle famiglie italiane degli anni passati, si è sempre cenato con la tv accesa sul telegiornale delle 20. La guerra a Sarajevo era l’accompagnamento di ogni nostro pasto, le immagini crude provenienti dall’altra parte del mare mi chiudevano lo stomaco impedendomi di mangiare. Fu così che mio papà mi regalò un libro per capirci qualcosa in più, ed ecco che Zlata, quasi mia coetanea, entrò nella mia vita.

Zlata Filipovic ha 11 anni quando esplode l’inferno di Sarajevo. Come tante sue coetanee tiene un diario dove registra gli eventi minimi dell’esistenza quotidiana. Ma scoppia la guerra e Zlata cambia in fretta, matura. Il suo mondo è in pezzi, ora vi dominano l’odio cieco, la paura, la disperazione. Al diario, come a un’amica immaginaria di nome Mimmy, consegna la cronaca di giornate profondamente mutate: le notti passate in cantina, l’esplodere delle granate, le raffiche dei cecchini, gli amici uccisi. Zlata scrivendo vuole dar voce “ai tremila bambini morti sotto le bombe, agli invalidi che s’incontrano per le strade privi di un braccio o di una gamba”. E la sua testimonianza diventa simbolo delle sofferenze di un popolo, invocazione di pace.

6. Maschere per un massacro – Paolo Rumiz

Il giornalista e scrittore triestino Paolo Rumiz durante gli anni della dissoluzione della Jugoslavia fu corrispondente in Croazia e Bosnia-Erzegovina e nel suo libro e reportage di guerra “Maschere per un massacro”, pubblicato da Editori Riuniti nel 1996, svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni.

Alle suggestive descrizioni di una Sarajevo ancora risparmiata dalla guerra Rumiz alterna capitoli in cui, pagina dopo pagina, si propone di smantellare le mistificazioni che sono sorte attorno a quegli anni bui e analizza quello che lui chiama “imbroglio balcanico”, ossia “un massacro costruito in laboratorio e sdoganato ai fessi come conflitto di civiltà, scontro tribale o generica barbarie”.

 

7. Il Derviscio e la morte – Meša Selimović

Ahmed Nurudin è uno sceicco, ovverosia il capo della comunità civile e religiosa in una cittadina della Bosnia al tempo della dominazione turca. Testimone più che partecipe degli avvenimenti che accadono attorno a lui, vive in un mondo di certezze assolute, di verità eterne, codificate dal Corano, che lo proteggono e lo isolano dal mondo degli altri uomini. Ma un giorno, suo fratello viene arrestato per un delitto che non ha commesso e ucciso con un atto di arbitrio totale. A nulla giovano la sua posizione, il prestigio sociale e le conoscenze potenti cui pensava di essere collegato a garanzia e a tutela dell’ordine e della legge. Spinto dall’odio e dal desiderio di vendetta Ahemed compie azioni che lo porteranno a sua volta a commettere ingiustizie. Una scrittura lenta e dilatata, in cui ogni emozione è analizzata al microscopio e passata al setaccio della riflessione filosofica.

 

8. I Karivan – Miljenko Jergovic

L’autore ripercorre la vicenda secolare di un ceppo famigliare, quello dei Karivan (da “kara”, nero e Ivan: dunque Ivan il Nero). Sono storie brevi, dal finale spesso amaro e imprevedibile, in cui stirpi e destini si confondono sino a culminare nel tragico epilogo del conflitto etnico. La vera protagonista del libro è la Bosnia e la sua storia dal Settecento a oggi, con il suo complesso intreccio di culture, di tolleranza e settarismo, di religioni e superstizioni, sotto il segno di una vana ricerca della felicità presente e di una ineludibile vocazione al dolore.

