Mi guardo intorno e – fosse la guida scelta
nulla di più sicuro di una nuvola vagante –
non mancherò la strada. Finalmente respiro!William Wordsworth
Mi sono infilata in questo ginepraio dei post delle “10 cose” e, siccome sono fedele alle tradizioni e anche un po’ metodica e ostinata, è arrivato il turno dell’India a qualche giorno dal rientro da un viaggio di 15 giorni. Compito arduo, lo ammetto, perché sto ancora digerendo il viaggio e chissà quanto tempo ancora continuerò a fare sogni su questa terra così contraddittoria e affascinante allo stesso tempo.
Per la prima volta da quando viaggio ho avuto, verso la fine del soggiorno, moti di rabbia e senso di impotenza nei confronti della popolazione che mi stava ospitando, mi sono sentita un’europea istruita e moralizzatrice pronta a dimenare l’indice per additare quello (tanto) che non va e che andrebbe assolutamente aggiustato. Mi sono immediatamente vergognata della mia saccenteria e arroganza, della mia lingua biforcuta che sputava veleno con parole che non mi appartengono, con slanci che non sono nella mia natura. Ne ho dedotto che la stanchezza gioca brutti scherzi, ma anche che l’India è veramente un paese difficile da affrontare e che non si è mai totalmente preparati a lasciarle spazio nel cuore.
Inoltre, tutta quella bellezza multicolore, quest’alchimia di tradizioni e scienze alternative, quest’architettura che è prima di tutto maestria non fanno che accrescere la rabbia per il contraltare di sporcizia, ignoranza e lassismo che regnano sovrani, lasciandoti senza vigore e senza speranza mentre desidereresti solo una bacchetta magica per sistemare tutto in un battibaleno.
Nonostante questi risvolti negativi che non posso fare a meno di ricordare, sono felice di aver visitato parte di questo gigantesco subcontinente e, se tornassi indietro, sceglierei questa meta di nuovo perché è proprio un mondo a parte, e provare ad assaporarne un po’ mi ha indubbiamente arricchito di un’esperienza formativa.
Ecco, quindi, le cose che non dimenticherò mai dell’India.
10 cose che non dimenticherò mai dell’India
Il concetto di autostrada
Arrivati a Delhi dopo circa otto ore di volo notturno, con il viso ancora incrostato di sonno e le gambe da sgranchire, ci attendeva agli arrivi Dash, il nostro fedele autista compagno di viaggio per buona parte del soggiorno in India. Dopo pochi minuti come suoi passeggeri, rincoglioniti subito dalla guida a destra e con l’imbocco delle prime rotonde “al contrario”, abbiamo capito fin da subito che nelle strade indiane vige un pacifico “mors tua vita mea”, corredato da sinfonie di clacson e slalom degni di Tomba all’apice della carriera. Una volta imparato il motto ci si fa il callo e ci si lascia trascinare in questo flusso come salmoni contro la corrente.
Ripetete con me: “Good brakes, good horne and good luck!”
La sporcizia
Insieme alla presa di coscienza subitanea che tutto il viaggio sarà un’avventura, ci si accorge immediatamente, ahimè, anche di un’altra costante, costituita dal sudiciume che si allarga copioso ai margini delle strade, invadendo corsie, villaggi, natura e vite. Non c’è limite alla fantasia: pensate al posto più sporco che abbiate mai visto e moltiplicate il tutto come il tasto copia incolla di Photoshop. È una triste realtà e non ci si fa mai veramente l’abitudine, ma ha come lato positivo che, una volta in Italia, vi sembrerà tutto fantasticamente lindo e vi verrà voglia di apparecchiare per strada: sarà comunque più pulito di un ristorante di alto livello indiano.
Posti unici e incredibili
Finora, leggendo queste righe, vi sarà venuto il sospetto di cosa dovrebbe spingere una persona ad affrontare un viaggio del genere. La risposta sta nel patrimonio unico e irripetibile (nonché variegato) di siti da visitare e nell’atmosfera magica che attornia questi luoghi. Si va dalle città del deserto a passi montani verdi, da città con qualche milione di abitante a villaggi sperduti dimenticati da Dio e probabilmente anche dalla Trimurti. Per non parlare dei forti inespugnabili, delle ville riccamente decorate, del Taj Mahal che va visto almeno una volta nella vita: un grande calderone di bellezza che non stanca mai e che vale tutti i chilometri che bisogna fare per raggiungere l’India.
La religione oppio dei popoli
Questa è una convinzione che già avevo e che ho rinforzato in questo viaggio. Ah, come vorrei averla coniata io questa frase! In India, più che in altri paesi, la religione fa da filo conduttore alla vita delle persone, ne scandisce i tempi e le convenzioni sociali, ne detta regole e usanze più della legge e a volte del buon senso. Ho visto persone morire di fame eppure fare delle donazioni di cibo e latte per gli dei, mi sono stupita delle moltitudini inginocchiate e imploranti di fronte agli altari, ho sentito racconti di credenze e superstizioni. Spesso questa fervente religiosità passa in primo piano rispetto a tutto il resto, facendo da paraocchi alla realtà e non sempre è positivo. Però la religiosità indiana è un mondo intero in cui perdersi (e incasinarsi coi nomi e le reincarnazioni) e che affascina.
Le moltitudini
Parlavo prima di moltitudini e voglio ribadire il concetto con un fatto che mi ha stupito davvero, nonostante ne fossi a conoscenza. Sto parlando del fatto che in India non è mai capitato che girassi la testa e non vedessi nessuno. Dovunque, in ogni anfratto, in ogni luogo sperduto, c’era qualcuno. L’occhio è riempito da esseri umani sempre. Anche nel deserto. Anche in cima ai monti. Anche lungo i mille mila chilometri di strada percorsa. In effetti avrei dovuto insospettirmi quando, chiedendo a un mio amico indiano le ragioni per cui vivesse volentieri in Italia, la prima è stata “perché siete in pochi”.
La povertà
Più di un miliardo di esseri umani significa per forza di cose che qualcuno sta peggio di qualcun altro. Però qui qualcuno sta veramente male, molto al di sotto della soglia di povertà. Non è di certo una novità ma non è bello archiviare questo fatto senza ribadirne lo scempio, senza dire che è inaccettabile. Quei bambini vestiti di stracci col viso non lavato da giorni saranno difficili da dimenticare, così come quelle anime inermi ai cigli della strada ormai incapaci anche di mendicare. Di fronte a questa triste realtà mi sono sentita impotente.
La condizione della donna
Altra nota dolente di cui si deve parlare. Le donne contano poco in India, talmente poco che è diffusa la pratica barbara e condannata dallo stato, ma pur sempre attuata, del controllo del sesso del nascituro e aborto nel caso in cui sia donna. Tremendo. Incommentabile. Eppure questo è ancora all’ordine del giorno nel 2014. Le figlie femmine non sono benvenute perché necessitano di una cospicua dote per essere date in sposa – nella maggior parte dei casi in matrimoni combinati – a età in cui si dovrebbe sempre giocare a Barbie. Nel piccolo questo si riscontra anche coi turisti (ma niente di paragonabile a quello che ho scritto finora, sia chiaro): alla reception non sono mai stata interpellata per riempire i fogli, per strada a volte non sono stata degnata di risposta.
Il cibo speziato
Una cosa che mi riconciliava sempre col mondo era il cibo, veramente ottimo e saporito. Ci sono tantissimi piatti diversi e ogni giorno era una scoperta provarne di nuovi, con alcune costanti irrinunciabili come il pane schiacciato chiamato naan e le verdure saltate con molte spezie in modo che non vengono mai a noia. Non c’è stato un momento in tutto il viaggio in cui ho rimpianto la cucina italiana, anzi, abbiamo comprato quantità industriali di spezie per rifare i piatti a casa. Inoltre, l’India è il paradiso dei vegetariani: tutti i menù dividono chiaramente la carne dal resto così la scelta si fa più facile.
La curiosità degli indiani
Ho scoperto una cosa degli indiani, ossia che sono curiosi da morire. Ogni giorno, più volte al giorno, venivamo fermati da gruppetti di indiani per una foto ricordo di cui – ci è stato detto – si sarebbero vantati in giro con amici e parenti dicendo di aver conosciuto un bianco. Molti altri mi hanno chiesto una foto per poi rivedersi nello schermo della reflex, altri ci chiamavano da lontano con un “Hello!” a trentadue denti che mi faceva sorridere a mia volta. Inoltre, tutti erano molto curiosi di chiederci cose della nostra vita privata.