 

9. Bosnia – Erzegovina. Viaggio on the road nel cuore dei Balcani di Simonetta di Zanutto

Simonetta Di Zanutto è una giornalista e blogger di “Ritagli di viaggio” che seguo da tanti anni e con cui condivido la pubblicazione con GoWare. È proprio di un testo edito dalla casa editrice fiorentina che voglio parlarvi, ossia di “Bosnia – Erzegovina. Viaggio on the road nel cuore dei Balcani”. Il libro di Simonetta non è propriamente una guida, ma una serie di racconti dei suoi cinque viaggi in questa terra controversa, arricchiti da suggestioni letterarie e da narrazioni di luoghi per conoscere e apprezzare un paese ancora ai margini delle tipiche rotte turistiche.

I 10 capitoli del libro, ognuno dedicato a una città, un luogo o una parte di territorio della Bosnia-Erzegovina, sono corredati da tante fotografie e una breve appendice con alcune informazioni su come arrivare in Bosnia, un glossario sull’enogastronomia del Paese e una ricca bibliografia per chi vuole approfondire la storia e la cultura del Paese.

 

10. Sarajevo di Anna Scavuzzo e Silvia Maraone

Ho conosciuto Anna Scavuzzo durante un campo di servizio a Sarajevo: lei era la coordinatrice del progetto scout nei Balcani, io una ragazza appena maggiorenne che nella capitale della Bosnia-Erzegovina ha fatto una esperienza molto intensa. negli anni ho perso di vista Anna ma sono felice di ritrovarla con questo libro.

Vi lascio con le parole delle autrici. “Sarajevo, Bosnia Erzegovina. Un pezzetto della nostra Europa. Da anni torniamo sulle strade che abbiamo attraversato prima, durante e dopo la guerra: lo abbiamo fatto insieme a persone diverse, che con noi hanno condiviso esperienze e incontri, insieme a tanti volontari oppure ad amici e amiche a cui abbiamo cercato di raccontare la nostra passione per un paese, la Bosnia Erzegovina, che ha in Sarajevo uno dei suoi gioielli, anche se non l’unico. Sentiamo la necessità di non essere sole in questo percorso: abbiamo scelto di farci accompagnare dalle parole di scrittori, fotografi, poeti, attrici e cantautori, oltre che giornalisti e volontari. Raccontiamo e lasciamo che altri ci raccontino ciò che hanno visto e capito di questi luoghi, pensando a chi si avvicina per la prima volta alla città di Sarajevo e attraverso essa alla storia recente dei Balcani. Che è anche la nostra storia di cittadini europei.”

 

11. Le Marlboro di Sarajevo – Miljenko Jergović

Per questo libro vi lascio le parole tratte dalla prefazione di Claudio Magris.
Il libro è stato scritto mentre la guerra devastava quella bellissima e composita città che è Sarajevo. Narra le storie di quei giorni, viste dalla parte degli assediati, legando una vita all’altra, la sorte di un uomo a quella di una donna, di una casa indenne a una colpita dalle cannonate. Ne risulta un racconto corale, di amore e malinconia per una terra distrutta, ma privo di lamenti inutili, accettando l’inevitabilità della sorte e degli accadimenti. È un compendio di feroci pugni allo stomaco, in cui il conflitto balcanico fa da sfondo ai bislacchi protagonisti, sempre in bilico tra quotidianità e sopravvivenza. “Jergovic è uno scrittore epico; possiede la capacità di lasciar parlare l’oggettività delle cose e degli avvenimenti, di cogliere la storia di un individuo o di un paese nei dettagli più concreti, con sobria essenzialità”.

 

12. I buchi neri di Sarajevo e altri racconti – Bozidar Stanisic

La Bosnia degli anni Novanta, prima e dopo lo scoppio del conflitto, la meravigliosa Sarajevo distrutta dall’assedio, i momenti di incredulità che precedono la guerra e gli attimi di spaesamento immediatamente successivi; questi sono gli sfondi delle storie di uomini e donne che vedono cambiare all’improvviso il corso della loro vita. Uno stile tutto giocato sui movimenti, i pensieri, i silenzi di chi è sopravvissuto in un sottilissimo e precario equilibrio tra follia, proiezioni, ricordi e il riaffiorare dei fantasmi del passato e della vita prima della guerra. Con la prefazione di Paolo Rumiz.

C’è qualche titolo che vi ispira particolarmente? Fatemelo sapere nei commenti insieme ad altri suggerimenti!

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