I colori
Chiudiamo in bellezza, ché questo post di fardelli ne ha già affrontati parecchi. I colori in India lasciano d’incanto. Puoi stare una giornata a fissare la strada senza annoiarti, mentre ti scorrono di fronte tutti i colori dell’arcobaleno. E quei sari delle donne, quelli sono delle vere meraviglie. Ancora non mi spiego come facciano a mantenere i vestiti così in ordine dopo una giornata a camminare per quelle strade, facendo di tutto senza scomporsi. Le ho adorate, mi sembravano angeli colorati e serberò le loro movenze iridescenti nella mente per un bel po’.
Siamo arrivati in fondo a questa lista che è solo l’inizio di una lunga serie di post. L’India ha voglia di farsi raccontare, non mancherà occasione.
Qui trovate tutti i post sull’India:
- Un nuovo viaggio all’orizzonte: India del Nord arrivo!
- Come organizzare un viaggio in India del Nord
- La polvere di Mandawa, in India del Nord
- Varanasi: la vita che scorre lungo il Gange
- Come richiedere e ottenere il visto per l’India (ovvero di quando scrivevo romanzi gialli)
- Strade indiane: ho visto cose che voi umani…
- Jaisalmer, il castello di sabbia nel deserto indiano
- Taj Mahal: l’amore eterno celebrato ad Agra
- Pushkar, dove Brahma e i fricchettoni convivono in India
- Nel deserto del Thar a dorso di cammello
- Libri che parlano d’India
- Il tempio Karni Mata in India (non aprire questo post se hai paura dei topi!)
Ti è piaciuto questo post sull’India?
Sei appassionato di questa terra?
Ho scritto un libro su questo viaggio. Si intitola “Indimenticabile India. Racconti di viaggio in India del Nord tra il Rajasthan, Agra e Varanasi” ed è disponibile sia in formato cartaceo sia elettronico. Se ti interessa lo trovi qui. GRAZIE!
32 commenti
Serena Pecchioli
Ciao Serena,
Ti leggo con molto interesse, ho appena comprato anche il tuo libro… Stiamo organizzando un viaggio per il prossimo agosto che dovrebbe seguire proprio questo itinerario. Siamo un gruppo di 4 famiglie con ragazzetti dagli 8 agli 11 anni. Ti chiedo se puoi indicarci il nome dell’agenzia a cui vi siete rivolti. Ho già dei contatti, ma da come ne hai parlato vorrei chiedere anche a Dash o chi per lui☺️
Grazie mille
Serena
Mercoledì
Ciao Serena,
che bello, grazie che stai leggendo il blog e il mio libro!
L’agenzia a cui mi sono rivolta è questa: http://www.indiakarni.it/
e mi sono trovata bene. Vi auguro fin da adesso buon viaggio! Che cosa meravigliosa che portate i bambini in India!
Fabrizio Rocca
Ciao, grazie per il tuo racconto!
Prima o poi dovrò decidermi a visitare questo paese.
Mercoledì
Come potrai facilmente immaginare dal fatto che ci ho scritto un libro, l’India mi ha segnato profondamente! Non posso che augurarti di visitarla presto Fabrizio!
Franca
Complimenti Serena, per essere riuscita a farmi vedere con i tuoi occhi l’india nel suo fascino pur non essendoci stata. Le tue foto sono di un realismo sconvolgente.
Mercoledì
Grazie mille Franca, il bello di avere un blog di viaggi è anche questo: far viaggiare le persone insieme a me. Grazie ancora.
Elisa
Ecco questo post lo aspettavo da… Lufthansa 🙂
Conferma quello che ho sentito dire più e più volte dell’India o la ami o la odi, suscita emozioni intense e fortissime.
Aspetto di leggere tutti gli altri post, anzi, a dire il vero, non vedo l’ora!
un abbraccio
Mercoledì
Ciao Elisa,
grazie! In effetti tutto quello che avevo sentito dire sull’India prima di visitarla si è rivelato vero! Però poi ognuno dà le sfumature che vuole a quello che vive. Io più che amarla o odiarla per adesso sono in una fase intermedia, ancora devo digerirla!
Un abbraccio!
Diario di una travelholic
No vabbè, innanzi tutto standing ovation per il tuo blog che ha deciso (finalmente) di tornare disponibile sul mio pc! E poi devo dire proprio un bell’articolo, anche se non condivido proprio tutto (tipo quando dici “vi verrà voglia di apparecchiare per strada: sarà comunque più pulito di un ristorante di alto livello indiano” oddio… il lusso indiano è LUSSO con tutte le lettere maiuscole e posti pulitissimi ce ne sono eh, solo che ci vanno i riccaccioni :-P) cmq in generale un 10 per te, che in meno di un mese hai colto così tante cose… a me è servito molto + tempo (e ci sono cose che cmq non capiremo mai!)
Bellissime foto, la prima è da stampare e incorniciare! un bacione guapa!
Mercoledì
Ecco perché non ho visto il lusso più lusso! 😉
In realtà in un ristorante bello sono andata, ma aveva l’aria condizionata talmente alta che non mi sono goduta il cibo (e poi i ristorantini scacioni per strada sono meglio)!
Grazie mille per il tuo commento, sono felice che finalmente il mio blog abbia smesso di fare le bizze (mi è toccato sculacciarlo)!
Grazie anche per le foto, il mio ego-wannabe photographer ringrazia! 😀
Alex
Ciao Serena,
mi piace molto leggere le impressioni che altri hanno avuto nei viaggi che ho fatto anche io.
Ovvio quindi che capitassi nel tuo post che parla dell’India.
E’ pur vero che io sono andato in India in un viaggio un po’ particolare che non era propriamente turistico sebbene poi abbia giocato a fare il turista nei dintorni di Delhi in un paio di fine settimana.
Sono andato li come aiuto volontario in un asilo di uno slum di Delhi, un’esperienza fantastica che mi ha fatto vivere come un indiano per 20 giorni (troppo poco!).
Ebbene tutti parlano di questa India che, come scrivi, “ti arriva in faccia come una secchiata d’acqua gelata”.
Ebbene io non ho affatto avuto questa impressione; concordo che l’India sia particolare ma non ho mai sofferto né lo sporco, né la polvere, né la tipica “indianità” fatta di lentezza, insistenza, indolenza e un pizzico di menefreghismo.
Non mi sono scandalizzato dinnanzi alle strade sgarrupate ed al traffico di Delhi.
La povertà colpisce ma devo dire che mi hanno colpito di più i barboni delle città americane. Francamente non so esattamente perché. Eppure non mi sono nemmeno preparato, per esempio leggendo libri o guardando film. Ho semplicemente lasciato l’India permearmi piano piano.
In realtà devo dire che proprio la polvere, l’apparente disfacimento dell’India è proprio la cosa che mi è piaciuta di più; mi ha dato un senso di realtà, di vita vera e non artificiale; di spontaneità genuina, cosa che nel nostro mondo occidentale non percepisco affatto.
Forse sarà che sono un insensibile, forse è colpa di quel 50% di sangue meridionale (e Chwandi Chwok non mi è sembrato tanto diverso da Bari vecchia, tanto per fare un simpatico paragone)… 😉 Chissà.
L’India però mi è rimasta nel cuore e non vedo l’ora di tornarci di nuovo.
—Alex
Mercoledì
Ciao Alex,
grazie per il tuo commento, è davvero un punto di vista interessante, inoltre l’India vissuta così come racconti ha sicuramente qualcosa in più rispetto a un “semplice” viaggio di puro turismo.
Sono felice di sentire impressioni diverse dalla mia: per i primi 10 giorni ho pensato che tutto quello che vedevo non poteva scalfirmi, guardavo la povertà e il sudiciume come si accetta un amico rompiscatole o come le notizie del TG. Poi è scattato in me qualcosa, non so dire cosa. E tutto è cambiato: non ne potevo più del sudicio, del casino, delle mille e una occasioni per cercare di fregarci, dei bambini che si portano la mano alla bocca per chiedere soldi e cibo. A un certo punto mi è sembrato tutto inaccettabile, tutto oltre una semplice giustificazione “è la loro cultura”. Avrei voluto gridar loro in faccia: “perché non cambiate le cose???” e invece sono solo diventata intollerante. Poi tornando a casa ho rivalutato il tutto comodamente seduta nella mia casa linda e ordinata, e ho dato un valore diverso alle cose, tutto avvolto nella bambagia del ricordo. Sono curiosa di vedere come si evolverà!
Ti auguro di tornarci e sarebbe bello sapere se hai cambiato approccio o se la trovi di nuovo come l’hai lasciata.
Alla prossima!
Manuela
Dopo averti conosciuto, leggerti è ancora più piacevole.
Nella mia mente riecheggiano le tue parole sull’India adesso rigorosamente col suono della tua voce (ora conosco la tua voce! 😀 ).
Se già avevo un debole per l’India, mi hai incuriosito ancora di più.
Dimenticavo… Bellissime foto 🙂
Mercoledì
Grazie Manu, vale lo stesso per me, credo che il mondo off line abbia un che di trasgressivo ormai! 🙂 Ed è bellissimo dare una voce e un volto a una penna…
Spero che tu riesca a realizzare questo sogno coi tempi e i modi che più ti piacciono. Bisogna arrivarci pronti! 😉
Grazie per le foto!
Michela Libera Mente
Molto bello l’articolo, e molto belle anche le foto. Complimenti!
Mercoledì
Grazie Michela! 😀
Sono davvero felice che ti sia piaciuto (a anche le foto, mi ci sto dedicando un po’ di più)!
Georgette
Che post bellissimo Serena, ho sempre voluta visitare India e dopo avere letto il tuo articolo, ho voglia anche di più. Ho sempre letto i libri che parla di questo paese così interessante e spero che un giorno andrò a vederlo con occhi aperti e un cuore pronta. Poi le tua foto sono bellissimi, trasmetta un passione per viaggiare che apprezzo tanto, complimenti!
Mercoledì
Grazie per il tuo commento Georgette! Mi ha reso veramente felice! Ti auguro di poter fare questa esperienza e sono sicura che lo farai con lo spirito giusto, ancora di più se è da tanto che leggi libri sull’India! Un abbraccio e grazie ancora!
Valentina Gattei (@Valuita)
Sai che mi sento male (e bene eh) anche io solo leggendoti, senza esserci stata?
(Però più male che bene al momento…)
Mercoledì
Non è un paese per deboli di cuore… Capisco Vale, infatti sconsiglio il viaggio a molti, bisogna andarci solo se si è veramente convinti (e testoni come me!).
Però, difficoltà a parte, sono felice di esserci stata, non mi bastavano i racconti, dovevo vedere coi miei occhi. Un abbraccio.
Sandra
Ciao! Anch’io sono appena tornata dall’India, ancora devo assimilarla per capire cosa mi ha lasciato e cosa mi sono portata appresso. Sicuramente un viaggio da fare perché vale la pena, perché ogni viaggio è un modo per crescere…
Complimenti per il post!
Sa
Mercoledì
Ciao Sandra,
chissà che non ci siamo incrociate lungo la strada!
Condivido in pieno quello che hai scritto, l’India per quanto ho capito finora è così, ti lascia basita! Diamole tempo 😉
Grazie per il tuo passaggio qui!
Sere
Sandra
Ho notato che è stata una meta gettonatissima! Io ho fatto un giro nelle località più famose, ma devo dire che posti come Orchha, piccoli e selvaggi, mi sono piaciuti di più che quelli più blasonati!
Spero di finire il diario sul mio blog… Intanto guardo e sistemo le foto.
Mercoledì
Anche il nostro autista ci consigliava Orchha! La prossima volta… 😉
Preferisco di gran lunga i posti sconosciuti!
Barbara
All’India non si arriva mai preparati, neppure dopo averla già visitata. Condivido tutto quel che hai scritto: è un paese che mi ha affascinato ma non mi ha conquistato.
Mercoledì
Ciao Barbara,
confermo questa impressione, inoltre ho bisogno di tempo per digerire questo viaggio, ho bisogno di filtrarlo e vedere cosa ne rimane. Grazie per le tue letture preliminari 😉
federica
“L’India è un mondo a parte.” È proprio vero cara Serena. Però non condivido il “non considerare le donne straniere”. Nel mio caso il “capo del gruppo” (eravamo in 4) ero considerata io e parlavano tutti con me 😛
Mercoledì
Fede ci sono rimasta di stucco: le prenotazioni erano tutte a nome mio, eppure non si rivolgevano mai a me! Sarà stato un caso, forse arrivavo talmente spossata che non era il caso di parlare con me!
federica
Pensa che a me è capitato quest’anno a Gozo! Nemmeno al ristorante mi servivano per prima :-\
Mercoledì
Il buon vecchio galateo che diamo così per scontato in realtà non lo è! Questa di Gozo me la tengo in mente 😉
Lucia - Respirare con la Pancia
Puntuale, come sempre. 10 cose che colpiscono anche chi in India non c’è stato. Brava Sere..
Mercoledì
Grazie Lucia! <3